Il presidente degli architetti: «Il sindaco ha ragione, discussione aperta sul Not»
Giovanazzi: «Grave se l’analisi critica fosse vera»
«Sono completamente d’accordo col sindaco Franco Ianeselli nella sua richiesta di chiarezza e trasparenza: il nuovo ospedale è un tema che riguarda da vicino la città di Trento, quindi il progetto dell’ospedale deve essere reso palese perché tutti lo possano vedere e discutere, in un dibattito aperto sul tema. Lo ritengo doveroso alla luce delle voci che stanno girando».
Così ha dichiarato Marco Giovanazzi, presidente dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Trento, in relazione alle ultime polemiche sul Nuovo ospedale previsto in via al Desert
nella zona meridionale di Trento.
L’architetto afferma di non aver ancora potuto visionare l’analisi anonima tecnica sulle criticità del progetto della ditta Guerrato, «so che c’è, so che gira, so anche a grandi linee i contenuti ma non sono ancora riuscito ad averla», ma che se ci fosse qualcosa di vero «sarebbe una questione molto grave, specie in un progetto di questa importanza. Da quel che so si parla di problemi sul rispetto degli standard progettuali, un totale di superficie e stanze molto inferiore a quanto previsto... insomma, mi pare davvero strano ci siano tutte queste mancanze e, ripeto, se fosse tutto confermato sarebbe estremamente grave».
Il progetto è ancora tenuto celato per non «disturbare procedure di gara non ancora concluse», come aveva detto in primavera il dirigente provinciale Raffaele de Col al consigliere del PD Luca Zeni. La ditta Pizzarotti ha infatti già annunciato che depositerà in settimana il ricorso in Cassazione. Su questo l’architetto risponde: «Non sono in grado di giudicare, quella è materia da avvocati. Sinceramente non mi stupirebbe se fosse vero. Purtroppo è risaputo che il settore vive una situazione assurda, ogni progetto è investito da ricorsi e controricorsi che bloccano tutto. In questo la giustizia amministrativa è veramente un disastro, come Ordine degli architetti lo denunciamo da tempo».
Giovanazzi ha commentato anche la proposta del rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian di modificare il progetto del Not per inserirvi spazi per la neonata scuola di Medicina, proposta appoggiata anche dal sindaco di Trento e dall’assessore provinciale Mirko Bisesti. «Dal punto di vista tecnico non penso sarebbe un problema, con gli strumenti di oggi basterebbero pochi mesi per integrare le attività universitarie» è il parere del presidente.
«La vera difficoltà sarebbe che le modifiche, che a quanto ho letto non escludono un aumento di cubature, farebbero ripartire tutta la trafila burocratica di autorizzazioni, interpellanze, ricorsi in tribunale... è questo il vero problema in Italia. Il fatto stesso comunque che ci sia la necessità di cambiare la progettazione in corsa - prosegue Giovanazzi - per includere la Scuola di medicina, che non è nata proprio ieri, è la riprova dei danni provocati da procedimenti lenti e da riformare. Se ci si mette dieci anni a far cominciare materialmente i lavori, il risultato è che il risultato finale nascerà già vecchio, facendo riferimento a concetti e organizzazioni sorpassati, materiali e tecnologie obsolete, il tutto non per problemi progettuali ma burocratici e giuridici».