«Treni interrati, grande occasione»
Progetto condiviso da architetti, geologi e ingegneri: svolta epocale
L’interramento della ferrovia nel tratto cittadino — inserito nel progetto generale del corridoio del Brennero che prevede anche la circonvallazione di Trento — mette d’accordo architetti, geologi e ingegneri. Per tutti è «una grande opportunità», una «sfida» per la scienza, la tecnica ma anche per ridisegnare il profilo della città. Più precisamente, per «Ritessere la città», come dal titolo dell’incontro online che si è svolto ieri, promosso dagli ordini professionali, a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore alla Transizione ecologica Ezio Facchin e l’architetto Alberto Winterle.
In rappresentanza dell’Ordine degli Architetti, il presidente Marco Giovanazzi ha posto l’accento sulla straordinarietà dell’opera: «L’occasione per la città è epocale, paragonabile allo spostamento dell’Adige avvenuto ormai duecento anni fa». Per Massimo Garbari, per l’Ordine degli Ingegneri, «si parla di interramento fin dal 2001, e speriamo che questa sia la volta buona». «Come ordini professionali –—aggiunge Garbari — chiediamo ci sia il coinvolgimento delle associazioni, dei cittadini, per un confronto coraggioso e di prospettiva, capace di definire le linee del nuovo sviluppo della città». Mirko Demozzi, a nome dell’Ordine dei Geologi, considera anche i dubbi sulla tutela ambientale: «Nel 1969 siamo sbarcati sulla Luna, nel 2021 abbiamo conoscenze tecniche per bucare una montagna in modo rispettoso della natura. La valle dell’Adige è delicata, lo sappiamo — ammette — la falda freatica è superficiale, è tra le più importanti, e di questo si deve tenere conto. Ma le tecnologie ci permettono di intervenire con precisione».
Tocca all’assessore alla Transizione ecologica Ezio Facchin presentare il progetto, ormai noto, dell’interramento ferroviario. «Se l’opera complessiva del corridoio si sviluppa dal progetto alla realizzazione in due generazioni, per l’interramento è una soltanto. E oltre alla rivoluzione della mobilità, l’interramento lascia lo spazio della linea storica che sarà spazio per nuove proposte urbanistiche». Per la parte tecnica, afferma Facchin, «ingegneristicamente si può fare». E per la parte paesaggistica, anche, come spiega l’architetto Alberto Winterle: «Il paesaggio sarà modificato, non solo con la realizzazione dell’opera, ma anche durante i lavori. Per questo, oltre alla progettazione tecnica, è necessario predisporre progetti di paesaggio». In ogni caso, anche per Winterle siamo davanti a «una grande opportunità per far sì che sulle nuove aree liberate dalla ferrovia si possa riuscire a intervenire per togliere la barriera che separa la città, per superare anche psicologicamente la frattura e agire per ricomporla».Ma intanto, sempre sul tema dell’interramento ferroviario e della circolazione, continua il «carteggio» tra alcune associazioni ambientaliste e il sindaco Franco Ianeselli.
Dopo l’invio di 11 domande con dubbi e perplessità sulla nuova infrastruttura a cui palazzo Geremia aveva risposto punto per punto una nuova replica: «Avevamo indirizzato al sindaco le domande per una ragione precisa, ovvero il carattere politico circa la congruità di inserire nel piano nazionale attuativo del Recovery fund un’opera che è in evidente contrasto con le finalità ecologiche. A questo quesito l’amministrazione risponde in maniera per noi non adeguata».