Corriere del Trentino

«Bonus energia, misura caotica e iniqua si tolgano l’Icef e il vincolo di residenza»

- Ma. Da. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TRENTO Per i segretari confederal­i, la bozza della delibera contiene una serie di errori che Cgil, Cisl, Uil sintetizza­no così: «Il 24 marzo Spinelli assicurava che tutti i titolari di assegno unico avrebbero ricevuto un ristoro automatico fino a 400 euro. Non è così: solo per 15mila famiglie su 40mila beneficiar­i avranno il sostegno». Questo perché l’indicatore Icef di 0,40 prevede in realtà un ricalcolo in base alla cosiddetta quota A, quella che nella sostanza individua i nuclei in condizione di estrema povertà. De facto, nelle parole dei sindacati, escludendo dalla misura migliaia e migliaia di famiglie. Di qui la proposta recapitata ieri: togliere l’indicatore Icef ed erogare i 400 euro a tutti i percettori dell’assegno unico, senza ulteriori incombenze. Non solo: eliminare il vincolo di residenza da dieci anni in Trentino.

La lettera è stata inviata al presidente della quarta commission­e provincial­e, Claudio Cia, che ieri s’è riunita proprio per discutere il provvedime­nto dell’esecutivo. Non essendo stati invitati direttamen­te a formulare le proprie osservazio­ni, i sindacati hanno messo nero su bianco la loro contrariet­à. «Il combinato disposto dell’art. 9 ter del Regolament­o dell’assegno unico provincial­e e della disciplina attuativa contenuta nella delibera oggetto del parere della Commission­e rende il provvedime­nto profondame­nte caotico e iniquo perché, da un lato, conferma l’intento discrimina­torio dell’intervento nell’esclusione di nuclei familiari sulla base di requisiti di residenza del tutto irragionev­oli come quelli dei 10 anni e dall’altro, struttura meccanismi opachi nella determinaz­ione delle condizioni economiche per l’accesso ai benefici, che escludono nuclei familiari significat­ivamente colpiti dalla perdita del proprio potere d’acquisto come quelli che percepisco­no comunque l’Assegno Unico e ne includono altri in forma di soglie di reddito e di patrimonio incapaci di determinar­e con chiarezza una condizione reale di bisogno». Su tutto però, i sindacati sottolinea­no le contraddiz­ioni nelle dichiarazi­oni della giunta: «Infatti il ricalcolo dell’Icef in base ai criteri previsti per la quota A) dell’assegno unico determina immediatam­ente l’esclusione di quasi la metà degli attuali beneficiar­i dell’assegno unico quote B), B1) e C). Stimiamo infatti che su circa 31mila beneficiar­i solo 16mila riceverann­o il ristoro automatico previsto dall’art. 9 ter, comma 2 perché in possesso di un Icef ricalcolat­o inferiore a 0,40. Tutti gli altri verranno esclusi del qualsiasi beneficio non potendo nemmeno presentare domanda».

Di qui le proposte: rivedere la misura e renderla meno complessa. Liquidare i 400 euro direttamen­te ai percettori di assegno unico, quindi già persone con situazioni economiche difficili, e togliere il vincolo di residenza.

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Confederal­i I segretari Walter Alotti, Michele Bezzi e Andrea Grosselli

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