Giannelli, addio tra le lacrime: «Grato alla città»
Bastano due minuti e quattro secondi per lasciare i presenti con le lacrime agli occhi. Sullo schermo scorrono le immagini di Simone Giannelli bambino che alza i trofei giovanili, di lui che ascolta i suggerimenti di un campione come Matey Kaziyski, abbracciato a Raphael in una sorta di siparietto in cui il regista brasiliano lo «tiene a battesimo» e dice a tutti: «Ricordatevi questo nome, farà grandi cose». Tutto si è avverato. «A
Trento sono arrivato da bambino, sono stato ragazzo e sto diventando uomo — dice l’ormai ex capitano della Diatec — sarò sempre grato a questa città, a Trentino volley e ai tifosi per tutto quello che hanno fatto per me in questi anni». Undici per la precisione. 315 partite, 1.982 punti. Un fenomeno nato, cresciuto e coltivato coi colori gialloblù addosso. Per questo il sindaco del capoluogo Franco Ianeselli ha voluto ringraziare pubblicamente Giannelli. Il destino ha voluto che accadesse a poco più di 24 ore di distanza dalla presentazione ufficiale a Perugia, dove il regista bolzanino è stato accolto da un bagno di folla e cori festanti.
Ieri a Palazzo Geremia l’atmosfera era quasi dimessa. Giannelli ha la voce rotta, si commuove. Interrompe più volte il suo intervento. «Sono orgoglioso del mio percorso a Trento — dichiara — voglio dire grazie alla società che mi ha permesso di esprimere il mio talento, coltivarlo, allenarlo e consentirmi di arrivare dove sono ora». A chi gli chiede se le bandiere non esistano più, lui risponde che «esistono se c’è anche la possibilità di esserlo: sono una cosa bella ma lo sport è anche cambiamento, voglia di mettersi in gioco».Il grazie della città lo hanno portato il sindaco Franco Ianeselli e l’assessore allo sport Salvatore Panetta, che all’atleta bolzanino rivolge «un arrivederci»: «Simone ha la residenza nella nostra città e non è intenzione della giunta togliergliela – scherza – è stato il più giovane giocatore a indossare la maglia gialloblù e questo la dice tutta su quello che è stato anche il percorso della società che ha coltivato insieme a lui un gruppo di ragazzi che alla pallavolo della nostra città hanno dato tanto». «Mi ha colpito leggere che Simone ama l’umiltà e odia l’arroganza: cosa c’è di più trentino di questo? – afferma il primo cittadino – in questi anni ha rappresentato il modo di essere della nostra città. A lui un grazie enorme: continueremo a pensare a lui e a lui chiediamo di continuare a pensare alla nostra città».