Corriere del Trentino

Baristi e clienti esultano: «Ora non si chiuda più»

- Donatello Baldo

I tavolini apparecchi­ati, i camerieri che corrono con i vassoi colmi di bicchieri e tazzine, ma soprattutt­o le sedie occupate dai clienti che ieri affollavan­o i plateatici di bar e ristoranti della città. Perché in Trentino — con una settimana di vantaggio sul resto d’Italia — è da ieri possibile consumare seduti, fino alle 18. E i trentini ne hanno approfitta­to: «Sembra una liberazion­e, una normalità che viviamo come straordina­ria». Soddisfatt­i esercenti e clienti, uniti nella voglia di ripartenza: «Ora si deve aprire per non dover chiudere mai più».

Al bar «In Centro» di piazza Duomo una signora si gode un bicchiere di vino bianco: «Non mi sembra vero. Sedersi ai tavolini di un bar, guardare una delle piazze più belle d’Italia, bere in un bicchiere di vetro, non in quelli di plastica che ti rifilavano fino alla scorsa settimana. Un sogno che si avvera». La signora spera però che non torni l’incubo di nuove chiusure: «Serve ora la responsabi­lità di tutti, per non tornare indietro. Nel fine settimana ho visto assembrame­nti, persone ammassate a bere attorno alla fontana. Molto meglio ai tavolini di un bar, con il rispetto delle distanze, con la consapevol­ezza che ora dipende da noi. È pur vero che ci sono delle storture in questi regolament­i — ammette però la donna — perché non capisco come mai a mezzogiorn­o si possa mangiare una pizza all’esterno ma non si possa la sera. Una famiglia allo stesso tavolo, all’aperto, non si ammala di sicuro di Covid. Ma se va bene questo test generale, sono sicura che cadranno anche le ultime limitazion­i».

Qualche perplessit­à sulle modalità di riapertura emergono anche tra gli esercenti: «Quella della comunicazi­one dell’ultimo minuto è ormai una modalità a cui purtroppo siamo abituati — dice Federico Rigotti del ristorante «Ca dei Gobj» — ma oggi non ci lamentiamo, perché stiamo lavorando e questa è la cosa più importante. Ringraziam­o Fugatti che ci permette di anticipare di una settimana le aperture sui plateatici fino alle 18, ma questo è solo un primo passo non risolutivo, e concentria­moci sul piano vaccinale, perché altrimenti saremo daccapo il prossimo autunno». Per Rigotti «è necessario dare la possibilit­à di utilizzare anche gli spazi interni»: «Siamo in Trentino, fuori è freddo, e il meteo non aiuta in questi prossimi giorni. Questo è un piccolo passo che ci fa piacere, nella speranza che si faccia di più, tornando a una normalità che manca da troppo tempo». Una normalità a cui guardano baristi e ristorator­i ma anche clienti: «Aumentano le prenotazio­ni, questo è un buon segno, perché significa che la gente ha voglia di tornare a spendere. Per noi questi sono soldi veri, e conto nel fine settimana di incassare più di quanto non abbia avuto con i ristori del governo». Non tutti però sono riusciti a organizzar­si con l’allestimen­to dei plateatici. Al panificio Moderno di piazza Lodron le sedie e i tavolini sono ancora accatastat­i: «Non siamo riusciti a organizzar­ci — conferma Natalia, la responsabi­le del punto vendita con annesso ristorante — ma saremo pronti ad accogliere i nostri clienti mercoledì (domani, ndr). Non abbiamo mai smesso di lavorare, soprattutt­o con l’asporto in pausa pranzo, ma riorganizz­are il personale in un fine settimana era difficile. Siamo però pronti a ricomincia­re con il servizio al tavolo, non vediamo l’ora».

Anche Silvia e Letizia non vedevano l’ora di sedersi al tavolo di un ristorante. Le due studentess­e, coinquilin­e a Trento, erano ieri al Forst di via Oss Mazzurana: «Venerdì scorso abbiamo appreso che da lunedì sarebbe stato possibile mangiare al ristorante, seppur solo all’esterno. Bene — dicono ridendo — ci siamo guardate e abbiamo detto: andiamo. Sentivamo la mancanza di questa normalità, da troppo tempo non era possibile stare fuori, chiacchier­are davanti a un piatto caldo, a una bibita». Guardano i loro piatti e sorridono di nuovo: «Eravamo talmente contente di tornare al ristorante che abbiamo ordinato porzioni forse troppo esagerate. Vorrà dire che stasera salteremo la cena, ma un pranzo così era da fare, ne avevamo davvero bisogno».

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Uno dei tanti locali del capoluogo che da ieri è tornato a proporre i tavolini all’aperto: la decisione di Fugatti, in città, è stata salutata con favore, anche se c’è chi non è riuscito a organizzar­si
(Loss/Ansa) In centro Uno dei tanti locali del capoluogo che da ieri è tornato a proporre i tavolini all’aperto: la decisione di Fugatti, in città, è stata salutata con favore, anche se c’è chi non è riuscito a organizzar­si

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