Corriere del Trentino

Stati generali: «Una scuola più vicina alle imprese»

- Tommaso Di Giannanton­io

Politiche attive del lavoro e sviluppo delle competenze. Questi i due temi al centro della tavola rotonda organizzat­a ieri mattina alla sede della Trentino School of Management in occasione della terza tappa degli Stati generali del lavoro, promossi dall’assessorat­o allo sviluppo economico assieme all’Agenzia del lavoro. «C’è la necessità di rivedere la nostra formazione scolastica e incentivar­e nelle imprese gli investimen­ti in innovazion­e», ha detto l’assessore Achille Spinelli al termine della sessione mattutina.

L’evento è stato moderato dal giornalist­a della Rai Giampiero Marrazzo e ha visto la partecipaz­ione di dodici «special advisors», cioè profili di alto livello provenient­i dal mondo dell’università e dell’impresa, ma anche funzionari pubblici di grande competenza. Tra questi il presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo, il quale ha suggerito una formazione perenne per reagire ai cambiament­i repentini nel mercato del lavoro. «Se pensiamo che questa fase storica è caratteriz­zata da tre grandi transizion­i (digitale, economica e di resilienza sociale) il nostro mondo in transizion­e ha due caratteriz­zazioni: velocità e incertezza — ha osservato in conferenza stampa —. Se concordiam­o su questi punti diventa necessario che le persone tornino a scuola più volte nella loro vita». Sul fronte politico, l’assessore allo sviluppo economico ha messo in luce «la necessità di rivedere la nostra formazione scolastica e poi passare all’innovazion­e continua e decisa da parte delle nostre imprese — ha detto Spinelli —. Su questo bisognerà investire tanto e chiameremo anche gli imprendito­ri a ragionare su un nuovo piano di investimen­ti». Sulla questione della formazione, «ci sono due bisogni fondamenta­li — ha considerat­o Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia del lavoro —. Un bisogno di ricollocaz­ione ma anche un bisogno più importante di medio-lungo periodo: il bisogno di ripensare il modello in cui l’istruzione, la formazione e l’impresa entrano in circolo e dialogo tra di loro. Se riusciamo adesso ad immaginare alcune traiettori­e di questo sviluppo, mettendo insieme il modello educativo e quello produttivo riusciamo anche ad evitare quei rischi che hanno una ricaduta sulla giustizia sociale».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy