I divieti e il freddo ingabbiano la movida
Tavolini pieni e tanto passeggio in tutto il centro storico, ma contenuti gli assembramenti Distributori, niente più snack Arrivano cibi bio e ipocalorici
Tanto passeggio e tavolini dei bar pieni in centro , ma senza disordini. Complice anche il freddo, le nuove misure di limitazione della movida decise dal Comune, sembrano avere sortito l’effetto di dissuadere gli assembramenti. Non sono stati segnalati interventi particolari delle forze di polizia. Due minimi assembramenti sono stati smobilitati senza problemi e sanzioni.
Tanto passeggio e tavolini dei bar pieni, ma senza disordini. Complice anche il freddo, le nuove misure di limitazione della movida decise dal Comune, sembrano avere sortito l’effetto di dissuadere gli assembramenti. Non sono stati segnalati interventi particolari delle forze di polizia. Due minimi assembramenti sono stati smobilitati senza problemi e sanzioni dalle parti delle Poste centrali e in via Dietro le mura B, nella zona di Santa Maria Maddalena, ossia l’area per cui il sindaco Franco Ianeselli ha ordinato le misure più restrittive. Nello specifico, nel fine settimana dalle 18 alle 5, nei vicoli San Pietro e San Marco si potrà passare solo per entrare nelle abitazioni o nei locali, senza stazionare per la strada: un vero e proprio divieto di sosta pedonale. Negli stessi giorni e orari, inoltre, è vietato avere con sé bevande e cibo, nelle vie Santa Maria Maddalena, Dietro le mura B, Ferruccio, Marchetti oltre, naturalmente, ai vicoli San Pietro e San Marco. In queste vie, come del resto in tutte le altre, resta vietato il consumo fuori dai plateatici.
Il giro di vite era stato deciso da Ianeselli dopo le molte proteste giunte dai residenti in centro storico, lamentatisi per gli assembramenti e per il rumore sotto le proprie abitazioni. Il sindaco prima di firmare l’ordinanza ha cercato il dialogo con gli esercenti e con le associazioni studentesche, nell’ottica di trovare misure ponderate e non punitive, in grado di tenere insieme le diverse esigenze.
Tra le ipotesi allo studio, la «riorganizzazione» della movida, attraverso eventi diffusi che possano «diluire» i gruppi di avventori, dando l’opportunità di ampliare le aree di fruizione serale della città. E perché l’aperitivo non sia solo un rito da consumare con un bicchiere in mano, la prospettiva, contenuta nel progetto «Trento aperta» tende al sostegno alla musica dal vivo nei locali, ma pure nei parchi e nelle piazze con l’allestimento di parchi mobili.
A questo dovrebbe essere sommato un investimento sul potenziamento di servizi come bagni pubblici e servizio di trasporto notturno, nell’ottica di favorire comportamenti ordinati e in linea con le esigenze imposte dall’emergenza sanitaria.
Un tema che era stato posto apertamente anche dall’Unione degli universitari (Udu) che trova improprio parlare di movida. «È semmai la manifestazione del bisogno di socialità — aveva spiegato l’associazione in un documento — costretto a svilupparsi sempre negli stessi luoghi, perché gli unici attrezzati e con prezzi accettabili».