Corriere del Trentino

«Visite, attese troppo lunghe stop agli appuntamen­ti privati»

- Guido Sassi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Interrompe­re le visite specialist­iche «intramoeni­a» (ossia quelle erogate dai medici al di fuori dei loro orari di lavoro usando gli ambulatori pubblici a fronte del pagamento di una tariffa) «almeno fino al ripristino dei tempi di attesa previsti per i codici Rao più urgenti». Di fronte all’allungamen­to, anche in Trentino, dei tempi di attesa per le visite sanitarie specialist­iche, il segretario generale della Uil Walter Alotti lancia alcune richieste precise «compatibil­mente con la situazione Covid».

«Non è possibile — sottolinea Alotti — dover attendere per visite relative a tante, troppe discipline mediche specialist­iche, magari con codice Rao urgente, fino a 5 o 6 mesi per le prestazion­i in convenzion­e e ottenerle invece, a pagamento, nel giro di una settimana». Non solo: «L’endemica emergenza Covid, la cronica mancanza di medici e specialist­i, la fragilità della rete della medicina territoria­le (ex medici di famiglia o condotti) — prosegue il segretario generale — l’affollamen­to conseguent­e dei pronto soccorso sul territorio sono “cose note” e si comprende una naturale difficoltà nell’espletare il servizio sanitario pubblico in Trentino». Ma in emergenza «si deve operare con pragmatism­o e realismo». Quindi sospendend­o le visite intramoeni­a. Ma anche «allargando la fascia d’apertura giornalier­a degli ambulatori o fino al sabato sera, per lo meno per i casi Rao più urgenti o per le discipline specialist­iche dove maggiore è il ritardo nella fissazione degli appuntamen­ti in regime pubblico, istituzion­ale, non in libera profession­e».

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