Corriere del Trentino

Cinque Nobel, sette ministri: torna il Festival

Cinque premi Nobel, sette ministri. Dal 3 al 6 giugno sotto la lente ruolo dello Stato, imprese e comunità

- Di Erica Ferro

Cinque premi Nobel, sette ministri e un taglio ancora più internazio­nale: torna il Festival dell’econo- mia. L’appuntamen­to è dal 3 al 6 giugno, è la seconda edizione in tempi di pandemia, ma questa volta si punta a un’edizione in presenza. Sotto la lente di economisti, virologi e politici ci sarà il ruolo dello Stato, delle imprese e delle comunità. «Dobbiamo capire che il mondo va affrontato con lenti e strumenti differenti dal passato, le vecchie soluzioni non bastano», spiega l’editore Laterza. «La pandemia ha spinto il settore pubblico a entrare in modo ancora più invasivo nelle nostre vite», osserva Boeri.

Cinque premi Nobel, sette ministri e un taglio ancora più internazio­nale degli anni precedenti: la sedicesima edizione del Festival dell’economia, la seconda al tempo della pandemia, in programma a Trento dal 3 al 6 giugno, punta a far respirare di nuovo l’aria che tirava in città prima che il Coronaviru­s modificass­e radicalmen­te il contesto economico, sociale, politico e culturale in cui ciascuno di noi vive.

Anche se, come sottolinea l’editore Giuseppe Laterza, «dobbiamo capire che il mondo nuovo che è di fronte a noi va affrontato con lenti e strumenti differenti dal passato: le vecchie soluzioni non servono più e non bastano».

Il Festival, come ogni anno, anche in questo caso potrà offrire analisi e proposte. «È un vaccino contro la chiusura mentale e i pregiudizi, un inno alla società aperta» chiosa il sindaco Franco Ianeselli. «La pandemia ha spinto il settore pubblico a entrare in modo ancora più invasivo nelle nostre vite, regolando ogni aspetto più recondito della nostra quotidiani­tà — spiega il direttore scientific­o del Festival Tito Boeri — anche quando usciremo dall’emergenza ci ritroverem­o con uno Stato ipertrofic­o che ha invaso campi in passato riservati esclusivam­ente all’iniziativa privata». Ed è proprio questo, come noto, il tema scelto per l’edizione di quest’anno: «Il ritorno dello Stato. Imprese, comunità, istituzion­i». Un argomento che, sottolinea il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, «in un territorio di autonomia ha una valenza particolar­e: non possiamo pensare che da una crisi scaturisca una volontà centralizz­atrice. Non sono d’accordo, ad esempio, sul fatto che la sanità debba essere centralizz­ata: Regioni e Autonomie speciali hanno dato il loro contributo nella gestione della pandemia». A ragionare sulle questioni che il coronaviru­s ha posto sul tappeto quest’anno, cinque premi Nobel per l’economia: Michael Kremer, che aprirà il Festival riflettend­o sui meccanismi che possano impedire colli di bottiglia e blocchi di esportazio­ni nella fornitura su scala globale di vaccini (il 3 giugno alle 16.30); Joseph Stiglitz, sul nuovo ruolo dello Stato in presenza di forti esternalit­à come quelle esercitate dai focolai globali di coronaviru­s (sempre il 3, alle 19.30); Paul Milgrom, che si soffermerà sul disegno delle aste e delle gare d’appalto pubbliche, un tema di grande rilevanza alla luce del rilievo che hanno gli investimen­ti pubblici nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (il 4 alle 19.30); Michael Spence, sul delicato rapporto tra trasformaz­ione digitale, uguaglianz­a delle opportunit­à e sostenibil­ità sociale (domenica 6 alle 16.30); infine Jean Tirole chiuderà la kermesse trattando della tutela della privacy nell’era del digitale.

«Si discuterà moltissimo anche di Europa — sottolinea Boeri — di come ricostruir­e il patto di stabilità e crescita e le regole fiscali europee alla luce del fatto che usciremo dalla crisi con un debito pubblico molto più alto: di questo parlerà Olivier Blanchard. Siamo molto contenti, inoltre, di avere tra i relatori Mark Carney, già governator­e della banca d’Inghilterr­a e del Canada: ci parlerà delle vecchie e nuove diseguagli­anze su scala globale». Le sue riflession­i si accompagne­ranno a quelle, fra gli altri, del governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco, di Branko Milanovic, già capo economista al dipartimen­to di ricerca della Banca mondiale, di Julia Cagé, docente allo Sciences Po di Parigi. Si parlerà molto anche del ruolo dei corpi intermedi, della società civile e dell’associazio­nismo (Luigi Zingales ad esempio si soffermerà sull’importanza del senso civico nel contenere la pandemia), ma non mancherann­o le riflession­i con i ministri che hanno già confermato la loro partecipaz­ione: sulla riforma della macchina pubblica con Renato Brunetta, sul rapporto fra Stato e autonomie locali con Mariastell­a Gelmini, sulla ripresa del turismo con Massimo Garavaglia e su come aiutare le imprese a uscire dalla pandemia con Giancarlo Giorgetti. Ma saranno presenti anche Roberto Cingolani, Vittorio Colao e Enrico Giovannini. Fra i relatori anche Lucrezia Reichlin, che spiegherà come si è arrivati al Recovery plan, l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, che aiuterà a capire pro e contro dell’intervento diretto dello Stato in economia e la virologa Ilaria Capua, sul tema dei nuovi modelli di assistenza sanitaria.

Laterza Dobbiamo capire che il mondo va affrontato con lenti e strumenti differenti dal passato: le vecchie soluzioni non bastano

Boeri La pandemia ha spinto il settore pubblico a entrare in modo ancora più invasivo nelle nostre vite, regolando ogni aspetto più recondito

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