Dalla val di Fassa alla Vallagarina «Le imprese cavalcano la ripresa»
I distretti industriali a confronto: «La formazione dei giovani è il vero tema cruciale»
Uno è un territorio a vocazione prevalentemente turistica. L’altro ha fatto dell’industria manifatturiera il proprio punto di forza. Due distretti industriali totalmente diversi: quello della val di Fiemme, Fassa e Primiero e quello della Vallagarina e altipiani cimbri. Ma l’ingresso in zona bianca fa ben sperare entrambi i «mondi» del Trentino. «Siamo in una fase di crescita robusta», riferisce Dario Piccinelli, delegato della Vallagarina di Confindustria. E anche nell’universo più colpito dalla pandemia «arrivano segnali positivi per la stagione estiva», dice Daniele Dezulian, l’omologo di Confindustria per le valli dell’est. Ora per «cavalcare la ripresa — dicono i due rappresentanti territoriali — dobbiamo cercare di creare una sinergia più forte tra gli istituti professionali e le imprese perché abbiamo la necessità di far coniugare la domanda e l’offerta di lavoro». Nel frattempo si investe in digitalizzazione: piattaforme di servizi online nel turismo e automazione industriale nella manifattura.
Vallagarina «smart»
Il distretto della Vallagarina e degli altipiani cimbri racchiude oltre 116 imprese, cioè il 19,9% delle aziende industriali della provincia di Trento. In totale conta circa 7.153 dipendenti e presenta un fatturato annuo complessivo di 1,9 miliardi di euro. La metà delle imprese è attiva nel settore della metalmeccanica. A seguire i comparti della chimica, vetro, gomma e plastica (14,8%), industrie varie (12,7%), sistema moda (7,3%) e servizi innovativi e tecnologici (4,4%).
«Rovereto e la Vallagarina guardano al futuro con fiducia perché le aziende del territorio hanno ripreso a investire e vogliono cavalcare la ripresa — spiega Dario Piccinelli (amministratore di Capi Group, specializzata nella meccanica di precisione) —. Gli investimenti maggiori vertono sull’industria 4.0 per avere un’impresa sempre più interconnessa ed orientata allo sviluppo della robotica». Ma per correre lungo questo binario servono profili adeguati. «Oggi dobbiamo lavorare soprattutto sui giovani perché per affrontare questa transizione tecnologica le aziende richiedono nuove competenze e nuove conoscenze — aggiunge Piccinelli —. A livello territoriale stiamo cercando di lavorare con gli istituti tecnici e professionali per dare un orientamento. Poi ogni giovane deve seguire il suo sogno e la sua passione, ma è giusto che il mondo delle imprese crei una sinergia con le scuole».
Valli di Fiemme e Fassa
Esigenze simili si riscontrano anche in un distretto differente come quello delle valli di Fiemme, Fassa e Primiero. Un’area in cui sorgono 36 imprese industriali associate a Confindustria, per un totale di 1.331 dipendenti ed un fatturato superiore ai 270 milioni di euro. Qui quasi la metà delle aziende rientra nel comparto degli impianti a fune, rimasto completamente fermo negli ultimi dieci mesi. Adesso «giugno è partito un po’ in sordina, ma i prossimi due mesi si preannunciano buoni, pur in una situazione di calo rispetto ai valori tradizionali, dovuto anche alle limitazioni di portata», osserva Daniele Dezulian (presidente della Società incremento turistico Canazei). «Le imprese stanno investendo molto sulle piattaforme online di servizi — aggiunge, fissando lo sguardo al futuro subito dopo —. Per affrontare la sfida dei mercati internazionali sarà necessario investire in nuove figure come i mediatori linguistici».
Allargando l’orizzonte, il problema manodopera rimane una costante. «Dal punto di vista occupazionale vedo una necessità delle aziende di reperire nuovi collaboratori, in particolare figure specializzate in informatica, elettronica, meccatronica e meccanica — spiega Dezulian —. Profili che a volte le nostre valli non conoscono».
«Sul territorio stiamo cercando di creare una sinergia forte con gli istituti professionali»