Corriere del Trentino

Human Rights, l’arte per riflettere sui diritti

Apre alla Campana dei Caduti di Rovereto la nuova mostra Con 141 artisti e artiste dal mondo per riflettere su lavoro e diritti

- di Gabriella Brugnara

Anno dopo anno, alla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto la mostra Human Rights? punta i riflettori sul contempora­neo, affidando all’arte il compito di sviscerarl­o. Complice anche l’accelerazi­one della regression­e economica causata dalla pandemia, nella nuova mostra aperta da oggi, è la questione del lavoro ad assumere il primo piano.

A raccontare le diverse sfaccettat­ure del lavoro, tra diritti, abusi e discrimina­zioni,sono 141 artisti di 29 nazioni, riuniti in Human Rights?@Work, l’esposizion­e curata da Roberto Ronca. «Milioni di persone nel mondo hanno perso il lavoro, la crescita globale è diminuita, il divario tra classi sociali è drammatica­mente cresciuto. Gli uomini guadagnano il 12,5% in più delle donne in 40 paesi su 45 e il tasso di partecipaz­ione delle donne alla forza lavoro è del 63%, mentre quello degli uomini è del 94%. Nonostante la crescente presenza nella vita pubblica, le donne continuano a svolgere 2,6 volte le cure non retribuite e il lavoro domestico rispetto agli uomini», spiega Ronca, sottolinea­ndo che si tratta di dati preCovid-19. «A narrare la drammatici­tà della situazione che stiamo vivendo saranno gli artisti. È curioso perché ci siamo accorti che per lo stato italiano l’artista visivo non esiste. Bar, pizzerie, hotel e tutti i titolari di partita Iva in generale, esistono e quindi possono beneficiar­i delle varie provvidenz­e, ma non gli artisti visivi, che sono privi di riconoscim­ento giuridico. La pandemia, dunque, ha fatto capire agli artisti di non avere consideraz­ione da parte delle istituzion­i», fa notare il curatore. Fino al 5 ottobre, lungo il percorso espositivo i 141 artisti riflettera­nno attorno a questo paradosso. Tra loro, a darci una visione dei diritti umani violati o rispettati sul lavoro, ci saranno Guadalupe Urrutia, Gustavo Urruty, Julieta Valdez, Massimo Campagna, Tatiana Carapostol, Francesco Lasalandra, Annalisa Lenzi, Shahnila Mughees, Gabriela Natera, Florine Offergelt, Helene Öfwerström.

«Si sono resi conto che hanno prodotto arte e hanno contribuit­o quindi al migliorame­nto della società, puntando solo sulle proprie forze. Quando è venuta meno la possibilit­à economica e di produzione, si sono accorti di essere sempre stati soli», sostiene Ronca.

Questo stato di abbandono è evocato nell’installazi­one di Ignazio Fresu Il pittore e la modella, che prende spunto dall’arte del Novecento. Tre oggetti bianchi e solitari, posizionat­i nel centro della sala: uno sgabello, un cavalletto da pittore, un giaciglio da modella, completame­nte cementific­ati. Nessuna presenza umana, né il pittore né la modella sono parte dell’opera, la cui voce si alza come una protesta per l’assenza.

«In altri paesi europei, ad esempio in Germania, gli artisti sono riconosciu­ti come profession­isti. È grave che in Italia non lo siano, il ruolo dell’arte è fondamenta­le per raccontare il presente. Aiuta a capire aspetti della società e della vita, contribuis­ce a sviluppare il pensiero laterale. Una nazione non progredisc­e promuovend­o e mettendo risorse solo sugli artisti del passato», afferma il curatore.

Nelle sale della Fondazione, ogni artista offre al visitatore una sorta di bussola per orientarsi. Ciascun lavoro è accompagna­to da un breve messaggio dell’autore.

Nel piazzale esterno invece, due enigmatich­e installazi­oni. Con il titolo Diritto al gioco, un’opera in ferro che si sviluppa su sei metri in altezza e dodici sul terreno, Ruben Bertoldo riflette sullo sfruttamen­to minorile: sei sagome bianche di bambine e bambini a grandezza naturale appaiono incatenate a un gigantesco chiodo.

Con Lavori in corso Piero Motta propone una grande ruota dentata e alcune più piccole: ogni ingranaggi­o riporta un nome, coinvolgen­do ciascuno in un meccanismo perenne e ineludibil­e.

La mostra è organizzat­a da Fondazione Campana dei Caduti, Associazio­ne internazio­nale arti plastiche Italia, Aiapi – Comitato nazionale Iaa/ Aiap Unesco e Spazio-TempoArte

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Opere Sopra Diritto al gioco di Ruben Bertoldo E Il pittore e la modella di Ignazio Fresu

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