Green pass, il turismo ora si muove
Vacanze Failoni: «No al modello altoatesino, serve una linea comune». Viaggi con app e tessera sanitaria. Vaccini per gli operatori dels ettore Via libera di Draghi da metà maggio. Prime prenotazioni: italiani reattivi, stranieri fermi. Gettonati luglio e
Il Trentino si prepara ad accogliere i turisti, ma sono ancora tanti i dubbi. «Attendiamo ancora indicazioni operative da Roma», com- menta Ruscitti (dirigente del Dipartimento salute). Il green pass entrerà in funzione da metà maggio. Si potrà viaggiare con app e tessera sanitaria. Si pensa a vaccini per gli operatori del settore. L’assessore Failoni boccia il modello altoatesino: «Serve una linea comune». Intanto prime prenotazioni degli italiani.
Il Trentino si prepara ad accogliere i turisti stranieri tra più di un interrogativo. Il premier Mario Draghi ha infatti annunciato la nascita di un green pass nazionale, che consentirà ai turisti di entrare in Italia mostrando di averne i requisiti (vaccinazione, infezione contratta o tampone negativo effettuato nelle 48 ore). Ma a chi spetterà controllare? «Ci auguriamo di non fare i poliziotti» afferma il presidente degli albergatori Gianni Battaiola. E l’assessore al turismo Roberto Failoni ricorda la sua contrarietà al modello altoatesino: «È una follia immaginare che gli operatori debbano svolgere un compito simile, attendiamo indicazioni da Roma e puntiamo ora sulla vaccinazione dei lavoratori del comparto».
Il pass nazionale
Di certo, per ora, c’è l’annuncio del premier, che apre le porte ai turisti europei da metà maggio. Il pass cui sta lavorando il governo è uno strumento digitale: «A livello nazionale — spiega il dirigente del dipartimento salute Giancarlo Ruscitti, che ieri ha partecipato alla task force del mondo turistico — i dati di avvenuta vaccinazione, o tampone negativo o malattia contratta da non più di 6 mesi vengono caricati sulla tessera sanitaria. Che poi potrebbe essere letta dai pos dei ristoranti piuttosto che delle piscine». Insomma di tutti quei luoghi che oggi sono ancora off limits e che si spera possano tornare a vivere. I requisiti richiesti sono gli stessi domandanti oggi da chi si sposta da e in Regioni di colorazioni diverse per motivi turistici. Con la migrazione dei dati su tessera però c’è di mezzo un tema non da poco, ossia quello della privacy: «Il garante è stato interpellato, bisogna fare in modo che sia leggibile solo quell’informazione e non altre». Per chi viene dall’estero però bisogna inventare qualcos’altro in attesa del green pass europeo che arriverà a metà giugno: «Attendiamo anche noi indicazioni da Roma, per ora si inizierà con il certificato cartaceo come si è fatto per gli autotrasportatori al Brennero». Poi potrebbe arrivare una app o qualcosa di simile, ma sono ipotesi. Una strada che anche Failoni conferma: «Per ora non c’è nulla di concreto, attendiamo il ministero. Di certo non ci piace il modello altoatesino». Anche Battaiola auspica di «non dover diventare un poliziotto. Il nostro compito è l’accoglienza, dopodiché se dovremo farlo cercheremo di capire ma speriamo spetti agli organi di controllo questo compito».
Il rientro a casa
Il presidente degli albergatori ha sollevato poi altri temi nel corso della cabina di regia: «Quando gli ospiti dovranno rientrare che succederà per i non vaccinati? Pensiamo a una domenica d’estate, con centinaia e migliaia di turisti. Si accalcheranno nelle farmacie per fare i tamponi? E chi li pagherà?Certo, arriveranno i test salivari che dovrebbero rendere tutto più facile ma sarà comunque una questione di non poco conto». C’è in atto un ragionamento con la Provincia per trovare delle convezioni e fare in modo che non sia l’ospite a doversi accollare la spesa. «Innanzitutto — spiega Ruscitti — dobbiamo capire cosa decideranno i vari Stati con le relative legislazioni». Non è detto dunque che tutti richiedano un green pass di rientro. «E poi — gli fa eco l’assessore Failoni — noi vogliamo puntare molto sulle vaccinazioni, che in estate dovrebbero essere in uno stadio di avanzamento ulteriore».
I vaccini
Ma il comparto turistico confida anche in una tutela propria: «L’idea è di vaccinare gli operatori del settore per poter garantire sicurezza, ma anche qui dobbiamo avere — conclude Failoni — il via libera del governo». Un’operazione fortemente caldeggiata anche da Battaiola. Del resto se in inverno gli insegnanti erano diventati (prima che il caso AstraZeneca sconvolgesse tutti i piani) la categoria da immunizzare prioritariamente, insieme agli anziani, adesso la priorità, con l’estate alle porte diventano i lavoratori
del turismo. Un settore su cui però incombe un’altra incognita: «I nostri collaboratori — spiega Battaiola — sono scomparsi. Noi abbiamo ovviamente tenuto i contatti ma con una stagione a metà come la scorsa estate e una inesistente come l’inverno appena trascorso, molti hanno cercato altro. Chi ha un mutuo o un affitto da pagare e con i pochi ristori visti non si può permettere di non lavorare. Molti si sono buttati nell’edilizia e nell’artigianato, che in questo periodo sta tirando molto. Speriamo di poterli recuperare e speriamo — aggiunge — che vengano aperti i flussi dall’Est europa, su cui ancora non c’è chiarezza».
Il report
E che i vaccini funzionino lo dimostra anche il report: ieri non si è registrato alcun decesso. Dei 2.300 tamponi effettuati i positivi sono 63, calano ancora le classi in quarantena (65) e i ricoveri (84) di cui 19 in rianimazione.