Senza horeca crollano le aziende agricole
Confagricoltura, l’assemblea: «Per molte imprese calo del fatturato dell’80%»
Per le aziende agricole abituate a commerciare i loro prodotti nel canale horeca, ossia hotel, ristoranti e catering, la pandemia ha presentato un conto salatissimo nel 2020. «Le imprese attive in questo comparto hanno subito un calo del fatturato fino all’80%», ha spiegato il presidente di Confagricoltura del Trentino Diego Coller. Discorso diverso per le aziende che hanno sviluppato nel tempo relazioni con la grande distribuzione organizzata, cioè con i supermercati. «Queste imprese hanno registrato una crescita a doppia cifra», ha aggiunto Coller.
Con questi dati, che raffigurano un quadro con «luci e ombre», come ha sottolineato il loro presidente, ieri pomeriggio i soci trentini di Confagricoltura si sono riuniti in occasione dell’assemblea annuale. L’organizzazione conta circa 2.200 aziende agricole associate, che rappresentano più del 25% della superficie viticola e frutticola della provincia di Trento e raggiungono complessivamente un fatturato stimato intorno ai 110 milioni di euro, per un totale di 1.500 occupati.
Innovazione e sostenibilità saranno le parole chiave nella
Coller La sostenibilità ambientale deve essere anche sostenibile economicamente
stagione della ripartenza. Due termini che, fuori da un contesto retorico, rischiano di diventare problematici se non vengono declinati nella maniera giusta. Un passaggio della relazione del presidente di Confagricoltura ha riguardato proprio il disegno di legge recentemente approvato dalla giunta provinciale che ridisciplina l’agricoltura biologica. «L’obiettivo di raggiungere il 25% della superficie coltivata con il metodo biologico è da noi condiviso — ha osservato Coller —. La difficoltà però viene riscontrata non tanto nel passaggio da parte dei produttori a queindiscutibile sto metodo ma piuttosto dalla scarsa crescita dei consumi dei prodotti certificati bio».
Insomma, sul lato consumi, non si sono registrati cambiamenti radicali. «Questo ha comportato che i prezzi al produttore si siano ridotti», ha aggiunto il presidente di Confagricoltura del Trentino, che poi è entrato nel merito del nuovo disegno di legge, mettendo in evidenza il taglio dei fondi destinati al biologico. «Sono stati istituiti i biodistretti e altri dispositivi agevolano la certificazione di piccole aziende come quelle presenti nella realtà trentina — ha spiegato —. Ma evidente e
Biologico Evidente è il calo delle risorse per l’abbattimento delle spese di certificazione
è il calo delle risorse per i contributi al comparto, in particolare il taglio è previsto per l’abbattimento delle spese di certificazione». Da qui la profonda convinzione che «la sostenibilità ambientale debba essere anche sostenibile economicamente per i produttori». La richiesta che arriva è quella di «dare priorità alla promozione dei consumi di prodotti facendo azioni di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori».
L’altro nodo riguarda appunto l’innovazione, quindi digitalizzazione e alta tecnologia. «La nostra provincia dispone di tre importanti enti di
ricerca tra i quali Fem, Fbk e l’Università di Trento, che messi a fattor comune possono contribuire a generare innovazione e sviluppo per le nostre imprese» ha spiegato. Tuttavia la riforma del consiglio di amministrazione della Fondazione Edmund Mach (che fa ricerca scientifica in campo agrario) rimane ancora incompiuta per il mondo agricolo. «Purtroppo, portata a termine la riforma — ha ricostruito Coller —, il mondo agricolo, che si era preso l’impegno di esprimere unitariamente la propria rappresentanza, non è riuscito ad avere una posizione condivisa per dei giochi di piccolo cabotaggio. Questo fa sì che oggi il mondo agricolo non è ancora rappresentato». Un tassello importante, tanto quanto i fondi europei.