Polo scolastico, danno erariale da 187mila euro Nove nei guai
Cembra, nove nei guai. Corte dei Conti: citati ex sindaco, segretari, assessori e tecnici
Conto salato per gli ex amministratori del Comune di Cembra (ora Cembra Lisignago), in nove tra ex segretari, assessori,ex sindaco e tecnici sono stati citati in giudizio dalla Procura della Corte dei Conti per un danno erariale da 187mila euro. Sotto i riflettori la causa, persa dal Comune, contro un’Ati per i ritardi nella realizzazione del polo scolastico.
Rischia di costare davvero caro agli ex amministratori e tecnici dell’ex Comune di Cembra (ora Cembra Lisignago) il braccio di ferro con l’impresa per i ritardi nella realizzazione del polo scolastico. Il Tribunale in sede civile ha infatti condannato in primo grado l’amministrazione comunale a pagare 521.335 euro alla ditta, più 17.000 euro di spese legali e altri 10.500 per le spese di giudizio sostenute da Itea, sentenza confermata anche in secondo grado (le spese legali sono però lievitate) e ora incombe la Corte dei Conti. Il procuratore regionale Marcovalerio Pozzato ha firmato un atto di citazione a giudizio ipotizzando un danno erariale da 187.549 euro. Tanto sarebbe costata, anche in termini di spese legali, la causa contro la ditta costruttrice per i presunti ritardi nella realizzazione dell’opera.
Nei guai sono così finiti due tecnici del Comune, uno dei quali ora non è più dipendente, tre segretari comunali che si sono succeduti nei diversi anni, un ex sindaco, il commissario straordinario e due ex assessori, che si dovranno difendere nell’udienza davanti al collegio. Ma riavvolgiamo il nastro del tempo, per capire l’intera vicenda bisogna tornare al 25 gennaio del 2006 quando la giunta adotta la delibera numero 19 con la quale venivano affidati a un’Ati i lavori per la realizzazione del nuovo plesso scolastico a servizio dei Comuni di Lisignago, Faver, Grauno, Valda e Cembra. Il Comune di Cembra delega Itea, già incaricata della progettazione preliminare e definitiva, a svolgere tutte le funzioni necessarie per la realizzazione dell’opera. Da contratto la nuova scuola doveva essere completata entro 420 giorni, quindi la consegna dei lavori era fissata per il 12 luglio 2006. Ma nel corso dei lavori vengono approvate tre varianti pertanto il termine dei lavori viene spostato al 29 giugno 2008. Data, però, che non è stata rispettata. A fine estate 2008 la nuova scuola non era stata ancora completata. L’opera viene consegnata nel 2009 con 248 giorni di ritardo. Troppi, sesalato. condo l’amministrazione comunale, che applica una penale di 340.513 euro per il ritardo.
Ma l’Ati non ci sta, l’associazione temporanea di imprese, costituta da due ditte venete, porta il Comune in Tribunale. I legali chiedono la condanna dell’ente pubblico al pagamento di 1 milione e 315.997 euro. Inizia così la battaglia legale tra l’Ati e il Comune durata anni e finita male per l’ente pubblico condannato a pagare 521.335 euro a favore dell’impresa. Poi ecco le spese legali: un conto decisamente Solo il primo grado alle casse comunali è costato 27.500 euro. L’amministrazione comunale non si arrende e con decreto del 29 aprile 2016 firmato dal commissario straordinario impugna la sentenza di primo grado. Ma i giudici confermano la pronuncia a favore dell’impresa e quindi la somma da versare. In più, però, da pagare ci sono altri 13.560 euro per le spese legali sostenute per l’appello.
Insomma un danno importante per il Comune, ad avviso della Procura contabile, che parla di «una sciatta e superficiale gestione dell’esecuzione dell’appalto da parte del personale tecnico» e di «un’irrazionale leggerezza con la quale l’amministrazione ha affrontato il procedimento». Secondo la Procura contabile è chiaro che i problemi insorti nell’appalto siano da attribuire alle «richieste fuori contratto» disposte dal Comune, in particolare per quanto riguarda gli impianti. Inoltre la Procura stigmatizza la scelta degli amministratori di affidare la difesa nella contesa giudiziaria a un professionista del libero Foro anziché affidarsi all’Avvocatura dello Stato, scelta avvallata anche dai segretari comunali. Al tecnico vengono invece imputate le criticità sorte durante i lavori. Le articolate riflessioni delle difese non hanno convinto il procuratore regionale che contesta un danno da quasi 200mila euro, la somma era superiore ma sono stati decurtati 78mila euro incassati dall’assicurazione.
Contesa L’ente pubblico aveva portato in Tribunale l’impresa per i ritardi del cantiere dell’opera