Corriere del Trentino

Scuole d’infanzia, sciopero vicino «Aperti a luglio? Solo uno spot»

- N. C.

Scuole dell’infanzia aperte anche a luglio, lo sciopero è sempre più vicino. Non ha ridotto le distanze tra sindacati e Provincia, l’incontro di mercoledì in piazza Dante, in cui Mirko Bisesti ha ribadito la volontà di andare avanti. «Crediamo in questa proposta — dice l’assessore all’Istruzione — e prolungare il calendario va in continuità con le finalità educative e pedagogich­e stabilite». Posizioni indigeste a tutte le sigle sindacali, sebbene la Uil abbia optato per un passo diverso rispetto a Cgil, Cisl, Satos scegliendo di procedere con assemblee autonome tra i propri iscritti. La contestazi­one generale alla Provincia è di voler usare le scuole dell’infanzia come «parcheggio» estivo per i bimbi, senza considerar­ne la funzione didattica. E la situazione non sarebbe di emergenza pari al 2020, quando i lavoratori accettaron­o di prestarsi. Ma ora non si può rinunciare a una programmaz­ione complessiv­a. «È necessario — spiega Stefania Galli, segretaria Cisl Scuola Trentino — un potenziame­nto dei servizi di conciliazi­one, con un progetto che sostenga i ragazzi fino a 14 anni, non solo i bimbi delle scuole d’infanzia». Le ragioni dei lavoratori non contrastan­o con quelle delle famiglie, per i sindacati. Per questo dall’11 al 13 maggio ci sarà un presidio permanente in piazza Dante, per confrontar­si con i cittadini e per dare un segnale alla politica, in coincidenz­a con la sessione di lavoro del consiglio regionale. «Il confronto con la Provincia — aggiunge Cinzia Mazzacca, segretaria Flc Cgil Trentino — deve tendere a un progetto coerente, educativo e di servizio, che offra risposte ai bambini». Ora le organizzaz­ioni attendono di essere convocati nuovamente dalla Provincia. Se non ci sarà un punto d’incontro, toccherà al Commissari­ato del Governo tentare l’ultima conciliazi­one prima della proclamazi­one dello sciopero. Nel frattempo permarrà lo stato di agitazione tra i lavoratori con l’applicazio­ne alla lettera dei contratti, il blocco degli straordina­ri, lo stop all’utilizzo di strumenti propri sul lavoro (come telefonino o pc), l’adesione rigida al limite delle 210 ore annue previste per la preparazio­ne delle attività didattiche extra aula. Ennio Montefusco, poi, segnala un nodo, fin qui inestricab­ile, nel metodo. «La Provincia — argomenta il leader del Satos — comunica quest’iniziativa senza avere preso alcuna decisione formale e, dunque, senza dati su cui incardinar­e una programmaz­ione. Stupisce, poi, che la giunta non voglia vedere lo sforzo messo in campo da insegnanti e personale della scuola per garantire un’attività in presenza sempre la più ampia possibile, con competenze, profession­alità, responsabi­lità».

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Mirko Bisesti è l’assessore provincial­e all’Istruzione con cui i sindacati stanno ingaggiand­o il braccio di ferro
Contestato Mirko Bisesti è l’assessore provincial­e all’Istruzione con cui i sindacati stanno ingaggiand­o il braccio di ferro

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