Lavoro, educazione e pandemia
Ciò va considerato anche in rapporto al fatto che la mobilità sociale risulta praticamente bloccata. C’è da chiedersi se nella messa a punto dei progetti che hanno a che fare con il programma di interventi deciso dall’unione europea per affrontare le conseguenze della pandemia qualcuno si ricorda che il titolo del programma è Next Generation.Eu, la prossima generazione dell’unione europea. Quello che per ora si constata è un profondo disorientamento. Le stesse azioni di educazione alle scelte patiscono una standardizzazione che non riesce a svolgere alcun ruolo di supporto effettivo. Il tutto si traduce in un impoverimento educativo particolarmente grave. Allora viene da domandarsi cosa stia producendo l’attuale andamento a singhiozzo dell’esperienza scolastica in tempo di pandemia, aggravando una situazione già particolarmente compromessa. È possibile testimoniare, purtroppo, una caduta verticale degli apprendimenti derivanti dall’azione educativa, ad ogni livello. Una crisi della scuola e dei processi educativi in generale, che si protrae da tempo, oggi mostra i nodi che vengono al pettine. Sia dal punto di vista della socializzazione e della messa in comune di esperienze e prospettive di crescita, sia per quanto riguarda gli apprendimenti di contenuti e conoscenze, il peggioramento è evidente e grave. Se si connette la situazione causata dalla pandemia con le condizioni di studio e lavoro delle giovani generazioni, emerge un quadro che a dir poco esigerebbe una definizione di priorità non rinviabile. L’aspettativa che almeno a livello locale, con gli strumenti dell’autonomia, si definiscano azioni per affrontare una situazione così critica e determinante per il presente e per il futuro.