Autobrennero, in arrivo un’altra proroga
Euregio, lo studio: «Autoimpiego scelto anche per conciliare i tempi di cura»
In arrivo un’ulteriore proroga fino al 31 luglio per la concessione di A22. «Se mancherà coesione tra le Province di Trento e Bolzano si andrà a gara», avverte la senatrice trentina Donatella Conzatti.
I servizi legati al turismo e all’assistenza rappresentano ancora la cornice dell’imprenditoria femminile, ma il dato va letto «alla luce della terziarizzazione complessiva dell’economia dei sistemi avanzati». E nei settori considerati tradizionalmente a prevalenza maschile, in primis quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), nell’area Euregio si registra una «tendenza emergente delle imprese femminili». Inoltre, sia in Trentino che in Alto Adige, così come in Tirolo, «la maggior parte delle attività sono nate nei periodi di crisi strutturale a livello globale. Il che dimostra una buona capacità di reazione delle donne».
Aziende in crescita
Questi sono soltanto tre degli aspetti principali messi in luce dall’indagine dell’Università di Trento sull’«Imprenditoria femminile nell’Euregio», condotta dalla docente di Economia e gestione delle imprese Mariangela Franch in collaborazione con i comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile delle Camere di commercio di Trento e Bolzaquantitativi no e con la Camera dell’economia del Tirolo.
I risultati dello studio sono stati illustrati ieri mattina in videoconferenza. Nei tre territori dell’Euregio le imprese con larga partecipazione femminile o guidate da donne sono un quinto delle aziende totali. Entrando nel dettaglio, in provincia di Bolzano sono 10.609 e a Trento sono 9.215. Un trend in crescita di mezzo punto percentuale in Trentino e di quasi un punto in Alto Adige nel 2020.
Verrebbe da dire nonostante il Covid, ma in realtà dalla ricerca — basata sia su dati (cioè fattori statistici) che su dati qualitativi (cioè interviste) — emerge che negli ultimi trent’anni la maggior parte delle donne hanno deciso di avviare un’attività proprio «nei periodi di crisi strutturale a livello globale», ossia nei decenni 19952005 e 2010-2019. «La capacità di reazione delle imprese femminili si è rilevata la carta vincente per far fronte alla crisi pandemica, dimostrando una solida capacità di resilienza», ha commentato il presidente della Camera di commercio di Trento Giovanni Bort, sottolineando quanto detto dalla professoressa Franch.
Terziario privilegiato
La stragrande maggioranza delle aziende sono microimprese, cioè formate da 1 a 9 dipendenti: circa il 90% in Alto Adige e Tirolo e quasi l’80% in Trentino. Per quanto riguarda i settori, in Alto Adige si registra una maggiore concentrazione di imprenditrici nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (2.877 imprese, ossia il 27,12%). Mentre in Trentino si contano più imprese femminili nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (2.395 aziende, cioè il 26%). Negli ultimi anni, inoltre, si inizia ad attestare la presenza di imprese femminili nel settore Ict, «seppure ancora poco consistente ma indicativa di una tendenza emergente», ha spiegato Franch. Rimane scarsa invece la percentuale nelle attività finanziarie e assicurative.
Una delle caratteristiche comuni alle imprese femminili dell’Euregio è la leadership orizzontale. «Nelle interviste è emerso che l’organizzazione delle imprese è prevalentemente piatta, cioè non gerarchica», ha considerato la coordinatrice dello studio. Il che significa maggiore coinvolgimento dei dipendenti nei processi decisionali. Risulta, inoltre, che le donne scelgono di avviare un’attività per conciliare i tempi di cura e di impiego, oltre che «come modalità di affermazione all’interno del mercato del lavoro». Gli stessi ricercatori, infine, hanno proposto di incentivare l’attività di formazione sulle competenze finanziarie per la gestione dell’impresa e sull’utilizzo del digitale.