Stati generali: «Una scuola più vicina alle imprese»
Politiche attive del lavoro e sviluppo delle competenze. Questi i due temi al centro della tavola rotonda organizzata ieri mattina alla sede della Trentino School of Management in occasione della terza tappa degli Stati generali del lavoro, promossi dall’assessorato allo sviluppo economico assieme all’Agenzia del lavoro. «C’è la necessità di rivedere la nostra formazione scolastica e incentivare nelle imprese gli investimenti in innovazione», ha detto l’assessore Achille Spinelli al termine della sessione mattutina.
L’evento è stato moderato dal giornalista della Rai Giampiero Marrazzo e ha visto la partecipazione di dodici «special advisors», cioè profili di alto livello provenienti dal mondo dell’università e dell’impresa, ma anche funzionari pubblici di grande competenza. Tra questi il presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo, il quale ha suggerito una formazione perenne per reagire ai cambiamenti repentini nel mercato del lavoro. «Se pensiamo che questa fase storica è caratterizzata da tre grandi transizioni (digitale, economica e di resilienza sociale) il nostro mondo in transizione ha due caratterizzazioni: velocità e incertezza — ha osservato in conferenza stampa —. Se concordiamo su questi punti diventa necessario che le persone tornino a scuola più volte nella loro vita». Sul fronte politico, l’assessore allo sviluppo economico ha messo in luce «la necessità di rivedere la nostra formazione scolastica e poi passare all’innovazione continua e decisa da parte delle nostre imprese — ha detto Spinelli —. Su questo bisognerà investire tanto e chiameremo anche gli imprenditori a ragionare su un nuovo piano di investimenti». Sulla questione della formazione, «ci sono due bisogni fondamentali — ha considerato Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia del lavoro —. Un bisogno di ricollocazione ma anche un bisogno più importante di medio-lungo periodo: il bisogno di ripensare il modello in cui l’istruzione, la formazione e l’impresa entrano in circolo e dialogo tra di loro. Se riusciamo adesso ad immaginare alcune traiettorie di questo sviluppo, mettendo insieme il modello educativo e quello produttivo riusciamo anche ad evitare quei rischi che hanno una ricaduta sulla giustizia sociale».