Un maso di calce e canapa Il sogno di Werner e Noa è una start up tutta «green»
Costruire e abitare in modo sempre più sostenibile usando la canapa: questo è diventato l’obiettivo di vita di Werner Schönthaler, 46 anni, nato e cresciuto in Val Venosta in Alto Adige, dopo l’incidente di scialpinismo che ne aveva provocato una paralisi totale per diversi mesi. Nel 2002, ai piedi del Parco Nazionale dello Stelvio, ha acquistato quello che oggi è il «Castelatsch»: un maso interamente ristrutturato usando mattoni di Cannabis sativa e calce, dove coltivare la materia prima, tenere corsi di formazione e workshop per studenti, creativi e futuri ingegneri, ma anche ospitare d’estate giovani da tutto il mondo che hanno voglia di sporcarsi le mani con la terra e imparare a badare a lama e alpaca. È nata così prima l’amicizia e poi la collaborazione professionale con Noa Paola, designer industriale originaria di Tel Aviv. Oggi la startup Sappagroup ha sede a Silandro e si occupa di realizzare e commercializzare pannelli fonoassorbenti realizzati in questo materiale.
«Quando Noa è arrivata da noi nel 2019, appena conclusi gli studi di design, stava attraversando una forte crisi personale. Era interessata alle applicazioni in ambito tessile, ha visto che qui al Castelatsch facevamo delle formazioni sul tema e ha deciso di raggiungerci per un periodo in estate» spiega Schönthaler, che nell’ambito del circuito internazionale Woofer ogni estate ospita volontari a caccia di un contatto più diretto con la natura e i suoi ritmi. «Durante le due settimane in cui è rimasta al Castelatsch qui a Cengles, ai piedi del gruppo dell’Ortles, abbiamo dialogato molto sulle possibili applicazioni di questo vegetale così straordinario. Così abbiamo dato vita alla startup Sappagroup che oggi ha sede a Silandro, sempre in Val Venosta, a pochi chilometri da qui» chiarisce il gestore dell’attività. Le modalità di costruzione sostenibile sono fondamentali per restituire all’uomo un contatto con l’ambiente più diretto e autentico, riducendo il proprio impatto su di essa, è convinto Schönthaler. Per questo, anche nell’azienda di costruzioni di famiglia di Oris (Comune di Lasa), ai metodi tradizionali basati sul calcestruzzo è stata affiancata da tempo una linea di materiali in calce-canapa. «Purtroppo - spiega ancora l’agricoltore-startupper venostano - la materia prima siamo costretti ad acquistarla all’estero, dall’Austria o dalla Francia, poiché la coltivazione richiederebbe circa 100 ettari di terreno e almeno cinque o sei anni prima che la pianta possa essere utilizzata. Quella che cresce al maso la utilizzo prevalentemente per la formazione degli studenti e dei designer, per mostrare loro il processo di crescita e come dalla materia grezza si ottiene il filo per il settore tessile». A livello italiano si sta iniziando a presidiare questo settore a Pisa e Treviso. «Ma c’è ancora molta strada da fare. Per il bene di tutti, perché questo lavoro mi ha insegnato a tornare all’essenziale, ad apprezzare la semplicità delle cose naturali e a farne il filo rosso della mia vita» conclude.