«I lavoratori più “autonomi” sono laureati»
L’ultima indagine dell’Istituto promozione lavoratori scatta una fotografia in chiaro scuro. Da un lato il 29% dei lavoratori altoatesini è occupato in un’azienda ad alto tasso di coinvolgimento. Il che «significa che i dipendenti possono svolgere in gran parte le proprie mansioni in autonomia e che vengono coinvolti nella vita dell’azienda», spiega il direttore di Ipl Alto Adige Stefan Perini. Ma dall’altro lato un intervistato su tre (33%) presta servizio per un datore di lavoro che non concede margine di manovra e che non cura nemmeno l’inclusione attiva dei propri collaboratori.
Il tasso di coinvolgimento è comunque in linea con la media europea e superiore rispetto a quella nazionale (21%). Entrando nello specifico, secondo quanto emerso dal sondaggio, esattamente la metà dei lavoratori altoatesini gode di maggiore autonomia organizzativa sul posto di lavoro quando ricopre un ruolo per cui è richiesta una laurea. Diversamente, gli operai non qualificati (59%), gli artigiani (52%) e gli operatori di impianti e macchine (49%) lavorano in organizzazioni e aziende a basso tasso di coinvolgimento. È quindi soprattutto il titolo di studio a determinare se una persona, nel corso della sua vita lavorativa, sarà coinvolta o meno dalla «sua» azienda e organizzazione.