Pranzi al chiuso, Fugatti sceglie la linea morbida
La delibera era annunciata. E ieri pomeriggio la giunta provinciale non ha cambiato idea: da questo fine settimana si potranno prenotare pranzi al chiuso nei ristoranti, ma anche nelle pizzerie, negli agriturismi e nei pub. Una decisione presa per evitare le feste di cresime e comunioni in casa e scongiurare così un aumento dei contagi, aveva annunciato giovedì il presidente Maurizio Fugatti. Ma che, scorrendo il dispositivo della delibera, alla fine non si limita alle sole feste religiose. Allargando la possibilità anche ad altri pranzi familiari.
La delibera, in sostanza, permette la «fruizione dei servizi di ristorazione al chiuso» solo il sabato e la domenica, dalle 5 alle 18. A potervi accedere è «un elenco di persone previamente individuate tramite prenotazione». «È consigliato — si legge nella delibera — che tali persone appartengano allo stesso gruppo familiare e che preferibilmente provengano dalla stessa regione o provincia autonoma». Nessun obbligo di appartenere alla stessa famiglia. Ma un divieto c’è: «Rimane fermo — si legge ancora — il divieto di fare feste, restando altresì inteso che, anche in seguito allo svolgimento di cerimonie civili e religiose, ci si può recare presso un’attività di ristorazione al semplice fine di usufruire dei relativi servizi, ovviamente nel rispetto delle disposizioni normative e dei protocolli di prevenzione anti-contagio attualmente vigenti per il settore ristorazione». E ancora, «con il divieto di effettuare quelle ulteriori attività collaterali che qualificano l’evento conviviale come una festa». La sala dovrà essere «ad esclusiva disposizione del gruppo». E si dovranno mantenere distanze e mascherine. Con un ultimo paletto: dopo 90 minuti dall’inizio del servizio si dovrà uscire dalla sala «in modo ordinato» per permettere la disinfezione e l’aerazione degli ambienti.