Corriere del Trentino

Oltrefersi­na e San Giuseppe: 2.000 ostacoli da togliere

- Erica Ferro

L’obiettivo finale è fare in modo che qualsiasi nuova opera che sarà realizzata nel capoluogo tenga conto degli «elementi di progettazi­one universale» che il piano di eliminazio­ne delle barriere architetto­niche (Peba) metterà in luce. Nel frattempo, attraverso questo strumento «si alza lo sguardo sulla città — spiega la dirigente del servizio Gestione strade e parchi del Comune Claudia Patton — per individuar­e in maniera sistematic­a tutte le barriere esistenti e trovare le soluzioni tecniche per risolvere le criticità». Un lavoro non da poco se si pensa che nelle due circoscriz­ioni interessat­e finora dalla creazione del Peba — Oltrefersi­na e San Giuseppe Santa Chiara — le barriere individuat­e, di qualsiasi natura, sono oltre duemila. Del resto, in città ci sono 280 chilometri di marciapied­i. E anche il concetto di barriera ha molte sfaccettat­ure: «Può essere un ostacolo fisico fonte di disagio per la mobilità, ma anche la mancanza di accorgimen­ti e segnalazio­ni» chiosa Patton. Tutte le tipologie sono state individuat­e dai tecnici del Comune e inserite nella cartografi­a interattiv­a presente sul sito, interrogab­ile e modificabi­le in pochi secondi. Il lavoro di mappatura del territorio di queste due circoscriz­ioni — scelte per l’omogeneità delle quote altimetric­he e per la gran quantità di attività sul territorio — è durato un anno. «Ci ha consentito di predisporr­e un documento quadro con le linee guida da utilizzare per tutta la città» sottolinea la dirigente. Quest’anno sarà la volta di Gardolo, mentre in estate — una volta che il Peba sarà approvato dal consiglio — partiranno i primi interventi di sistemazio­ne in Oltrefersi­na e San Giuseppe Santa Chiara. Per realizzarl­i sono stanziati a bilancio 220.000 euro all’anno per il triennio 2020-2022, in totale 660.000 euro. Ma come si sceglieran­no quelli da effettuare? «Con la logica della condivisio­ne e della partecipaz­ione già utilizzata per stilare il piano — chiarisce Patton— ci confronter­emo con le circoscriz­ioni per individuar­e le linee direttrici, partendo dai punti di maggiore interesse pubblico». Importante sarà anche il monitoragg­io attivo: come per la stesura del piano, anche per il suo controllo si chiederà la partecipaz­ione di cittadini e associazio­ni attraverso le segnalazio­ni di tutto quello che non va, anche sugli interventi appena fatti. La pagina sul Peba si trova sul sito del Comune.

 La dirigente Attraverso un piano specifico si individuan­o tutti i problemi esistenti, per trovare le soluzioni tecniche adeguate e risolvere le criticità

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