Scuola, passa il piano da lunedì in classe le prime superiori
Dal 3 maggio le quinte. Il nodo trasporti
Per il rientro al 100% a scuola caldeggiato dal premier si parte con le prime superiori: questa è almeno la linea che vuole seguire la Provincia. Al vertice Stato Regioni ha infatti prevalso la linea della prudenza.
Ancora una volta vince la via della prudenza. Dopo l’invito del premier Mario Draghi a riportare in classe tutti i ragazzi il prossimo lunedì 26 aprile le Regioni scelgono di tirare il freno a mano per l’impossibilità di aumentare la capienza sui mezzi di trasporto. Dunque, è quanto emerso dal confronto di ieri sera tra i presidenti di Province autonome e Regioni, si aumenta la percentuale ma di poco, del 60 per cento. Trento seguirà la sua via, partendo, questa è l’ipotesi, lunedì con il 100 per cento delle prime e lunedì successivo, il 3 maggio con le quinte.
Il vertice
Durante la conferenza i ministri e i governatori si sono trovati d’accordo su un punto: la necessità di procedere con i piedi di piombo. Quindi niente riaperture al 100 per cento, ma «graduali». L’idea è quella del 60 per cento partendo, è l’indicazione di massima dalle quinte. «Fermo restando l’ambizioso obiettivo — dice al termine Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni — di ritornare nel più breve tempo a una didattica in presenza nelle scuole, apprezziamo che si sia deciso di partire da una soglia minima del 60%, magari rivolgendo uno sguardo di attenzione agli studenti dell’ultimo anno per puntare al traguardo del 100%». Insomma i timori delle Regioni si sono saldati con la consueta prudenza di alcuni ministri, come Roberto Speranza, in contrapposizione a quanto auspicato da Draghi.
Niente però è stato ancora deciso sulla capienza dei mezzi di trasporto, il vero nodo della faccenda. Se resta il limite del 50% impossibile portare a scuola tutti i ragazzi. «Il ministro delle infrastrutture e trasporti Enrico Giovannini — spiega l’assessore Mirko Bisesti — ha chiarito che partirà un tavolo di confronto su questo, ma il tempo stringe».
La via trentina
Quindi Trento va avanti per la sua strada. La Provincia ha investito più di altre realtà sulle aule, dove non si riscontrano problemi che presentano altre regioni e sui mezzi, con 175 corse extra introdotte a fine ottobre tra bus, corriere e treni. Quindi, questa è l’idea, può permettersi di portare in classe al 100% da lunedì già tutte le prime degli istituti superiori per passare poi, monitorando la situazione del contagio, il lunedì successivo 3 maggio a tutte le quinte, in sostanza cioè le due classi più delicate, in quanto all’inizio del percorso e alla fine, con l’esame di maturità da preparare.
«L’obiettivo della Provincia — chiarisce l’assessore — è quello di portare tutti i ragazzi di nuovo in classe al cento per cento. Ma è necessaria una risposta sulla capienza dei bus». Trento vorrebbe incrementarla all’80%, ma già con il 75% visti gli investimenti fatti dalla Provincia si potrebbe far chiudere l’anno in aula a quasi tutti i ragazzi.
In aula
Un tema su cui, ieri, si è confrontato il consiglio provinciale, con l’approvazione di una risoluzione proposta da Filippo Degasperi (Onda civica). Il documento, ottenuto un consenso trasversale, ipotizza di rafforzare il servizio di trasporto, coinvolgendo an
che vettori privati «in modo da garantire il potenziamento della flotta extraurbana in ora di punta fino a tutto giugno 2021».
Più in generale, Degasperi ha sollecitato la giunta provinciale perché tutti i passi di riorganizzazione delle attività didattiche siano concertati con un confronto costante con il mondo della scuola, pur nel rispetto dell’autonomia riconosciuta ai singoli istituti. Questione cui si è legato Paolo Zanella (Futura), convinto si debbano rafforzare le attività di monitoraggio, per prevenire la diffusione del contagio nelle classi. «In particolare — sostiene Zanella — potrebbe essere utile iniziare a usare capillarmente i test salivari, non appena si sarà conclusa la fase sperimentale». Bocciata, invece, la proposta di Lucia Coppola (Verdi), convinta dell’urgenza di riprendere e completare le vaccinazioni sul personale scolastico. Ugo Rossi (Azione) ha invitato l’amministrazione a compiere scelte coraggiose, pur apprezzando la decisione di riportare gli studenti delle classi prime e quinte in aula. «Tornare alla normalità non significa solo aprire bar e ristoranti — sostiene Rossi — Puntiamo sulle scuole con azioni precise. Si era detto di dotare gli istituti di mascherine Ffp2, e facciamo altrettanto con i servizi di trasporto. Poi vanno rafforzati i test, facendo più tamponi. Per farlo, valutiamo di assicurarne la gratuità, per sostenere le fasce di popolazione più in difficoltà ad affrontare una spesa da 30 o 40 euro che, ripetuta, può incidere gravemente sui bilanci familiari».