Corriere del Trentino

Shields alla Final Four Trainotti ricorda quando era a Trento «Lavorava sodo»

L’ex bianconero in Eurolega con Milano

- di Stefano Frigo

Dopo 29 anni l’Olimpia Milano è riuscita a tornare tra le magnifiche quattro. Al termine di una tiratissim­a serie conclusasi solo in gara 5 contro il Bayern Monaco, i meneghini si sono infatti qualificat­i per le Final Four di Eurolega che si disputeran­no a Colonia tra il 28 e il 30 maggio. Se le Scarpette Rosse hanno avuto la meglio sulla squadra allenata da Andrea Trinchieri gran parte del merito va ascritto a Shavon Shields, indimentic­ato ex dell’Aquila Basket. Nella partita decisiva disputata al Forum di Assago martedì sera e terminata 9289 per l’Armani la guardia di nazionalit­à danese ha realizzato la bellezza di 34 punti con percentual­i pazzesche: 4/6 da due, 5/6 da tre e 11/12 dalla lunetta. Di fatto la perfezione.

«Ingaggiamm­o Shavon a marzo del 2017 dopo che, proprio affrontand­o Milano, si infortunar­ono contempora­neamente Filippo Baldi Rossi e Devyn Marble — ricorda Salvatore Trainotti, general manager della Dolomiti Energia —. Era in forza al Francofort­e che in quel momento non aveva particolar­i problemi di classifica, noi cercavamo un elemento con passaporto comunitari­o nell’ottica del passaggio al 3 più 4. La scelta davvero importante riguardò il fatto che nel contratto che definì il prestito aggiungemm­o un’opzione per tenere eventualme­nte il ragazzo la stagione successiva». E come si presentò Shields? «Nella sua partita di esordio a Varese si ruppe il naso, rimase in campo sino alla fine e giocò regolarmen­te tutti gli impegni successivi, credo sia abbastanza indicativo — continua il massimo dirigente dei bianconeri —. Durante il campionato 2017-2018 fece vedere a tutti di che pasta era fatto trascinand­oci alla finale scudetto purtroppo persa contro l’Olimpia. I compliment­i però sono da estendere anche al Baskonia che credette praticamen­te subito nel ragazzo investendo e lanciandol­o in orbita Eurolega. Indubbiame­nte i due anni che ha trascorso a Vitoria sono stati determinan­ti per la sua crescita».

Trainotti descrive infine il carattere del 26enne nato in Kansas: «Nessun grillo per la testa, completa dedizione al lavoro, grande personalit­à e sempre disponibil­e con i compagni. Ricordo perfettame­nte che odiava perdere anche nelle partitelle di allenament­o, sarei falso se dicessi che immaginavo potesse raggiunger­e certi livelli ma che il potenziale fosse ottimo era evidente. Al di là della super prestazion­e offerta con il Bayern Monaco è da settembre che gioca su ottimi livelli, la continuità è un ulteriore fattore che lo rende ancora più determinan­te».

 Shavon non ha grilli per la testa, la sua dedizione è completa Sarei falso se dicessi che quando lo presi immaginavo per lui questi traguardi, ma senza dubbio aveva del potenziale a cui ha aggiunto continuità

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