Bolzano danza con Dubois Balletto e provocazione
Martedì «Swan Blast» creato dal coreografo e interprete per il festival E la performance dello scandalo «Prêt à baiser», lungo bacio tra uomini
Un «cigno» esclusivo, solo per Bolzano danza. Il coreografo Olivier Dubois, enfant terrible della danza contemporanea, ballerà in prima assoluta a Bolzano il suo Swan Blast creato per il festival, martedì al Teatro studio. Nella stessa serata alle 21 i danzatori della sua compagnia, il Ballet de Lorraine, presenteranno in prima nazionale Come Out, un’altra esplosiva coreografia firmata da Dubois. Atteso anche il celebre passo a due Prêt à baiser del 2012, con Olivier Dubois e il danzatore italiano Nicola Manzoni, mercoledì 21 luglio alla Fondazione Antonio Dalle Nogare.
Olivier Dubois, come sarà il cigno che ha creato per Bolzano danza?
«Sarà una sorpresa per il pubblico di Bolzano. Posso solo dire che ho cercato di essere fedele al senso originale della Morte del cigno. È un pezzo breve che ho creato per Bolzano danza, dopo l’invito di Emanuele Masi il direttore artistico del festival Masi e forse non si ripeterà più».
«Come Out», è invece una delle nuove creazioni, andata in scena nell’autunno del 2019, scritta sulla musica di Steve Reich, molto impegnativa per i danzatori.
«Sì, volevo rappresentare il cuore di una battaglia, quella per la vita, partendo dall’episodio di violenza a Harlem, citato dalla musica di Reich del 1964. La coreografia pulsante, estenuante per i danzatori, è uno zoom sul sangue che scorre sotto la pelle e la colora di rosa».
Come convince gli interpreti a danzare i suoi lavori spesso così impegnativi?
«Prima di tutto spiegando in modo chiaro quello che intendo, poi con il sostegno continuo, accompagnandoli per tutto il lavoro».
«Prêt à baiser» è un balletto culto del 2012, fece scalpore per il bacio tra i due interpreti maschili che dura tutta la lunghezza del pezzo...
«Non c’è niente di romantico o volutamente scandaloso nel pezzo. Rappresenta piuttosto il rapporto dell’artista con la sua Musa. Che questa vesta panni maschili non conta, è sempre un contratto impari tra i due perché alla base di ogni creazione e opera d’arte c’è il desiderio e il possesso. Il bacio lo rappresenta».
Chi sarà la Musa in scena, lei o Nicola Manzoni?
«Questa volta Nicola Manzoni. È la prima volta che danziamo insieme questo pezzo, forse lo faremo ancora. Ma altre volte, con altri interpreti avevo io il ruolo della Musa».
Lei è stato spesso ospite del festival, ricorda la prima volta a Bolzano?
«Sì, ho portato molti lavori a Bolzano, Tragédie a Les Mémoires d’un seigneur e altri. Prima ancora sono venuto come interprete, nel 2008. Era un momento travagliato della mia carriera artistica e a Bolzano provai un senso di pace. Torno sempre volentieri».
È chiamato «l’enfant terrible» della danza...
«Non cerco mai la provocazione, sono mosso piuttosto dalla curiosità e voglio esprimere chiaramente la mia visione, mantenendo la mia integrità. In questo la mia creatività è radicale».
Cos’è per lei la danza?
«Amore e dedizione. E un modo per sopravvivere».