Media e processi due giornate di confronto
«C’è una sovraesposizio ne mediatica dei processi penali che a volte induce l’opinione pubblica a dividersi in tifoserie e questo porta al coinvolgimento anche della vittima, degli avvocati, dei pm, giudici e anche dei giornalisti che talvolta vengono identificati con l’imputato e così quando il processo non va come l’opinione pubblica si aspetta possono nascere episodi di minacce e aggressioni».
Parla di una vera e propria «emergenza nazionale» il presidente della Camera penale di Trento, Filippo Fedrizzi, illustrando una situazione grave e diffusa che sarà al centro di un’ampia riflessione nel convegno intitolato «Colpevoli di difesa? Rappresentazione mediatica del difensore, cronaca giudiziaria, presunzione di innocenza», che si terrà il 13 e il 14 maggio nella Sala Filarmonica in via Verdi a Trento. L’evento, organizzato dall’Unione delle Camere Penali Italiane, dal Centro studi giuridici e sociali «Aldo Marongiu» e dalla Camera penale di Trento, con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati e dei giornalisti, attraverso una serie di interventi, vuole puntare i riflettori sul processo mediatico e gli effetti «spettacolarizzazione generalizzata dei processi». «Le conseguenze dello spostamento del baricentro del giudizio dei fatti alle persone — osservano gli avvocati — sono gravi e allarmanti. La cronaca dà conto tutti i giorni di episodi di attacchi ormai quotidiani violenti alla onorabilità, alla reputazione e all’incolumità fisica di avvocati, magistrati e giornalisti».
Un problema noto come ricorda il presidente della commissione disciplinare Giuseppe De Cesare che ha posto l’attenzione sull’importanza del giornalismo etico. «Il giornalismo vero — ha aggiunto il presidente dell’Ordine degli avvocati, Michele Russolo — deve essere l’ultimo baluardo per evitare di cavalcare il processo mediatico». Tra i relatori del convegno ci saranno il presidente dell’Unione delle Camere penali nazionale, Domenico Caiazza, professori delle università di Bologna e di Reggio Calabria, il procuratore generale Giuseppe Ilarda, il presidente del Tribunale dei minori Giuseppe Sapadaro e altri giuristi.