Pace e diritti, la voce della protesta Trento torna a occupare le piazze
Centinaia le persone riunite per le due iniziative in zona Duomo
Pace in Palestina e avanti tutta con il progetto legislativo dell’esponente del Pd Zan contro l’omofobia: questi i temi che hanno attraversato ieri le piazze della città.
Non è solo la movida a far vivere il centro storico. Centinaia di persone, ieri pomeriggio, hanno fatto palpitare di passione politica il cuore di Trento con due manifestazioni assai partecipate, nonostante il cielo nuvoloso. La prima ha riempito piazza Duomo per chiedere pace per la Palestina, la seconda ha colorato piazza D’Arogno per spingere l’approvazione del disegno di legge (ddl) Zan contro l’omotransfobia.
Alle 16, sotto gli occhi del Nettuno che sovrasta la fontana, si sono alzate le voci per la Palestina, a invocare pace, libertà, giustizia per la terra culla delle grandi religioni monoteiste. Alle bandiere nazionali palestinesi (numerose le presenze di cittadini della comunità) si sono affiancate quelle della Pace e di alcune forze politiche (Si, Prc, Partito comunista), i fazzoletti dell’Anpi, gli striscioni e i volti del mondo pacifista, con il Forum trentino per la pace e i diritti umani che ha affiancato l’iniziativa, la cui organizzazione è stata coordinata da Asmae Taouti, mediatrice culturale di origine marocchina, da vent’anni in Trentino. «Da questa piazza — dice — giunge un messaggio di sostegno alla libertà e alla resistenza». Tra i manifestanti anche Andrea Grosselli. «Tra i partecipanti — osserva il segretario generale della Cgil trentina — tanti ragazzi di seconda generazione. La loro doppia appartenenza culturale va messa a valore nella nostra società, contro i discorsi d’odio e le discriminazioni». E la pace in Terra Santa, per il sindacalista passa attraverso il riconoscimento dei diritti e della dignità dei popoli palestinese e israeliano. «L’opzione cui tendere è due popoli, due Stati» argomenta Grosselli che, come diversi altri manifestanti, si è poi trasferito in piazza D’Arogno dove, alle 17.30, si sono dati appuntamento i sostenitori del ddl Zan. «Una mobilitazione che è frutto del lavoro di una rete di realtà» sottolinea Lorenzo Del Preto, presidente Arcigay in Trentino.
Tante bandiere di diversi colori anche nella manifestazione per i diritti civili, cui hanno dato adesione non solo varie realtà della comunità Lgbt+ (con Arcigay, Famiglie Arcobaleno, i genitori di Agedo, Collettivo transfemminista Trento). Presenti forze politiche (Pd, Si, Futura, Verdi), sindacali (Cgil, Cisl, Uil), sociali (Acli, Lila, Forum trentino per la pace, Non una di meno), studentesche (Collettivo studentesco, Reds, Udu). «La legge va approvata così com’è — spiega De Preto — perché riaprire il dibattito su modifiche ulteriori, comporterebbe il rischio di un affossamento con la ripresa dell’iter parlamentare». Sui cartelli si leggono parole chiare: «L’omofobia non è un’opinione». E lo stesso vale per il contrasto delle discriminazioni a danno delle persone con disabilità. Non una richiesta di tutela, si sente nella piazza, ma la determinazione a spuntare le armi, fisiche e verbali, ai violenti per la pari dignità di tutte e tutti. Anche per questo, in diversi interventi si preme perché la giunta provinciale faccia riprendere le attività sulle questioni di genere nelle scuole, bloccate un paio di anni fa. Tra i contributi più applauditi, quello di Mario Cossali che col ddl Zan crede possa realizzarsi una delle promesse di libertà contenute nella Costituzione. «Penso in particolare all’articolo 3 — dice il presidente provinciale dell’Anpi — che stabilisce l’uguaglianza sociale e civile delle persone. Più del 60% dei cittadini chiede questa legge sia approvata».