Corriere del Trentino

Il vento frena gli affari: «Ma si torna a vivere»

- Andrea Prandini

Tira ancora un vento invernale a Riva del Garda, da cerniere alzate fin sotto la gola. Anche la sindaca Cristina Santi su Facebook non manca di notare che «fa un freddo becco», anche se «che gioia potersi finalmente di nuovo sedere al tavolino di un bar» scrive sotto una sua foto intenta a degustare cornetto e cappuccino. Se qualcuno temeva assembrame­nti e contagi, passando da piazza Catena in riva al lago potrà dormire sonni tranquilli. Molti locali vista la giornata non hanno nemmeno aperto, si vedono perfino dei muratori al lavoro dietro una vetrina.

«Eh insomma, come prima giornata è andata così così» commenta Federico Venturini dell’Hotel-ristorante Europa mentre le tovaglie dei tavoli apparecchi­ati fuori sbatacchia­no. «Per oggi ci siamo limitati a servire all’interno chi aveva il buono pasto. Ma era importante ricomincia­re a lavorare, anche per tirarsi fuori dall’apatia del far niente, ci si può ammalare anche di quello sa? E per i miei lavoratori, che almeno tornano a guadagnare qualcosa». Anche Armin Pilo del cocktail-bar Moby Dick sostiene che «l’incasso neanche lo guardo, ma almeno si ricomincia un po’ a vivere, anche la gente non era più abituata a sedersi al tavolo ma lo desiderava. Ora speriamo che non ci siano altre chiusure, noi abbiamo seguito tutte le regole» dice mentre su ogni tavolo troneggia un distributo­re di gel. «Anzi — continua Pilo — già a maggio bisognereb­be estendere l’orario fino alle 22, l’attività è soprattutt­o serale. E poi qui sul Garda viviamo di questo, i clienti del posto sono anch’essi ristorator­i e stagionali e siamo tutti in difficoltà, noi abbiamo ideato la “drink card” apposta per venirci incontro tra noi. Spero che quest’estate il Comune ci venga incontro con serate, notti bianche, cose così». «Però quantomeno — interviene Andrea Patuzzi del vicino Caffè Maffei — hanno smesso di arrivare i vigili se metti le sedie venti centimetri fuori dalla tua area, è già qualcosa».

Entrando nelle più riparate vie del centro si nota qualche tavolo occupato in più ai caffè Maroni e Italia. «Niente trionfalis­mi però» ammonisce Giada Ruocco del Maroni. «Aprire all’esterno è meglio di niente, d’accordo, si racimola qualcosa da dare ai dipendenti, ma i signori della giunta hanno guardato fuori dalla finestra? C’è ancora la neve sulle montagne, ovvio che l’aria che scende sia gelida e per fortuna non ho ancora smontato i fornellett­i. Bisognerà permettere a breve di servire anche all’interno, soprattutt­o per chi a differenza mia non ha molti tavoli fuori. Solo così si potrà tornare a guadagnare bene e qui a Riva ne abbiamo bisogno tutti, è un settore su cui vive tantissima gente».

Davanti all’Osteria degli artisti invece non ci sono tavoli, ma dentro c’è comunque molta attività. «Santo Fugatti per averci fatto aprire, certo che poteva dircelo qualche ora prima…» afferma la titolare Rosanna Panatta. «La notizia è arrivata un po’ all’ultimo e ora ci tocca aprire mercoledì (domani, ndr), il tempo minimo per far arrivare tutti i fornitori. Un ristorante non è un bar che ha praticamen­te tutto pronto, ci vuole il suo tempo». Ora che però le regole sono arrivate la richiesta dei ristorator­i è una sola, all’unisono: certezze e continuità. «Mi sa che molti clienti ancora non hanno capito che si può tornare a sedersi, i continui cambi di regole disorienta­no» commenta Marylin Festi dell’omonimo pub al termine di una mattinata che definisce comunque positiva. «A volte ti viene l’ansia a scambiare quattro chiacchier­e che piombano a multarti. Spero davvero che adesso si tenga questa linea e non si torni più indietro».

Anche ad Arco in piazza III Novembre è iniziato un cauto ritorno alla normalità, nonostante molti bar siano ancora chiusi. Di aperto c’è il caffè Trentino gestito da Jacopo Tonetta: «Che bello, che gioia! C’è voglia di normalità, di contatto umano. Oggi è stato un giorno positivo, sia per la clientela sia per noi. Piano piano si torna a vivere». E poi, dice un anziano cliente seduto al tavolo, «il caffè in tazza è molto più buono».

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Jacopo Tonetta del Caffè Trentino ad Arco: ieri anche nelle zone dei laghi si sono visti i primi tavolini all’aperto, ma si aspettano temperatur­e più miti per poter finalmente parlare di ripartenza
Sorridente Jacopo Tonetta del Caffè Trentino ad Arco: ieri anche nelle zone dei laghi si sono visti i primi tavolini all’aperto, ma si aspettano temperatur­e più miti per poter finalmente parlare di ripartenza

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