Bolzano vuole adattare il Corona Pass Aperture, Biancofiore con la giunta
È verde il colore con cui l’Alto Adige spera si possano colorare in fretta sia l’Italia, che il resto d’Europa. La macchina del turismo è pronta e l’assessore provinciale di Bolzano Arnold Schuler assicura che non c’è alcun problema ad adeguare il Corona pass «di casa» a quello nazionale ed europeo, purché si faccia in fretta. Plaude alla green card anche l’associazione albergatori (Hgv), che chiede a Roma che da metà maggio tolga la quarantena all’arrivo in Italia. L’assessore provinciale al turismo Arnold Schuler comprende bene che l’Alto Adige da 32 milioni di presenze, oltre che dimezzate in questo anno e passa di pandemia, ha «fame» di turisti e che, quindi, bisogna fare in fretta. «Noi siamo stati i primi con il Corona pass — spiega — ma se adesso (metà maggio), come annunciato da Draghi, parte quello nazionale e poi (metà giugno) quello europeo, non possiamo che essere contenti e adeguarci alle regole generali. D’altronde se vogliamo che le persone viaggino e tornino da noi, non possiamo avere regole diverse e dobbiamo integrare il nostro Corona pass». A parte la riduzione da 72 ore a 48 ore della validità del test negativo e la sua produzione solo cartacea, le indiscrezioni sulla green card italiana indicano che non sarà diversa da quella altoatesina. La potranno avere, oltre ai testati, chi si è vaccinato e chi è guarito dal Covid-19. Misure che dovrebbero rimanere le stesse anche per il pass europeo, a parte l’annuncio che avrà un codice Qr, così da poterlo utilizzare sui cellulari. E per rendere più semplice il monitoraggio di chi viene in provincia di Bolzano, Schuler annuncia che martedì prossimo, o al massimo quello successivo, la giunta approverà la delibera per consentire la possibilità di fare i test ai turisti nelle strutture alberghiere. Delibera che dovrebbe anche contenere la possibilità che lo screening possa essere fatto negli hotel anche al personale che ci lavora. Intanto è polemica politica sui controlli per entrare all’interno di bar e ristoranti. La Südtiroler Freiheit accusa la Provincia di “comunicazione caotica”. «In un primo momento — si legge in una nota — il presidente Kompatscher ha detto che i controlli sul Corona pass non li devono fare i proprietari. Ora la giunta ha apparentemente cambiato idea e stabilito che li devono fare e possono persino essere puniti. Questo continuo avanti e indietro è solo poco professionale e un’imposizione per la popolazione».
Sul fronte dei rapporti con il governo, la giunta altoatesina in questo momento può contare su un’alleata il cui nome fino a qualche tempo fa era impronunciabile negli ambienti Svp: Michaela Biancofiore. É la deputata Svp Julia Unterberger a riconoscere i meriti della deputata di Forza Italia. «Sta facendo di tutto per convincere la ministra Gelmini a non impugnare la legge che consente ai ristoranti di fare servizio all’interno» dice Unterbeger.
«Mi sono sempre battuta per la mia terra. Il fatto che io difenda gli italiani non significa che sia antitedesca» chiosa Biancofiore, che ora sembra essere in pole position per la nomina in Commissione dei Sei.