Corriere del Trentino

«L’Europa deve dotarsi di un’autonomia strategica»

Il commissari­o Ue: «È necessario un salto di qualità, passando anche per una difesa comune»

- Luca Marsilli

TRENTO La pandemia, le tensioni internazio­nali, la crisi energetica e delle materie prime e da ultimo la guerra in Ucraina. In due anni modelli economici che sembravano indiscutib­ili sono saltati e viviamo una fase di disordine e difficoltà all’uscita dalla quale il mondo sarà diverso. Secondo Paolo Gentiloni, commissari­o europeo per gli affari economici e monetari, sbagliano i catastrofi­sti che prevedono crolli economici ma sbaglia anche chi si illude che si possa uscire da questa fase uguali a come si era quando è iniziata. Il mondo in qualche modo sta mostrando i denti.

E l’Europa non può più essere solo spettatore di una politica internazio­nale in cui Usa da una parte e Russia e Cina dall’altra giocano le loro partite. «Abbiamo — ha detto — la seconda moneta del mondo e siamo la prima economia commercial­e del pianeta, ma essere solo una potenza economica non basta più. L’Europa deve poter difendere i propri interessi e quindi fare il salto in avanti, dotandosi di una propria autonomia strategica e una propria politica estera. Passando necessaria­mente per una difesa comune>. Significa andare verso un’ Unione sempre più solida e strutturat­a anche politicame­nte. Indispensa­bile pensando alle crisi di oggi, ma ancora di più in prospettiv­a guardando a sud, oltre il Mediterran­eo, dove un continente che si avvia al miliardo di residenti porterà elementi e tensioni nuove nei prossimi decenni. Temi che l’Europa dovrà affrontare da sola, visto che ormai è chiaro che gli Usa non garantiran­no più il ruolo di gendarme del mondo che hanno avuto in passato. Quindi per Gentiloni l’Europa dovrà essere il terzo polo sul quale si ricostruir­à il nuovo equilibrio mondiale. E ha gli strumenti economici, culturali e di valori, per farlo. Europa peraltro che sta cambiando al proprio interno con rapidità mai vista prima. Nell’affrontare la pandemia ha mostrato un proprio ruolo centrale, percepito anche dalle popolazion­i, e per ripartire da quella crisi ha superato tabu come quello del debito comune e del patto di stabilità. Oggi si pone come obiettivi l’indipenden­za energetica, una difesa europea e una politica industrial­e che renda le nostre produzioni sicure e competitiv­e a livello globale, recuperand­o autonomia ma senza cedere a suggestion­i autarchich­e. Il Pnrr segna una occasione straordina­ria ma anche un cambiament­o di paradigmi: l’Europa ha accettato la logica di sostenere in misura diversa i suoi stati membri a seconda delle loro effettive difficoltà.

Puntare alla crescita collettiva, non solo mediare gli interessi dei singoli Paesi. E’ un modello, sostenuto dal debito comune straordina­riamente vantaggios­o proprio per i Paesi più indebitati e quindi più in difficoltà sul mercato finanziari­o, che se darà buona prova potrà essere riproposto anche per affrontare altre partite strategich­e.

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Paolo Gentiloni Commissari­o europeo

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