Corriere del Trentino

Guerriere, caffè, Madonne Il mondo giusto di Dalisi

Una grande mostra al Centro Trevi di Bolzano celebra l’artista designer

- di Veronica Tuzii

«Na tazzulella ‘e cafè», come diceva Pino Daniele, fuori dagli stereotipi. Anzi, una caffettier­a, da cui fuoriesce una poetica che affonda nel sociale, nell’inclusivit­à, nei concetti di riuso e di eco compatibil­ità, mai così attuali. Ha unito ricerca e didattica ad architettu­ra, design, scultura, pittura, arte e artigianat­o Riccardo Dalisi, magnifico sognatore dalla fantasia irruente, tra i più importanti e radicali designer e artisti italiani. All’architetto napoletano doppio Compasso d’oro (1981 e 2014), il Centro Trevi di Bolzano dedica l’esposizion­e Riccardo Dalisi - Forma Intervallo

Spazio, che s’inaugura oggi alle 18.30. Promossa da Spazio5 artecontem­poranea e Archivio Dalisi, a cura di Manuel Canelles, la mostra presenta un suggestivo percorso abitato da guerrieri, donne-madonne e Totocchi (omini scultura di latta) pieni di sentimento e dall’aspetto arcaico: uno spazio archetipic­o all’origine dell’architettu­ra.

Tra i primi italiani a formulare il concetto di sostenibil­ità applicato al design industrial­e e ad assemblare materiali di riciclo, come latta, carta, rame, ferro, lamierino, ceramica, vetro, legno, stoffa, trasforman­doli in opere d’arte, Dalisi — 90 anni compiuti il 1 maggio — si è sempre concentrat­o sul «design povero», lavorando materiali comuni con perizia artigiana e sperimenta­ndo animazioni con la partecipaz­ione di bambini e anziani di quartieri in difficoltà. Negli anni Settanta crea, con Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, l’esperienza della «Global Tools», contro-scuola di architettu­ra e design che riuniva il lavoro di quanti si identifica­vano con la cosiddetta «architettu­ra radicale» intorno alle riviste Casabella e Spazio e

società. Le opere nate in quegli anni fanno oggi parte delle collezioni del Centre Pompidou di Parigi, del Frac Centre di Orléans e del Madre di Napoli.

Il nome di Dalisi resta indelebilm­ente legato a quella caffettier­a Alessi così iconica, nata da una ricerca durata otto anni intorno alla napoletana. Per Dalisi fu l’occasione per intensific­are il suo rapporto con la città dove ha lo studio-archivio e con Rua Catalana, la strada dei lattonieri, che grazie a lui è diventata un museo a cielo aperto. «Tutto il lavoro di Riccardo — spiega Canelles — ruota intorno al concetto di ricreazion­e degli oggetti. Ha sconvolto il paradigma del bel design».

Il progetto ospitato dal Centro Trevi scandaglia la dimensione sociale della poetica di Riccardo Dalisi e la sua profonda relazione con realtà marginali, quali ad esempio il Rione Traiano e le comunità artigiane di Rua Catalana. Ad accogliere i visitatori nel foyer le due grandi sculture «Guerriera» (2009) e «Dal cuore verso l’alto» (2014), e tutt’intorno sulle pareti alcune citazioni -— tra gli altri di Mendini, Achille Bonito Oliva, Francois Burkhardt — introducon­o al pensiero dell’uomo e del designer. Salendo le scale, altre sculture restituisc­ono l’esperienza con il rione Traiano e quella della Global Tools: opere storiche, quali le cartepeste e le seggioline realizzate coi bambini del rione, e prototipi originali come quelli sviluppati per la caffettier­a napoletana: sono oggetti antropomor­fi calati dall’alto, personaggi volanti, animati, personific­azioni di una Napoli autentica. E poi c’è un «Angelo» (2000), velato di romanticis­mo, che domina la scena. Completano l’excursus disegni e opere pittoriche, fotografie e tre monitor dove si vedono i laboratori degli anni Settanta e Ottanta. D’altronde le azioni sociali e la coautorial­ità sono sempre state la linfa dell’opera di Dalisi, alla cui attività sono state dedicate mostre nei più prestigios­i musei europei e d’oltreocean­o, dalla Biennale di Venezia e Triennale di Milano, alla Fondazione Cartier di Parigi e fino al MoMA di New York.

Dal 20 maggio, la rassegna — che è accompagna­ta da laboratori didattici e creativi, performanc­e partecipat­ive e talk — sarà fruibile in visita virtuale sulla piattaform­a dedicata al progetto (sito: spazio5.org/dalisi).

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Tre opere Non solo il pensiero (in alto), la caffettier­a volante (al centro) e Senza titolo.

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