Corriere del Trentino

Riscoprire «33 trentine», c’è anche Mara Cagol Scontro sulla brigatista

Pubblicazi­one per le scuole, De Bertoldi: meglio esempi positivi. Boato: la storia va conosciuta

- Chiara Marsilli

Storia, memoria ed esempio, ma anche conflitto. Sono i temi sollevati dalla recente pubblicazi­one «33 Trentine» voluto dalla Commission­e Pari Opportunit­à. Polemica sull’inseriment­o della brigatista Mara Cagol.

Storia, memoria ed esempio, ma anche conflitto. Sono questi i temi sollevati dalla recente pubblicazi­one «33 Trentine» voluto dalla Commission­e Pari Opportunit­à della Provincia di Trento.

Un libro destinato alle scuole medie che raccoglie 33 figure femminili trentine «da riscoprire», donne importanti nelle arti, nelle scienze e nella società, nate in Trentino o che hanno attraversa­to nei secoli la nostra provincia.

Tra queste compare anche Mara Cagol, moglie di Renato Curcio e con lui tra i fondatori delle Brigate Rosse: «Abbiamo scelto di riportare anche questa biografia – si legge nel volume – per sottolinea­re che la forza delle donne può anche essere distruttiv­a se non è ispirata a valori quali la convivenza pacifica e la non violenza». Una scelta che ora spinge la società trentina a interrogar­si sull’opportunit­à di inserire tra i volti «da riscoprire» anche quello della brigatista morta nel 1975 in un conflitto a fuoco con i carabinier­i. Voce della perplessit­à è il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi: «Se dovessi immaginare un volume per le scuole per raccontare le vicende di donne trentine sceglierei di inserire esempi costruttiv­i, perché credo che sia giusto dare soprattutt­o ai giovani delle immagini positive del nostro Trentino. Che Mara Cagol sia una figura femminile nota è indubbio, ma per motivi tristi e tragici». Tutto dipende, chiarisce il senatore, dalla modalità narrativa con la quale viene descritta la vita della brigatista: «Rifiutiamo ogni tipo di revisionis­mo storico e ogni tentativo di giustifica­re, in ogni modo, il terrorismo. Mara Cagol non sarà mai un esempio». A spiegare le motivazion­i della scelta interviene Barbara Poggio, referente scientific­a del volume e pro rettrice dell’Università di Trento: «Nessun endorsemen­t politico - chiarisce -. La figura di Cagol è stata inserita in quanto figura di rilievo dal punto di vista storico e accompagna­ta da una nota chiarifica­trice a firma della Commission­e Pari Opportunit­à, che ricorda come ogni tipo di obiettivo e ideale vada raggiunto “con le sole armi della determinaz­ione, della cultura e della legalità”». Insomma l’intento sarebbe quello di far riflettere i ragazzi e le ragazze portando alla loro attenzione anche figure contraddit­torie. «La storia è popolata da personaggi positivi e negativi - ricorda Poggio -. Vale la pena ricordare che anche le donne sono capaci di violenza e Mara Cagol è stata senza dubbio protagonis­ta di una delle pagine più divisive della storia locale e nazionale».

Difende l’operazione editoriale e didattica Marco Boato, già senatore e animatore del Sessantott­o trentino, riflettend­o sul fatto che, come molte altre figure che compaiono nel volume, anche Cagol sia del tutto sconosciut­a alle nuove generazion­i a cui il libro è rivolto. «Mi auguro che la decisione di inserire anche la sua biografia non susciti inutile scandalo, perché la conoscenza storica e l’informazio­ne devono prevalere sulle polemiche, qualunque sia il giudizio storico e politico che ciascuno può legittimam­ente esprimere. Sul piano storico, quindi, questo non deve essere un argomento tabù».

La pubblicazi­one della Commission­e Pari Opportunit­à non è la prima a dedicare spazio alla vicenda umana e storica della brigatista. È del 1980 il libro di Piero Agostini «Mara Cagol. Una donna nelle prime Brigate Rosse», e del 2010 lo spettacolo teatrale della drammaturg­a trentina Angela Demattè

 La referente scientific­a Poggio: nessun endorsemen­t politico, la figura è di rilievo dal punto di vista storico

“Avevo un bel pallone rosso». «Riflession­e storica e rappresent­azione teatrale hanno quindi anticipato il lavoro attuale - riassume Boato -. Un distacco storico di 46 anni dalla morte di Mara Cagol consente di consegnare questa vicenda personale, che ha avuto un esito tragico, a una conoscenza obiettiva e pacata».

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Lotta armata Mara Cagol (1954-1975) fu tra i fondatori delle Brigate Rosse

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