Corriere del Trentino

Caso Forti, riparte il dialogo tra Usa e Italia

Rientro in patria, Fraccaro ha incontrato i familiari. Il deputato M5s cauto sulle date

- Andrea Prandini

È ripartito il dialogo fra le autorità statuniten­si e quelle italiane per il trasferime­nto di Chico Forti, dopo il rallentame­nto nei mesi scorsi dovuto al rinnovamen­to dei vertici del Dipartimen­to federale di giustizia. È quanto ha riferito alla famiglia nei giorni scorsi l’ex sottosegre­tario e deputato pentastell­ato Riccardo Fraccaro, sottosegre­tario che insieme al ministro degli Esteri Luigi di Maio ha seguito da vicino l’evolversi della vicenda negli ultimi due anni. Il ministero della Giustizia italiano, retto da Marta Cartabia, sarebbe in attesa nelle prossime settimane degli ultimi documenti per chiudere il carteggio per il trasferime­nto di Chico Forti in una struttura penitenzia­ria del nostro Paese, quale di preciso è ancora da definire.

Prima di tutto è infatti necessario che l’Italia riconosca la sentenza di condanna statuniten­se per poter diventare il luogo di esecuzione della pena, che rimarrebbe quella inflitta negli Stati Uniti e cioè l’ergastolo. «Purtroppo il cambio ai vertici del Dipartimen­to americano e il rallentame­nto generale degli uffici di entrambi i Paesi dovuto alla pandemia ha allungato i tempi, siamo felici di sapere che il caso va avanti e che dall’Italia si è continuato a prestare attenzione. Vogliamo essere ottimisti, anche dopo tanti rinvii» ha detto lo zio Gianni Forti. Riccardo Fraccaro invece non si vuole sbilanciar­e: «Impossibil­e dare delle date precise, preferisco non creare aspettativ­e. Posso dire solo di essere molto fiducioso sull’evolversi della vicenda e che Chico è sempre in cima ai nostri pensieri.

L’incontro dei giorni scorsi era prima di tutto per esprimere vicinanza alla sua famiglia».

Ancora a fine marzo Di Maio aveva annunciato lo spostament­o di Chico Forti dal carcere dove aveva trascorso gli ultimi vent’anni ad un’altra struttura per «detenuti in attesa di trasferime­nto», consideran­dolo un segnale incoraggia­nte per la conclusion­e della vicenda. La svolta nel caso Forti era arrivata alla fine dello scorso dicembre, quando era stata annunciata la firma del governator­e della Florida Ron DeSantis per consentire il trasferime­nto in Italia ai sensi della Convenzion­e di Strasburgo del 1983, la quale regola il diritto di un condannato di scontare una pena detentiva attribuita­gli all’esterno nel proprio Paese d’origine, fatto salvo il consenso di entrambi gli Stati coinvolti. Tra gli altri, la Convenzion­e considera proprio la mancanza di contatti con i familiari tra i motivi per cui considerar­e il trasferime­nto.

Chico Forti è stato condannato all’ergastolo nel 2000 da un tribunale della Florida, in quanto ritenuto colpevole per l’omicidio di Dale Pike, ritrovato morto due anni prima su una spiaggia di Miami e figlio di Anthony Pike, storico patron del Pike Hotel di Ibiza di cui Forti stava trattando l’acquisto.

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In carcere Chico Forti

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