Shields alla Final Four Trainotti ricorda quando era a Trento «Lavorava sodo»
L’ex bianconero in Eurolega con Milano
Dopo 29 anni l’Olimpia Milano è riuscita a tornare tra le magnifiche quattro. Al termine di una tiratissima serie conclusasi solo in gara 5 contro il Bayern Monaco, i meneghini si sono infatti qualificati per le Final Four di Eurolega che si disputeranno a Colonia tra il 28 e il 30 maggio. Se le Scarpette Rosse hanno avuto la meglio sulla squadra allenata da Andrea Trinchieri gran parte del merito va ascritto a Shavon Shields, indimenticato ex dell’Aquila Basket. Nella partita decisiva disputata al Forum di Assago martedì sera e terminata 9289 per l’Armani la guardia di nazionalità danese ha realizzato la bellezza di 34 punti con percentuali pazzesche: 4/6 da due, 5/6 da tre e 11/12 dalla lunetta. Di fatto la perfezione.
«Ingaggiammo Shavon a marzo del 2017 dopo che, proprio affrontando Milano, si infortunarono contemporaneamente Filippo Baldi Rossi e Devyn Marble — ricorda Salvatore Trainotti, general manager della Dolomiti Energia —. Era in forza al Francoforte che in quel momento non aveva particolari problemi di classifica, noi cercavamo un elemento con passaporto comunitario nell’ottica del passaggio al 3 più 4. La scelta davvero importante riguardò il fatto che nel contratto che definì il prestito aggiungemmo un’opzione per tenere eventualmente il ragazzo la stagione successiva». E come si presentò Shields? «Nella sua partita di esordio a Varese si ruppe il naso, rimase in campo sino alla fine e giocò regolarmente tutti gli impegni successivi, credo sia abbastanza indicativo — continua il massimo dirigente dei bianconeri —. Durante il campionato 2017-2018 fece vedere a tutti di che pasta era fatto trascinandoci alla finale scudetto purtroppo persa contro l’Olimpia. I complimenti però sono da estendere anche al Baskonia che credette praticamente subito nel ragazzo investendo e lanciandolo in orbita Eurolega. Indubbiamente i due anni che ha trascorso a Vitoria sono stati determinanti per la sua crescita».
Trainotti descrive infine il carattere del 26enne nato in Kansas: «Nessun grillo per la testa, completa dedizione al lavoro, grande personalità e sempre disponibile con i compagni. Ricordo perfettamente che odiava perdere anche nelle partitelle di allenamento, sarei falso se dicessi che immaginavo potesse raggiungere certi livelli ma che il potenziale fosse ottimo era evidente. Al di là della super prestazione offerta con il Bayern Monaco è da settembre che gioca su ottimi livelli, la continuità è un ulteriore fattore che lo rende ancora più determinante».
Shavon non ha grilli per la testa, la sua dedizione è completa Sarei falso se dicessi che quando lo presi immaginavo per lui questi traguardi, ma senza dubbio aveva del potenziale a cui ha aggiunto continuità