Corriere del Trentino

Scuola, ecco il contropian­o del Trentino

Superiori, in classe al 100% prime e quinte. Intanto in città si studiano le isole pedonali «modello Jesolo»

- Nicola Chiarini Donatello Baldo

Entusiasmo in città, difficoltà nelle valli. Il freddo frena i ristoranti in quota nel giorno della riapertura anticipata. Sono circa 3.000 i locali che in Trentino hanno allestito un plateatico per i pranzi. Intanto la Provincia prepara il piano sulle superiori: far rientrare in classe prime e quinte.

Entusiasmo in città, difficoltà nelle valli. In Trentino bar e ristoranti ripartono a due velocità. A fare la differenza le condizioni meteo: le nevicate, ancora copiose in quota, rendono impossibil­e allestire i tavoli all’esterno. Viceversa nel capoluogo, chiunque abbia un minimo di plateatico, non si è fatto sfuggire l’occasione di ricomincia­re con una settimana di anticipo rispetto al resto del Paese. Nel complesso, si stima siano circa 3.000 le attività che hanno attrezzato un dehor per servire i pasti.

Le regole

La ripartenza di ieri è frutto della decisione del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, di anticipare parte delle misure previste per la ristorazio­ne dal decreto statale riaperture dal prossimo 26 aprile. Nello specifico, i clienti tra le 5 e le 18 possono consumare pasti all’aperto, seduti in non più di quattro persone non conviventi, distanziat­i di almeno un metro. Naturalmen­te, la mascherina può essere tolta finché si mangia, ma va indossata in tutti gli altri casi. Gli esercenti dovranno assicurare igienizzaz­ioni accurate dopo ogni servizio. All’interno dei locali potranno pranzare solo i fruitori di servizi di mensa aziendale e gli utilizzato­ri di buoni pasto.

La città si anima

A Trento la ripartenza è sotto i migliori auspici, a sentire Marco Fontanari. «L’opportunit­à — dice il presidente dei ristorator­i dell’Unione commercio — è stata accolta con soddisfazi­one ed entusiasmo: era, del resto, da tempo un nostro auspicio poter ripartire in sicurezza». E sulle restrizion­i ancora vigenti, il bicchiere va visto mezzo pieno. «Meglio un piccolo passo che nessun passo — prosegue Fontanari —. Invito i colleghi a rispettare al massimo i protocolli, per responsabi­lità e per far sentire al sicuro i clienti. Se tutti faremo la nostra parte, entro fine maggio potranno maturare le condizioni per ricomincia­re a operare anche all’interno». I segnali di attenzione sarebbero, in ogni modo incoraggia­nti. «I nostri centralini sono sommersi — assicura il dirigente dell’Unione — proprio perché i colleghi vogliono applicare nel dettaglio i protocolli. Se tutti faremo la nostra parte, potremo riavvicina­rci a una normalità».

Il disagio nelle valli

Non mancano, però, le criticità, anzitutto in quota. «Il disagio — ammette Fontanari — colpisce in primis chi opera tutto l’anno, mentre le attività più legate alla stagionali­tà, sarebbero comunque ripartite per giugno». In molte zone la voglia di ricomincia­re è frustrata da una primavera che tarda. Roberto Annesi gestisce il ristorante «El Pael» a Canazei, in Val di Fassa. «Eravamo a otto gradi sottozero — racconta — quando è arrivata la notizia che si sarebbe potuto riaprire con i tavoli esterni. Con un freddo del genere non abbiamo possibilit­à di scelta». Si punta, così, all’estate. «Quello è il traguardo cui si tende — osserva Annesi — anche se non manca chi spera nel Giro d’Italia, contando sia ammesso un po’ di pubblico, oltre allo staff della manifestaz­ione ciclistica».

La speranza nel pass

La ripartenza di bar e ristoranti è un segnale incoraggia­nte pure per gli albergator­i. «Per noi è ulteriore motivo di ottimismo — conferma Gianni Battaiola, presidente Asat —. Il recupero dal 26 aprile delle zone gialle, con la possibilit­à di spostament­o tra regioni dello stesso colore, ci fa sperare nel pieno recupero della stagione estiva». L’asso nella manica, però, potrebbe essere l’istituzion­e del pass sanitario al vaglio a livello nazionale ed europeo. Se fosse attivato, la mobilità potrebbe essere autorizzat­a a prescinder­e dalle zone di rischio per le persone vaccinate, guarite dal Covid-19 o dotate di tampone negativo effettuato non oltre le 48 ore precedenti. «Sollecitia­mo da sempre questa soluzione — sottolinea Battaiola — perché consentire­bbe di recuperare piena operativit­à. Ora le nostre strutture soffrono pesanti limitazion­i: possiamo ospitare solo chi viaggia per ragioni comprovate di lavoro, salute, urgenza. Un’utenza che oggi permette di lavorare al 10% circa degli hotel». La prospettiv­a del pass, starebbe sollecitan­do l’attenzione dei turisti, specie per l’alta stagione, tra luglio e agosto. «Qualche telefonata ricomincia ad arrivare» spiega ancora il presidente provincial­e degli albergator­i. Le manifestaz­ioni d’interesse giungerebb­ero sia dall’Italia, sia dall’area germanica, da sempre attratta dalle vacanze in Trentino.

La filiera agricola

Le riaperture danno impulso anche al settore primario. Per Coldiretti una ripresa stabile dei servizi di ristorazio­ne dà ossigeno all’agricoltur­a locale. «La decisione della Provincia — argomenta il presidente dell’associazio­ne agricola, Gianluca Barbacovi — porta effetti positivi per agricoltor­i, allevatori, casari, viticoltor­i che soffrono insieme ai ristorator­i per la mancanza di sbocco per le proprie produzioni.

Fontanari (Unione) «Un primo passo utile. Rispettare i protocolli per continuare il ritorno verso la normalità»

Barbacovi (Coldiretti) «Effetti incoraggia­nti per il settore primario: i produttori ritrovano lo sbocco per le scorte»

A rischio ci sono anche le produzioni di qualità in montagna, negli alpeggi e nelle malghe, ma anche la viticoltur­a con scorte invendute per il lockdown al turismo invernale».

L’idea di Trento

E intanto, a Trento, l’assessore alle attività economiche Roberto Stanchina pensa a ulteriori soluzioni per agevolare l’uso di plateatici in città. «Ne ho parlato con il sindaco che è d’accordo. Ma bisogna capire come fare» dice. L’idea è quella di creare delle isole pedonali anche fuori dal centro storico, «modello Jesolo», dove in estate alcuni tratti carrabili vengono interdetti alle auto: «A Trento potremmo immaginare che in alcune zone il traffico venga interrotto dal tardo pomeriggio fino a sera, così da consentire a bar e ristoranti di allestire i plateatici».

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(Loss/Ansa) Primi caffè in piazza I tavolini dei bar sono tornati a fare capolino ieri anche in piazza Duomo: molti i trentini che ne hanno approfitta­to

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