«Itas, è ora di riformare la mutua»
Gios: «Si convochi un’assemblea straordinaria: ripensare la governance»
«L’occasione dei duecento anni della mutua è un’occasione per riflettere sull’impianto complessivo di Itas prima che sia imposto da venti esterni». Concluso il percorso «elettorale» il professore di Economia agraria Geremia Gios — delegato di Rovereto ed ex membro del cda di Itas negli anni di Edo Benedetti — lancia una proposta: convocare un’assemblea straordinaria dei delegati per riformare la più antica mutua assicuratrice italiana al fine di aumentare il controllo dei soci sulla gestione della compagnia, facilitare il reperimento di capitali e consolidare il radicamento territoriale. «Sia chiaro — precisa Gios —, non perché gli attuali amministratori non siano competenti, ma perché i tempi richiedono un ripensamento della mutua».
Proprio questa mattina il consiglio di amministrazione di Itas Mutua, rinnovato venerdì scorso in occasione dell’assemblea generale dei delegati, nominerà Giuseppe Consoli come nuovo presidente al posto di Fabrizio Lorenz, che aveva raggiunto i tre mandati in cda. La lista di Consoli, ricordiamo, ha ricevuto il consenso dalla quasi totalità dei delegati.
L’ex vicepresidente vicario, nonché presidente di Itas Vita, era stato l’unico a presentare una squadra per il prossimo triennio. Il primo punto del suo programma considera la mutua un «modello irrinunciabile», ossia l’unica «forma societaria che meglio di ogni altra coniuga due obiettivi che negli ultimi anni sono stati sempre meno coincidenti in economia: la creazione di ricchezza e il benessere collettivo».
L’importanza del modello «mutua» non è messa in discussione da Geremia Gios, ma secondo il professore dell’Università di Trento è arrivata l’ora di «riflettere sull’impianto complessivo di Itas». «Dal punto dell’economia territoriale e da un punto di vista sociale, la mutua ricopre un ruolo importante, ma oggi presenta due punti deboli — osserva il neodelegato Itas di Rovereto —. Da un lato l’impossibilità per i soci di seguire l’andamento della compagnia e, dall’altro, la difficoltà di reperire capitali nei periodo di crisi».
Il 2020, che può essere inserito benissimo tra gli anni più bui del secondo dopoguerra, è costato a Itas una riduzione degli utili di 10 milioni di euro, che si sono fermati a 26,4 milioni. Allo stesso tempo, però, la compagnia assicurativa ha chiuso con un patrimonio netto di 503,2 milioni di euro, in aumento di 111,9 milioni rispetto al 2019. Nel corso del 2020 è cresciuto anche il coefficiente di solvibilità (solvency ratio) a livello consolidato, raggiungendo 184 punti percentuali (+47 punti).
Ma oggi «siamo in un mondo che richiede quantità crescenti di capitali, da reperire anche velocemente — riflette Gios —. Per loro natura le mutue e le cooperative non possono aumentare il loro capitale, se non mettendo in riserva gli utili. Ma se si prevede un aumento imprevisto di capitale, come è successo con Cattolica assicurazioni (a cui l’istituto di vigilanza aveva intimato un aumento di capitale di 500 milioni per i rischi di solvibilità, ndr) è necessario andare sul mercato e trasformarsi in una società per azioni».
Come prevenire questo rischio? «Due delle stradi possibili sono la riduzione del raggio di azione della mutua a favore delle società controllate oppure la trasformazione della mutua in una fondazione di partecipazione, che controlla tutte le società collegate», propone Gios, il quale specifica: «Io non ho la verità in tasca, è necessario aprire un momento di confronto, una due giorni con tutti i delegati entro la fine dell'anno».
L’altro tema (connesso al modello di governance) riguarda più da vicino i soci, e la loro possibilità di controllare l’operato della compagnia assicurativa. «I soci devono esercitare un effettivo controllo sulla gestione della mutua — sostiene il professore —. In una società per azioni, se non si vedono i dividendi, gli azionisti cambiano subito management. Attualmente, invece, in Itas la partecipazione dei soci è molto labile e se non c’è un controllo effettivo sulla società si corre il rischio che possano verificarsi episodi spiacevoli come anni fa». Per questo motivo, «e non per fare polemica, è giunta l’ora di ripensare la nostra mutua».
La nomina ufficiale Questa mattina il cda di Itas nominerà Giuseppe Consoli come presidente di Itas Mutua
La proposta Secondo Gios si dovrebbe puntare a una fondazione di partecipazione