IMPARARE QUALCOSA DALLA UE
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) appena approvato dal governo è un documento storico. Si tratta della dimostrazione plastica e reale, con buona pace degli eurodetrattori, dell’importanza dell’Unione europea (Ue) e delle opportunità che essa può offrire. Ciò non vuol dire che l’Ue non possa e debba essere criticata. Tuttavia, nemmeno i più feroci critici si sono opposti all’utilizzo dei miliardi di euro stanziati per risollevare i Paesi europei dalla batosta subita a causa della pandemia. Anzi, forse ne avrebbero voluti di più! Sarebbe bello che se lo ricordassero anche in tempi «normali», che ci auguriamo tornino il prima possibile. Il Pnrr avrà ricadute importanti per i Paesi, ma anche per i loro territori. I finanziamenti europei serviranno a realizzare grandi infrastrutture, ma più in generale permetteranno di mettere l’Italia e le regioni in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile che orienteranno inevitabilmente le politiche dei prossimi anni. Il Pnrr, tuttavia, dimostra come sfide eccezionali richiedono risposte eccezionali, che si possono trovare solamente nella collaborazione tra Stati. Da questo punto di vista, il Pnrr ma, più in generale, lo sforzo politico fatto per dare un segno tangibile della solidarietà all’interno della Ue, dovrebbe riorientare in senso più europeo anche le politiche dei territori. La pandemia mostra chiaramente le interconnessioni tra territori, e se interconnessi sono i problemi da affrontare, con ogni evidenza lo sono anche le soluzioni da trovare.
Per il Trentino-Alto Adige/Südtirol tale discorso dovrebbe essere di facile comprensione. La nostra regione è internazionale ed europea per vocazione, essendo stata perfino fondata su un accordo internazionale siglato tra Paesi europei. La cooperazione tra le due province autonome, in alcuni momenti difficile e faticosa, ha prodotto uno dei territori con la qualità della vita più alta, dove hanno potuto svilupparsi eccellenze nel campo dell’imprenditoria e della cultura, solo per fare un esempio. Per molto tempo, anzi, si è auspicato che il sistema istituzionale adottato per la regione potesse costituire un modello per altri territori simili. Gli altri avrebbero potuto imparare qualcosa da noi.
Eppure, mai come ora le due Province autonome sembrano distanti. La gestione della pandemia, con due territori accomunati dalla stessa sfida che assai raramente si sono confrontati tra di loro, lo dimostra. Da noi, la sfida comune ha condotto le province ad adottare strategie differenziate, seppure in territori che, nel complesso, hanno una popolazione inferiore a quella della sola città di Milano. Ecco, in occasione della festa dell’Europa, forse anche il Trentino-Alto Adige/Südtirol potrebbe imparare qualcosa dalla Ue: che, nonostante le difficoltà, cooperare conviene.