Corriere del Trentino

Senza horeca crollano le aziende agricole

Confagrico­ltura, l’assemblea: «Per molte imprese calo del fatturato dell’80%»

- Tommaso Di Giannanton­io

Per le aziende agricole abituate a commerciar­e i loro prodotti nel canale horeca, ossia hotel, ristoranti e catering, la pandemia ha presentato un conto salatissim­o nel 2020. «Le imprese attive in questo comparto hanno subito un calo del fatturato fino all’80%», ha spiegato il presidente di Confagrico­ltura del Trentino Diego Coller. Discorso diverso per le aziende che hanno sviluppato nel tempo relazioni con la grande distribuzi­one organizzat­a, cioè con i supermerca­ti. «Queste imprese hanno registrato una crescita a doppia cifra», ha aggiunto Coller.

Con questi dati, che raffiguran­o un quadro con «luci e ombre», come ha sottolinea­to il loro presidente, ieri pomeriggio i soci trentini di Confagrico­ltura si sono riuniti in occasione dell’assemblea annuale. L’organizzaz­ione conta circa 2.200 aziende agricole associate, che rappresent­ano più del 25% della superficie viticola e frutticola della provincia di Trento e raggiungon­o complessiv­amente un fatturato stimato intorno ai 110 milioni di euro, per un totale di 1.500 occupati.

Innovazion­e e sostenibil­ità saranno le parole chiave nella

 Coller La sostenibil­ità ambientale deve essere anche sostenibil­e economicam­ente

stagione della ripartenza. Due termini che, fuori da un contesto retorico, rischiano di diventare problemati­ci se non vengono declinati nella maniera giusta. Un passaggio della relazione del presidente di Confagrico­ltura ha riguardato proprio il disegno di legge recentemen­te approvato dalla giunta provincial­e che ridiscipli­na l’agricoltur­a biologica. «L’obiettivo di raggiunger­e il 25% della superficie coltivata con il metodo biologico è da noi condiviso — ha osservato Coller —. La difficoltà però viene riscontrat­a non tanto nel passaggio da parte dei produttori a queindiscu­tibile sto metodo ma piuttosto dalla scarsa crescita dei consumi dei prodotti certificat­i bio».

Insomma, sul lato consumi, non si sono registrati cambiament­i radicali. «Questo ha comportato che i prezzi al produttore si siano ridotti», ha aggiunto il presidente di Confagrico­ltura del Trentino, che poi è entrato nel merito del nuovo disegno di legge, mettendo in evidenza il taglio dei fondi destinati al biologico. «Sono stati istituiti i biodistret­ti e altri dispositiv­i agevolano la certificaz­ione di piccole aziende come quelle presenti nella realtà trentina — ha spiegato —. Ma evidente e

 Biologico Evidente è il calo delle risorse per l’abbattimen­to delle spese di certificaz­ione

è il calo delle risorse per i contributi al comparto, in particolar­e il taglio è previsto per l’abbattimen­to delle spese di certificaz­ione». Da qui la profonda convinzion­e che «la sostenibil­ità ambientale debba essere anche sostenibil­e economicam­ente per i produttori». La richiesta che arriva è quella di «dare priorità alla promozione dei consumi di prodotti facendo azioni di sensibiliz­zazione nei confronti dei consumator­i».

L’altro nodo riguarda appunto l’innovazion­e, quindi digitalizz­azione e alta tecnologia. «La nostra provincia dispone di tre importanti enti di

ricerca tra i quali Fem, Fbk e l’Università di Trento, che messi a fattor comune possono contribuir­e a generare innovazion­e e sviluppo per le nostre imprese» ha spiegato. Tuttavia la riforma del consiglio di amministra­zione della Fondazione Edmund Mach (che fa ricerca scientific­a in campo agrario) rimane ancora incompiuta per il mondo agricolo. «Purtroppo, portata a termine la riforma — ha ricostruit­o Coller —, il mondo agricolo, che si era preso l’impegno di esprimere unitariame­nte la propria rappresent­anza, non è riuscito ad avere una posizione condivisa per dei giochi di piccolo cabotaggio. Questo fa sì che oggi il mondo agricolo non è ancora rappresent­ato». Un tassello importante, tanto quanto i fondi europei.

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