«Green pass, ora servono più certezze»
Gli albergatori riaprono tra ottimismo e incertezze Lavoro già al 50% in città, ora si parte sul Garda
Per Giorgio Sembenotti, titolare dell’Hotel Everest a Trento, la stagione è già partita da un mese: «C’è un po’ di movimento, anche se sottotono, il 50% del normale». E sul green pass dice: «Non è bilaterale, servono più certezze».
Giorgio Sembenotti è titolare dell’Hotel Everest nel rione Cristo Re a Trento e in passato è stato presidente di Gestor, cooperativa di acquisti trentina per alberghi e ristoranti.
Sembenotti, la stagione sembra partire davvero.
« Per noi in realtà è già partita da un mesetto e questo è già un’anomalia per l’Everest, dato in condizioni normali riusciamo a lavorare per tutti i mesi dell’anno, tra viaggi di lavoro e scolaresche. Comincia già ad esserci un po’ di movimento, anche se sottotono rispetto al solito. Direi che viaggiamo sul 50% del normale».
Chi ha soggiornato nell’ultimo mese da voi?
«Per lo più si è trattato di gente che si trovava a Trento per lavoro, ma qualche giorno fa abbiamo avuto un piccolo gruppo di tre ciclisti, i primi dell’anno. Ci ha fatto molto piacere accoglierli, a Trento il turismo da bicicletta ha una grande importanza, dato che ci troviamo al centro dell’importante ciclabile dell’Adige, si fanno un paio di giorni in città e poi si prosegue verso Verona, il Garda o Bolzano».
Pensa ne arriveranno altri? Quali prospettive vede per la stagione?
«In tutta onestà io le vedo buone. Anche se prenotazioni e turisti latitano ancora, percepisco una grandissima voglia di muoversi, di ricominciare a vivere. Per usare un’immagine sportiva, siamo tutti ai blocchi di partenza in attesa di scattare verso l’estate, sia operatori sia clienti. Sono convinto ripartirà tutto alla grande appena se ne avrà la possibilità e ci saranno certezze».
Che certezze servirebbero?
«Di poter offrire un servizio completo, non idee a metà come riaprire bar e ristoranti solo col servizio esterno. A parte che non si capisce perché in caso come il nostro, dove abbiamo un ristorante interno all’hotel, posso far accomodare all’interno gli ospiti dell’albergo ma devo costringere gli altri avventori a sedersi fuori. Al freddo oltretutto, visto questo maggio non generoso. Diventano confusi anche i clienti, come fai a dirgli di restare fuori mentre ti indicano la gente che mangia tranquilla all’interno? Gli fai leggere il decreto? Tanti ristoranti hanno sale ampie, rendiamolo un problema di distanza anziché di interno-esterno».
La necessità Vogliamo poter offrire un servizio completo, Tanti
ristoranti hanno sale ampie, rendiamolo un problema di distanza anziché di internoesterno
E per quanto riguarda il coprifuoco?
«Le 10 di sera è proprio un orario risicato. Passeggiare alla sera per Trento è un piacere, soprattutto negli ultimi anni dove diverse iniziative stanno rendendo un po’ più movimentata la notte cittadina. Si deve capire che il coprifuoco finisce per spopolare le vie già ore prima, non solo alle 22».
Del green pass per far girare liberamente l’Italia ai cittadini UE, previo vaccino o tampone, che ne pensa?
«Purtroppo noto una forte criticità: non è bilaterale, almeno da quanto ho letto finora. Inutile rassicurare sulla libertà durante la vacanza se comunque al ritorno nel tuo Paese ti mettono in quarantena, e lì si fa davvero chiusi in casa, no “fiduciaria”. Servirebbero secondo me accordi per cui non si è sottoposti a misure restrittive né all’andata né al ritorno, se non a livello europeo almeno con Austria e Germania, da cui viene il grosso del flusso straniero in Trentino».
Avete trovato problemi nel richiamare gli stagionali?
«Siamo fortunati, essere attivi tutto l’anno ci ha permesso di assumere in pianta stabile i nostri dipendenti, quindi adesso si tratta solo di richiamarli tutti e 40 dalla cassa integrazione man mano che aumenta il lavoro. Ma mi rendo perfettamente conto che in altre località, in famiglia gestiamo anche l’Hotel Everest di Arco, sarà un grosso problema.