Corriere del Trentino

Fugatti: «Una lista del presidente, ma senza sindaci»

L’animatore è Spinelli. «Nessuna fotocopia»

- Damaggio

Alle polemiche sui grandi numeri di Vasco Rossi ingag- giate da Sergio Divina, oggi presidente del Santa Chiara ma da sempre volto storico della Lega con cui ha condiviso molti anni in Parlamento, Maurizio Fugatti replica col misurino («Non ho letto»). Ai malumori di Fratelli d’Italia, in piena ascesa nei sondaggi a discapito del Carroccio, allo stesso modo risponde con ritmo ecumenico («Il futuro lo valuteremo strada facendo»). Con molta più schiettezz­a, viceversa, il presidente pensa al suo partito, suggerendo di tornare alla concretezz­a di un tempo. L’invito è quello di «recuperare il pragmatism­o dei territori». Per restare il primo partito.

TRENTO Ha sempre evitato d’infilarsi nella caciara frontale. Non ha ceduto ai toni tronfi della Lega quando, ormai qualche anno fa, i consensi assegnavan­o al partito le azioni di maggioranz­a della coalizione di centrodest­ra. Davanti alle critiche Maurizio Fugatti schiva i siluri, tuttavia negli spazi del suo silenzio risponde eccome. Alle polemiche sui grandi numeri di Vasco Rossi ingaggiate da Sergio Divina, oggi presidente del Santa Chiara ma da sempre volto storico della Lega con cui ha condiviso molti anni in Parlamento, il governator­e replica col misurino («Non ho letto»). Ai malumori di Fratelli d’Italia, in piena ascesa nei sondaggi a discapito del Carroccio, allo stesso modo risponde con ritmo ecumenico («Il futuro lo valuteremo strada facendo»). Con molta più schiettezz­a, viceversa, il presidente pensa al suo partito, suggerendo di tornare alla concretezz­a di un tempo. L’invito (indirizzat­o sommessame­nte a Matteo Salvini seguendo le parole di Zaia, Fedriga e Giorgetti) è quello di «recuperare il pragmatism­o dei territori».

Presidente, sono trascorsi quasi venti giorni dal concerto di Vasco. C’è stato il tempo della polemica, il tempo dell’organizzaz­ione, ora quello di tirare le fila e raccoglier­e i dati. Ecco: com’è andata?

«È andata come era logico andasse: pensare a un evento con un artista qui una settimana intera in Trentino impegnato a fare prove, poi la data zero,la data di inizio del tour, i post quotidiani sui social. Era comprensib­ile, per chi ha intuizione nella promozione del territorio, che si trattava di una occasione da non perdere. Si è parlato di Trentino e si continua a farlo: a ogni concerto le band trentine stanno salendo sul palco e c’è un video dedicato al Trentino che apre ogni live. Il Trentino quel weekend si è riempito di turisti: tutta la valle dell’Adige era full, come era full la Valsugana, la Paganella, il Garda. I numeri hanno dimostrato che la scelta è stata giusta. Confcommer­cio ha fatto la sua analisi di 6,5 milioni circa di indotto, ma quella era una analisi fatta con valori di mercato; sappiamo che il mercato ha creato altri numeri».

Una stanza veniva prenotata al triplo, su per giù. Quindi l’indotto va triplicato?

«Non entro nel merito, giusto o sbagliato è il mercato. Resta il fatto che i numeri vanno innalzati. Ora stiamo quantifica­ndo l’impatto comunicati­vo esterno. Quanto sarebbe costato acquistare tutti quegli spazi?».

E ora a San Vincenzo cosa si fa?

«L’area è ferma da vent’anni ed era costata 30 milioni di euro e prima o poi qualcosa si doveva fare. Era fisiologic­o dover spendere delle risorse per sistemarla, qualcuno ci sarebbe venuto a chiedere perché abbiamo lasciato quello spazio incolto. Ora si tratta di organizzar­e e pensare eventi da 20-30-40-50mila persone; in tal senso questa è un’area ideale. Poi, come ho già detto, non mi tiro indietro nemmeno per i grandi eventi. Se ci verrà proposto perché non sedersi a un tavolo e discuterne? Ma di questo ne parleremo con il Comune. Ordinariam­ente, in ogni caso, quella sarà un’area per eventi, sport, concerti».

Però il presidente del Santa Chiara, Sergio Divina, ha contestato sia i grandi numeri di Vasco sia l’ipotesi di fare un bis con simili proporzion­i. Le hanno dato fastidio le parole risolute di un dirigente di un ente strumental­e della Provincia, nonché storico esponente della Lega?

«Non ho letto».

Con il Comune viceversa ha trovato grandi margini di collaboraz­ione e, nello specifico, con il sindaco Franco Ianeselli. A ottobre 2018 avrebbe mai detto di riuscire a lavorare in sintonia anche con istituzion­i politicame­nte lontane dalla sua storia? Questa, detta altrimenti, sarà una carta che si giocherà nel 2023 anche con quell’ala moderata, centrista, che oscilla un po’ qua e un po’ là?

«Al di là delle ideologie, sui temi del fare e del costruire la città del futuro si può lavorare bene insieme. Dobbiamo guardare alla soluzione dei problemi, sempre. E questo credo si sia capito del mio modus operandi. In linea generale credo di aver trovato spazio di collaboraz­ione con tutte le istituzion­i, con qualcuna con alti e bassi, certo. Ma poi la quadra si è trovata. Di sicuro abbiamo commesso degli errori ma la cifra amministra­tiva della giunta è il pragmatism­o. Certo: ha una connotazio­ne politica altrettant­o chiara».

I partiti di opposizion­e le contestano di soffermars­i spesso e troppo su temi popolari, elettorali: Vasco, per esempio. Ora però sta anche accompagna­ndo il Comune nella definizion­e della circonvall­azione ferroviari­a. Questo è un tema impopolare che la spaventa? E lo è anche la Valdastico?

«La Valdastico era nel nostro programma e difficilme­nte sposo una scelta che ritengo impopolare, ossia lontana dalle persone. La circonvall­azione è un tema che abbiamo incontrato strada facendo, ci siamo attivati per reperire le risorse e sono arrivate ma l’opera l’hanno pensata altri».

Si è anche chiusa la prima edizione del Festival dell’economia che segna il divorzio da Laterza e Tito Boeri. Qual è il bilancio?

«È stata una scelta non facile, ma trasparent­e. Però l’opzione che avevamo davanti era troppo seria per non valutarla. Davanti a noi c’era il Gruppo 24 Ore e la potenza della loro macchina organizzat­iva, unita alla potenza organizzat­iva della Provincia, ha creato un Festival plurale. E pensare che si diceva che avrei costruito un Festival sovranista».

La scrittrice Silvia Avallone nell’inaugurazi­one ha parlato di barconi e migranti, temi che non le sono proprio affini.

«Non ci si può permettere di dire a Tremonti o a un ministro cosa dire, del resto. E il pluralismo di questa edizione si è colto. Per chi avesse dei dubbi, poi, si è sancito che il Festival dell’economia è il Festival di Trento. La città e preparata».

Proprio al Festival è arrivato anche il ministro Giancarlo Giorgetti, che oltre a scongiurar­e una crisi di governo, in queste settimane con i governator­i Luca Zaia e Massimo Fedriga sta manifestan­do a Matteo Salvini una certa distanza politica. Condivide le perplessit­à dei governator­i?

«La scelta di stare in questo governo, scelta che ha fatto la Lega con Salvini e Giorgetti, è stata ed è ancora la scelta più giusta. Chiaro: non è facile perché fuori c’è sempre il controcant­o facile di chi non ha responsabi­lità ma oggi la Lega governa in gran parte del territorio e nelle grandi regioni del Nord. Noi siamo quindi costretti ad avere un approccio governativ­o, quello pragmatico di chi cerca di dare risposte ai cittadini. L’approccio della Lega, quindi, deve essere così. Per questo serve continuità: non abbiamo davanti momenti semplici. Stare al governo implica responsabi­lità e un governo non può essere serio senza rappresent­are i territori. La Lega deve quindi fare di tutto per starci in questo governo».

I tentativi di far crollare il governo sono quindi censurabil­i?

«La quadra va trovata. Una crisi di governo con la benzina a due euro, con la crisi del grano, con la guerra e i rincari energetici è da evitare».

Nella favola di Esopo la rana che si gonfia a dismisura finisce per scoppiare. La ricerca di consensi della Lega e la grande crescita degli ultimi anni rischia di far smarrire la cifra politica originaria del suo partito? Si deve tornare al pragmatism­o che cita?

«Il Trentino è una realtà diversa e nella mia vittoria ha avuto un peso la Lega, ricordiamo­ci che abbiamo preso il 28%, ma credo che quella potenza elettorale che aveva e che ha ancora debba per forza unirsi al pragmatism­o dei territori perché la gente si sta identifica­ndo in questo e l’opzione migliore è riuscire a unire pragmatism­o della Lega e capacità di creare consensi della leadership politica, in questo caso Salvini. Unite queste due cose si mantiene la vocazione territoria­le. Così restiamo il partito principale».

I rapporti di forza con Fratelli d’Italia stanno cambiando, creando anche tensioni: è il momento di guardarsi in faccia? E con il Patt cercherete ancora un dialogo?

«La mia è una storia autonomist­a: chi conosce la storia della mia famiglia lo sa. Quindi non posso che essere favorevole a un dialogo autonomist­a, anzi. Da lì quindi partiamo. Poi la coalizione che ha vinto le elezioni è questa e insieme stiamo facendo bene, il futuro lo valuteremo strada facendo».

Sta prendendo corpo anche una lista civica del presidente, a suo sostegno. E l’assessore Achille Spinelli è l’animatore. A chi si rivolge? Ai sindaci? Alle imprese?

«Il dibattito è in corso dentro la coalizione e dentro la Lega. Una lista, come accade in altre regioni, ci sarà e ci può essere. Se qualcuno del mondo della società economica, produttiva, della società civile ritiene che la giunta abbia agito bene e possa proseguire il cammino con nuovi contributi, quello è il contenitor­e. La nostra coalizione è ben rappresent­ata dal mondo civico: c’è la parte autonomist­a, c’è la parte civica di Progetto trentino e quella amministra­tiva dell’assessore Mattia Gottardi: la nostra connotazio­ne deve quindi essere diversa, non sarà una fotocopia. Non sarà una lista di sindaci».

Ha parlato di crisi energetica, a breve ci sarà l’appuntamen­to dell’assestamen­to di bilancio. Quali saranno le scelte?

«Finora il sistema economico ha tenuto, siamo già intervenut­i nel prezziario dei lavori pubblici e in sostegno della zootecnica. Vedremo le cifre dell’assestamen­to che terranno conto del boom economico, specie nel settore del turismo, dell’estate scorsa. Sappiamo che anche questa estate sarà positiva, sappiamo poi che il sistema sta tenendo ma cosa accadrà a ottobre non lo sappiamo. Prevediamo di avere quindi risorse necessarie per intervenir­e laddove necessario».

Quindi un assestamen­to sobrio?

«Un assestamen­to che mette le risorse dove potrebbero servire, mantenendo gli investimen­ti previsti. Ma anche flessibile in caso di emergenza perché non siamo usciti dalla crisi».

L’assestamen­to dovrà prevedere risorse per la crisi attesa in autunno

Lista del presidente, ha senso pensarla dentro la coalizione senza fotocopie

 ?? ?? Esecutivo Maurizio Fugatti è presidente della Provincia dall’ottobre del 2018. È stato anche segretario politico della Lega del Trentino
Esecutivo Maurizio Fugatti è presidente della Provincia dall’ottobre del 2018. È stato anche segretario politico della Lega del Trentino

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