Malga Montagna Granda, la neve gela le speranze dei gestori
La neve gela la volontà dei ristoratori delle valli di ripartire a pranzo con i tavoli all’esterno. Una beffa ulteriore, dopo lo stop imposto dal Covid-19 alla stagione sciistica nell’inverno più bianco degli ultimi anni. «Non so da quanto tempo non vedevamo nevicate così» conferma Raffaela Zerbin gestrice della Ristomalga Montagna Granda a Pergine Valsugana, vicino alle piste della Panarotta.
Zerbin, in città si riapre. Voi?
«Con venti centimetri di neve siamo chiusi per forza. Di notte e al mattino qui, a quasi 1.600 metri, siamo sempre sottozero».
Quando sperate di ricominciare?
«Credo non passeranno meno di venti giorni, più realisticamente un mese. Ma non appena si scioglierà la neve, siamo pronti a mettere fuori i tavoli. Lo scorso anno, pur già in pandemia, a maggio avevamo iniziato alla grande, grazie a una primavera bellissima. Sabato e domenica, se il clima ci assisterà, sono certa lavoreremo molto e bene».
Lei si mostra ottimista, ma da quanto tempo siete chiusi?
«Sono ottimista per carattere, anche se ormai non ricordo più da quando siamo fermi. Ho perso la cognizione del tempo. Ma so per certo quanto sia stato un dispiacere non poter lavorare in un anno così ricco di neve».
Zerbin Temo non ripartiremo prima di venti giorni ma se il clima ci assisterà conto che lavoreremo bene
In questi mesi sono arrivate richieste dai clienti?
«Qualcuno ci ha telefonato, per chiedere se eravamo organizzati con l’asporto. Incoraggiati, abbiamo anche provato a garantire il servizio. A fine giornata, però, il gioco non è valso la candela. Abbiamo piazzato un paio di panini e non di più. Del resto, se le persone non possono accomodarsi… ».
Quali sostegni sarebbero utili a chi, come voi, lavora in quota?
«Potrebbero essere d’aiuto iniziative specifiche per gli operatori di montagna, anche sul piano territoriale. Ma confido in una bella estate, in cui possiamo riprendere a lavorare, dentro e fuori. In condizioni normali possiamo contare su una trentina di posti all’interno e una quarantina all’esterno, una buona base di partenza».