Corriere del Trentino

Rientro in classe, critiche dai sindacati

Bisesti: «Trasporti, la prossima settimana sarà il primo test» Il presidente della Provincia: «Chiediamo la capienza all’80%»

- di Nicola Chiarini

Da lunedì in presenza le prime superiori. La Cgil: «Se non si accelera sui vaccini e non si scioglie il nodo trasporti, si rischia di richiudere».

Scuola trentina al lavoro per il rientro lunedì al 100% in presenza delle classi di prima superiore. Ieri è stata una giornata intensa di cantiere, tra incontri e confronti tra autorità provincial­i, dirigenti, sindacati di categoria. Su un punto tutti gli attori paiono d’accordo: non sarà facile vincere la scommessa, ma farlo potrà permettere di accantonar­e la didattica a distanza (Dad) nelle scuole superiori, prima della fine dell’anno scolastico.

«Lo speriamo ma non dipende del tutto da noi — osserva il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti — finché lo Stato non permetterà di alzare all’80% la capienza dei mezzi pubblici (oggi è al 50%, ndr), garantire la presenza al 100% non sarà possibile».

La ripartenza di lunedì avrà valore di test, nel percorso. «Valuteremo la situazione con Trentino Trasporti — spiega Mirko Bisesti, assessore provincial­e all’Istruzione — se non emergerann­o problemi rilevanti, potremo proseguire con il pieno ritorno in aula degli studenti di quinta superiore, cui puntiamo per il 3 maggio. La prossima settimana, mercoledì o giovedì, convochere­mo un nuovo incontro per tirare le somme e vedere se l’obiettivo è davvero alla nostra portata».

Il ragionamen­to si basa sui numeri: gli allievi di prima sono più di quelli dell’ultimo anno. E questi, ultimi, peraltro hanno una maggiore autonomia di movimento con mezzi privati, avendo già l’età, per esempio, per condurre un’automobile o una motociclet­ta. Il piano di rientri, nel complesso, deve assicurare una presenza complessiv­a del 60% in tutto il ciclo secondario superiore, come disposto da Roma. Per definire la logistica, in mattinata, Bisesti, affiancato dal dirigente provincial­e Roberto Ceccato e dalla soprintend­ente Viviana Sbardella, ha incontrato i presidi del territorio, guidati dal responsabi­le Paolo Pendenza. «La scelta di ripartire con gradualità ci soddisfa — dice Pendenza — perché in linea con la cautela imposta dal momento. Certo, resta il limite di capienza nei trasporti».

La Provincia, per parte propria, sta raccoglien­do le sollecitaz­ioni degli operatori, per definire la cornice, lasciando qualche margine di autonomia ai singoli istituti. Nel corso dell’incontro, per esempio, i presidi degli istituti tecnici e profession­ali sono parsi più determinat­i a spingere sulle attività in presenza, proprio perché in quei percorsi formativi è centrale la didattica di laboratori­o, non possibile collegando­si in videoconfe­renza.

Nel pomeriggio è stata la volta dei sindacati, protagonis­ti di un incontro tecnico con Ceccato e con Antonio Ferro, direttore sanitario dell’Apss. Le parti si sono date l’obiettivo di ritrovarsi almeno una volta ogni due settimane per fare il punto sulla situazione del contagio nelle scuole e per definire il da farsi, sulla scorta dei dati epidemiolo­gici.

E allo stato attuale, pur in presenza di un rallentame­nto nella propagazio­ne del virus, i numeri suggerisco­no ancora prudenza per Cinzia Mazzacca. «Prima di parlare — incalza la segretaria provincial­e Flc Cgil — tutti dovrebbero preoccupar­si di agire, creando le condizioni concrete per far funzionare la scuola in sicurezza. La scuola in presenza è un diritto ed è fondamenta­le per tutti gli studenti, in tutte le fasce d’età. Bisogna però essere realisti e non creare illusioni: se non si accelera sulle vaccinazio­ni del personale scolastico, non si scioglie il nodo del trasporto pubblico e non si fa tracciamen­to anche sfruttando la tecnologia dei tamponi salivari c’è un rischio altissimo che la scuola torni al 100% per richiudere nel giro di pochi giorni. Questo va evitato». I tamponi salivari, però, non sono ancora validati dalla comunità scientific­a e, dunque, la loro adozione non pare praticabil­e in tempi brevi. Nella discussion­e avrebbe fatto capolino anche la «ipotesi altoatesin­a» dei tamponi auto somministr­ati che, però, non convincere­bbe né l’Apss, né i sindacati.

«Tra le urgenze da noi poste — riprende Mazzacca — l’uso estensivo delle mascherine Ffp2 su cui abbiamo raccolto disponibil­ità». Esclusa, invece, una ripresa a breve delle vaccinazio­ni per i lavoratori scolastici. «Richiesta non accoglibil­e, ci è stato detto — osserva ancora la dirigente Cgil — perché prima vanno finite le somministr­azioni alle persone anziane. La fascia 65-69 anni dovrebbe essere completata la prossima settimana. Poi si passerà ai caregiver e, quindi, alla 60-64 nella quale rientra parte del personale scolastico».

Finite queste classi d’età si dovrà ricomincia­re a ragionare per priorità di categoria, come sottolinea Pietro Di Fiore. «La campagna vaccinale è partita troppo lentamente — ragiona il segretario trentino Uil Scuola — a causa della scarsa adesione degli interessat­i, ed è stata poi rallentata dalle informazio­ni allarmisti­che su AstraZenec­a per essere quindi inopinatam­ente interrotta. Risultato: la quota di vaccinati nella scuola in Trentino è ancora troppo bassa».

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Scuola Lunedì torneranno in presenza gli studenti delle prime superiori

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