Scuola materna a luglio, le insegnanti alzano il tiro «Ritirate la delibera o presenteremo ricorso»
Le insegnanti della scuola dell’infanzia non ci stanno. E dopo aver manifestato in piazza contro la decisione della Provincia di prolungare le attività nel mese di luglio, si sono mosse anche sul piano legale. Affidandosi all’avvocato Gloria Canestrini, presidente del Comitato per la legalità e la trasparenza del Trentino Alto Adige. E inviando al governatore Maurizio Fugatti una istanza di revoca in autotutela: in sostanza, una sollecitazione alla Provincia a «revocare qualsivoglia decisione relativa alla proroga coattiva del calendario scolastico nel mese di luglio» per evitare azioni drastiche. Come un ricorso.
Nel documento, che Canestrini invia «a nome di un folto gruppo di insegnanti delle scuole dell’infanzia», si ripercorre l’intera vicenda. Ricordando la lettera aperta inviata inizialmente dalle insegnanti per invitare la giunta a tornare sui propri passi, ma anche la presa di posizione della Federazione provinciale delle scuole materne e la petizione con 2.101 firme. Ancora: la riflessione del garante dei diritti per i minori e del consiglio del sistema educativo provinciale. Documenti, questi, che insistevano sul benessere dei bambini, ma anche sulle conseguenze della decisione sulla vita delle insegnanti: su quest’ultimo punto, Canestrini cita la sindrome da burnout stress lavoro correlato, la necessità di avere «un congruo periodo di ferie», la difficoltà nel conciliare i tempi del lavoro con quelli familiari. Rischi che, prosegue l’istanza, non sono stati valutati. Di qui la richiesta di fare un passo indietro, «tenuto conto della violazione dei diritti alla persona e dei conseguenti danni patrimoniali e non patrimoniali che tale scelta comporterebbe, sia verso i minori interessati che nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori». La risposta, conclude il documento, si attende in 15 giorni, prima di passare al livello successivo. Ossia il ricorso.
Intanto a minacciare mobilitazioni sono anche Fp Cgil e Cisl Fp, in questo caso per il nodo del rinnovo dei contratti pubblici provinciali. Luigi Diaspro e Beppe Pallanch rilevano «la totale assenza di risorse per il rinnovo dei contratti, per la revisione degli ordinamenti professionali, per un piano di assunzione nei servizi pubblici». E si dicono pronti anche ad azioni legali.