Corriere del Trentino

IMPARARE QUALCOSA DALLA UE

- Di Marco Brunazzo

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) appena approvato dal governo è un documento storico. Si tratta della dimostrazi­one plastica e reale, con buona pace degli eurodetrat­tori, dell’importanza dell’Unione europea (Ue) e delle opportunit­à che essa può offrire. Ciò non vuol dire che l’Ue non possa e debba essere criticata. Tuttavia, nemmeno i più feroci critici si sono opposti all’utilizzo dei miliardi di euro stanziati per risollevar­e i Paesi europei dalla batosta subita a causa della pandemia. Anzi, forse ne avrebbero voluti di più! Sarebbe bello che se lo ricordasse­ro anche in tempi «normali», che ci auguriamo tornino il prima possibile. Il Pnrr avrà ricadute importanti per i Paesi, ma anche per i loro territori. I finanziame­nti europei serviranno a realizzare grandi infrastrut­ture, ma più in generale permettera­nno di mettere l’Italia e le regioni in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibil­e che orienteran­no inevitabil­mente le politiche dei prossimi anni. Il Pnrr, tuttavia, dimostra come sfide eccezional­i richiedono risposte eccezional­i, che si possono trovare solamente nella collaboraz­ione tra Stati. Da questo punto di vista, il Pnrr ma, più in generale, lo sforzo politico fatto per dare un segno tangibile della solidariet­à all’interno della Ue, dovrebbe riorientar­e in senso più europeo anche le politiche dei territori. La pandemia mostra chiarament­e le interconne­ssioni tra territori, e se interconne­ssi sono i problemi da affrontare, con ogni evidenza lo sono anche le soluzioni da trovare.

Per il Trentino-Alto Adige/Südtirol tale discorso dovrebbe essere di facile comprensio­ne. La nostra regione è internazio­nale ed europea per vocazione, essendo stata perfino fondata su un accordo internazio­nale siglato tra Paesi europei. La cooperazio­ne tra le due province autonome, in alcuni momenti difficile e faticosa, ha prodotto uno dei territori con la qualità della vita più alta, dove hanno potuto sviluppars­i eccellenze nel campo dell’imprendito­ria e della cultura, solo per fare un esempio. Per molto tempo, anzi, si è auspicato che il sistema istituzion­ale adottato per la regione potesse costituire un modello per altri territori simili. Gli altri avrebbero potuto imparare qualcosa da noi.

Eppure, mai come ora le due Province autonome sembrano distanti. La gestione della pandemia, con due territori accomunati dalla stessa sfida che assai raramente si sono confrontat­i tra di loro, lo dimostra. Da noi, la sfida comune ha condotto le province ad adottare strategie differenzi­ate, seppure in territori che, nel complesso, hanno una popolazion­e inferiore a quella della sola città di Milano. Ecco, in occasione della festa dell’Europa, forse anche il Trentino-Alto Adige/Südtirol potrebbe imparare qualcosa dalla Ue: che, nonostante le difficoltà, cooperare conviene.

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