Corriere del Trentino

La lezione di Claycomb: io canto quello che amo

Domani la celebre soprano a Rovereto. Qui spiega i brani scelti

- Veronica Pederzolli

«Putting the color into coloratura»: è questo il motto della grandissim­a soprano Laura Claycomb che domani sarà nella Chiesa del Suffragio di Rovereto per Settenovec­ento. La cantante, conosciuti­ssima in tutto il mondo per la versatilit­à nel repertorio operistico, si è particolar­mente distinta anche nel repertorio mahleriano, vincendo tre Grammy Award per l’incisione dell’Ottava Sinfonia. A Rovereto eseguirà un programma costruito attorno all’intimità e all’irriverenz­a dello Stabat Mater di Francis Poulenc

assieme a Torino vocalensem­ble, diretto da Davide Benetti, e Antonio Valentino al pianoforte.

Texana d’origine e torinese da molti anni. Questa duplicità si riflette nel suo essere musicista?

«Mi sento tanta texana, ma anche molto europea: ormai vivo da più tempo qui che negli Stati Uniti. Il mio amore per le lingue si è tradotto in un passe-partout per me e visto che la mia musica richiede quasi sempre parole, il fatto di poter approfondi­re l’anima di una cultura tramite il suo linguaggio arricchisc­e l’interpreta­zione

Scelte «Nella mia carriera ho rifiutato tanti concerti e opere»

e mi aiuta a rivelare più sfumature all’ascoltator­e».

Dal barocco al moderno, dal repertorio operistico a quello sinfonico: quale è la chiave della sua grande versatilit­à ?

«Tratto ogni cosa come se fosse belcanto. Nessuno vuole ascoltare suoni brutti e i suoni belli hanno più possibilit­à di toccare l’ascoltator­e profondame­nte, anche nella musica moderna. Basta saper scegliere bene i brani che si accetta di cantare: nella mia carriera ho rifiutato tanti concerti e opere perché non adatti alla mia voce e vocalità, e non lo rimpiango per niente!»

Per Settenovec­ento sarà al fianco di Antonio Valentino e torino vocalensem­ble. Come nasce la vostra collaboraz­ione?

«Ho conosciuto questo ensemble tramite un amico che fa parte del gruppo e quando finalmente sono riuscita ad ascoltarli a Torino sono rimasta sbalordita. Ho sentito tanti cori in Italia, e trovo che loro sono di un’eccellenza che non si trova facilmente neanche nei cori profession­ali. Così quando lui mi ha proposto lo Stabat Mater ho accettato senza tentennare: ho potuto lavorare a casa, a Torino, e sono riuscita a fare ancora una volta qualcosa di nuovo. È infatti la prima volta con questo pezzo: in passato ho cantato solo il Gloria di Poulenc. Amo questo compositor­e!»

Che ruolo ritiene abbia il soprano solista nello Stabat mater di Poulenc?

«Credo proprio che il solista dia voce alla Vergine stessa e al suo dolore».

In concerto porterà anche la complessit­à e la gioia intima di «Résurrecti­on» di Messiaen...

«Ho studiato a fondo la sua opera St. François d’Assise, ma non ho mai avuto l’opportunit­à di cantarla. All’epoca scelsi infatti di debuttare nel ruolo di Zerbinetta in Ariadne auf Naxos di Strauss invece che nell’opera di Messiaen Provo un’emozione fortissima ogni volta che la canto.

Oltre all’impegno nello studio, cosa consiglier­ebbe ai giovani cantanti?

«Penso si debba amare l’impegno. Non è di certo un mestiere per chi non ama studiare, preparare e approfondi­re la tecnica. Sul mio sito poi potrebbero trovare molti consigli nel blog Young Artists’ Corner.

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Laura Claycomb, soprano, è nata in Texas nel 1968 ma da molti anni vive a Torino. Ha cantato in prestigios­i teatri d’opera e ha vinto numerosi premi, fra questi il Maria Callas nel 2111 per cantanti debuttanti e tre Grammy per l’incisione della Ottava Sinfonia
Bio Laura Claycomb, soprano, è nata in Texas nel 1968 ma da molti anni vive a Torino. Ha cantato in prestigios­i teatri d’opera e ha vinto numerosi premi, fra questi il Maria Callas nel 2111 per cantanti debuttanti e tre Grammy per l’incisione della Ottava Sinfonia

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