Corriere del Trentino

Giustizia, le ragioni del referendum

Alle urne domenica, cinque quesiti complessiv­i voluti da Lega e dal Partito radicale Si vota per abrogare (o meno) la legge Severino, se abolire le firme per la candidatur­a al Csm, se separare le carriere dei magistrati

- Luca Marsilli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Domenica 12 giugno si vota dalle 7 alle 23 per cinque referendum.

Il primo quesito, su scheda rossa, propone l’abrogazion­e dell’incandidab­ilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di governo per chi sia stato condannato per delitti non colposi. Ovvero per avere commesso reati che il nostro ordinament­o penale giudica gravi e averlo fatto volontaria­mente, non per imperizia, negligenza o inosservan­za di norme.

Il secondo, su scheda arancione, introduce una limitazion­e delle misure cautelari, eliminando la previsione del rischio di reiterazio­ne del reato dalle ragioni che giustifica­no la limitazion­e delle libertà individual­i.

Il terzo quesito, scheda gialla, preveda la rigida separazion­e delle carriere giudicante e requirente per i magistrati. Se approvato renderà quindi impossibil­e il passaggio dalle funzioni di giudice a procurator­e (pubblica accusa) e viceversa.

Il quarto quesito, scheda grigia, apre ai membri laici (avvocati e giuristi) la partecipaz­ione a tutte le deliberazi­oni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Semplifica­ndo: permetterà che l’operato dei magistrati sia giudicato non solo da altri magistrati.

Infine il quinto quesito, su scheda verde: abroga la necessità di raccoglier­e da 25 a 50 firme a sostegno per i magistrati che intendano candidarsi per il Csm (l’organo di autogovern­o della magistratu­ra).

Perché il referendum sia valido, deve votare la metà più uno degli aventi diritto. La norma è abrogata se i sì sono maggioranz­a dei voti validi.

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La senatrice Conzatti
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Il senatore De Bertoldi

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