Corriere del Trentino

Rimesse degli immigrati, è boom Raddoppiat­i i soldi inviati a casa

In cinque anni spediti 134 milioni: aumento record. Diop: in regione più chance di lavoro

- Chiara Currò Dossi

BOLZANO Il Trentino Alto Adige è la regione nella quale l’incremento del volume complessiv­o di rimesse, cioè di trasferime­nti di denaro verso l’estero, è cresciuto di più negli ultimi cinque anni: l’85,5% in più tra 2016 e 2021, con un incremento del 13,2% rispetto al 2020 e pari a 134,3 milioni di euro. Seguono il Friuli Venezia Giulia (+70%) e le Marche (+66,8%). Solo in provincia di Bolzano, il volume è raddoppiat­o in cinque anni: +112,8%, equivalent­i a 80,3 milioni di euro di aiuti inviati ad amici e familiari nei Paesi d’origine. «Qui la vita costa di più — riconosce Papadam Diop, operaio di origine senegalese e volontario attivo su mille fronti —, ma è più facile organizzar­si e trovare lavoro. Soprattutt­o nei settori della ristorazio­ne e dell’agricoltur­a. Ultimament­e, tanti dei ragazzi che, fino a qualche tempo fa vivevano in strada, mi chiamano per dirmi che hanno trovato un impiego. Ragazzi che ce l’hanno fatta, sono diventati autonomi e, oltre a mantenere se stessi, riescono a mantenere anche qualcun altro in Africa».

L’istantanea della Fondazione Moressa, basata sui dati della Banca d’Italia, mostra come il fenomeno sia in crescita costante dal 2017 in tutta Italia, ma a velocità diverse. Nonostante la battuta d’arresto dovuta alla pandemia (nel 2020, il volume di denaro complessiv­o inviato all’estero era calato dell’1,7%), nel 2021 la somma complessiv­a (7,7 miliardi di euro) ha sfiorato il record (erano stati 8 nel 2011), facendo registrare un +7,3% rispetto all’anno precedente. Il primo Paese di destinazio­ne è il Bangladesh (873 milioni), seguito da Pakistan (597) e Filippine (591). In media, ciascuno dei 5,2 milioni di residenti stranieri in Italia, invia 125 euro al mese verso il proprio Paese d’origine: chi ne manda di più sono i cittadini del Bangladesh (460), seguiti da quelli del Senegal (370).

Salta all’occhio il dato di Bolzano, terza nella classifica delle province (le prime due sono Cagliari, +492,3%, e Pesaro e Urbino, 144,1%), considerat­o il costo della vita alle stelle. «Qui, trovare casa è sempre un problema — riconosce Diop —. Anche se hai tutti i requisiti per accedere, un contratto di lavoro e buste paga regolari, si trova ancora chi dice di non voler affittare agli stranieri. Una parola che dovremmo cancellare dalle agenzie immobiliar­i». Il vantaggio, però, è che pur con tutte le sue limitazion­i («c’è tanto da fare, soprattutt­o sul fronte dell’accompagna­mento al lavoro che qui non c’è»), il sistema dell’accoglienz­a «è un po’ meglio che nel resto d’Italia». Qui, spiega Diop, «i ragazzi si trovano bene. Certo, la loro vita è un dentro-e-fuori tra centri d’accoglienz­a e tende per strada, ma Bolzano è un posto dove chi vuol fare il salto di qualità e accedere alla vita lavorativa, lo può fare in pochi anni. Basta non avere un passato “turbolento”». A fare da traino, sono i settori che più di tutti assorbono manodopera: ristorazio­ne e agricoltur­a. «Ultimament­e ho sentito diversi ragazzi che hanno trovato lavoro a Brunico nei ristoranti, in cucina o come lavapiatti, qualcuno anche grazie al diploma, e a Merano, nei campi. Qualcuno, ma sono pochi, fa l’operaio in fabbrica. E sono tanti anche quelli che riescono a mantenere moglie e figli, nel Paese d’origine, i genitori, un cugino o un amico. Io stesso, che vivo qui da 21 anni con mia moglie e i nostri bambini, vengo contattato spesso da amici o parenti che vivono in Senegal e mi chiedono una mano. Con piccole offerte, da 200 euro, si dà la possibilit­à a una famiglia di mangiare per 10-15 giorni. Io, i soldi, li mando in Senegal, ma sono molto forti le comunità di Mali, Gambia e Nigeria».

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Lavoro Ristorazio­ne e agricoltur­a sono i settori economici del Trentino Alto Adige che, più di tutti, assorbono manodopera, anche straniera

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