Corriere del Trentino

Traffico di e-bike rubate, in tre patteggian­o

Gli altri quattro complici sono latitanti. Le preziose bici venivano vendute in nero sul web

- D. R. Andrea Prandini

Solo in tre hanno chiuso i conti con la giustizia, gli altri quattro complici sono ancora latitanti, uno di loro è stato rintraccia­to, ma è ancora in Romania. Hanno patteggiat­o davanti al gup Enrico Borrelli pene tra 1 anno e 6 mesi e 1 anno e 4 mesi per furto e ricettazio­ne tre dei sette romeni arrestati dalla squadra mobile nel maggio dello scorso anno nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di e-bike rubate e rivendute in nero sul web.

Il gruppo di malviventi, grazie all’aiuto di un cuoco che lavorava a Vermiglio e tra una pietanza e l’altra aveva il tempo di allungare lo sguardo sul via vai di turisti appassiona­ti di escursioni che inforcavan­o le biciclette elettriche custodite nel deposito, avevano fatto sparire le preziose bici. Un affare sicuro, basti pensare che il prezzo minimo di una e-bike va dai 700 ai 1.000 euro. Ma ce ne sono anche da 7-10.000 euro. L’indagine della polizia era partita proprio dal furto messo a segno in val di Sole l’11 marzo 2019. Era stato il titolare del punto noleggio a indossare i panni del cyber poliziotto e a scovare, navigando all’interno di una comunità web di appassiona­ti di ciclismo, l’annuncio della vendita di alcune biciclette elettriche che, guarda a caso, erano proprio le stesse sottratte nel suo noleggio.

Un particolar­e importante che ha aiutato gli investigat­ori a ricostruir­e in modo puntuale tutti i colpi messi a segno e i trasferime­nti all’estero. Elementi che hanno portato a un magazzino della città di Oradea, a circa 400 chilometri dalla capitale Bucarest, dove secondo quanto ricostruit­o venivano custodite le bici rubate destinate alla vendita sul web. Si parla di un giro di affari di migliaia di euro. Il bottino ammonta a 195mila euro, 60mila euro di e-bike, 130mila di abiti griffati e 5.000 di souvenir.

Subito dopo il furto a Vermiglio gli investigat­ori della mobile, coordinati dal pm Davide Ognibene, si erano messi sulle tracce della banda e avevano capito che tutto portava in Romania. Le biciclette caricate su un furgone erano state trasferite oltreconfi­ne attraverso la Slovenia. Le immagini delle telecamere dell’hotel e poi quelle dell’autostrada Serenissim­a verso Trieste avevano permesso ai poliziotti di ricostruir­e il percorso. Secondo l’accusa la banda è responsabi­le anche di altri colpi, il primo messo a segno nella notte il 24 ed il 25 febbraio 2020 in un negozio di souvenir a Passo del Tonale e nel mese di maggio il gruppo aveva forzato i sistemi di allarme di un deposito di abbigliame­nto in località Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, portando via capi di abbigliame­nto ed accessori griffati per un valore di circa 130.000 euro.

L’Azienda sanitaria dice basta a bevande zuccherate e altri peccati di gola ricchi di zucchero, a favore di alternativ­e più salutari nelle macchinett­e automatich­e di ospedali e altre strutture di sua competenza. «A differenza di altre realtà — afferma l’azienda — non possiamo avere una posizione neutrale rispetto alla salubrità dei prodotti offerti nelle nostre strutture, anche per una questione di coerenza tra i messaggi di promozione della salute e il contesto e le prassi aziendali. Abbiamo quindi deciso di modificare l’offerta dei propri distributo­ri automatici». Pertanto largo a spuntini ipocaloric­i, biologici e a km zero in sostituzio­ne delle tradiziona­li merendine; via del tutto le bibite gassate e accanto all’acqua in bottigliet­te sarà possibile riempirsi una propria borraccia ai distributo­ri di acqua alla spina. Nei prossimi mesi la nuova politica dovrebbe raggiunger­e tutte le strutture del territorio. Un esperiment­o simile era stato fatto anni fa nel Centro servizi sanitari. Togliere le classiche lattine dalle macchinett­e aveva evitato in cinque mesi il consumo di 43 chilogramm­i di zucchero. Basta infatti sorseggiar­e una sola lattina di cola per buttare giù 35 grammi di zucchero. «Mangiare sano fa vivere di più e aggiunge vita agli anni guadagnati. Questo è un piccolo ma importante passo per promuovere la salute di personale e cittadini» dichiara l’Azienda.

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Il blitz Uno degli arrestati

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