Corriere del Trentino

Scuola finita, è qui la festa: musica, fumogeni, gavettoni

Studenti e prof concordi: abbiamo bisogno di normalità

- Cassaghi

Fumogeni, petardi, gavettoni. L’ultimo giorno di scuola, ieri, ha portato centinaia di studenti in piazza Fiera e al parco delle Albere. «A mio fratello hanno lanciato la farina», dice Andrea. Viene da via Cardinale Marduzzo, dove ha sede il liceo scientific­o Leonardo Da Vinci.

TRENTO Alle 10.40 Piazza Fiera è già piena di ragazzi. Lectio brevis: «Ci hanno fatto uscire prima», dice una di loro seduta sotto la veranda dell’edicola mentre è impegnata con due amiche a mandare messaggi al telefono. Poco più in là un altro gruppo di studenti sta attraversa­ndo via Giuseppe Mazzini: «A mio fratello hanno lanciato la farina», dice Andrea. Viene da via Cardinale Marduzzo, dove ha sede il liceo scientific­o Leonardo Da Vinci, e mostra un video: ci sono gli studenti della sua scuola ammassati davanti alla porta di ingresso. In mano hanno dei fumogeni. «Sono ancora tutti lì», spiega. Musica, canti, balli ma anche alcool, lanci di uova e carta igienica, con un certo disagio per i negozianti della zona. L’ultimo giorno di scuola è anche questo, soprattutt­o dopo due anni di chiusure e didattica a distanza.

Il ritorno in classe è stato una piccola rivoluzion­e. «Alla fine dopo cinque ore si stava con la mascherina sotto il naso», continua Andrea e il suo amico Davide aggiunge: «Ci voleva la normalità». Vicino allo scientific­o, quattro ragazzi aspettano l’autobus: «Quest’anno è stato più pesante dei precedenti, ma è passato più in fretta. Pesante perché abbiamo fatto lezione seriamende­nti te, veloce grazie ai legami con i compagni». Per alcuni di loro si è trattato infatti della prima avventura al liceo in presenza.

«Riavviare “la macchina della scuola” non è stato semplice, soprattutt­o per le attività integrativ­e, ma anche per la didattica ordinaria», rivela invece Ivan Sodini, docente di greco e latino al Prati. Davanti al classico la situazione è tranquilla, gli unici di fronte ai cancelli sono lui e i suoi studella 5D. «Da un lato la Dad ci ha abituati a un utilizzo maggiore degli strumenti digitali — continua il prof — ma dall’altro ha rivelato che quello che conta nella scuola è la relazione. Perciò lo stare fisicament­e in classe non può essere sostituito». Una riflession­e condivisa dal suo allievo Nicola. Maglietta verde e occhi azzurri, il ragazzo si accende una sigaretta: «Ho avuto dei problemi personali e ho rischiato di perdere l’anno.

Avere i professori più vicini mi ha aiutato ad avere un dialogo migliore e a trovare una soluzione».

Ed è andato tutto bene, dato che adesso il pensiero è l’esame di maturità, con il ritorno degli scritti: «Un trauma — prosegue Nicola — Ho sperato fino all’ultimo in greco ma è uscito latino». Per le quinte la giornata di ieri ha significat­o l’addio alla scuola: «Ieri avevo i lacrimoni — confessa Sofia, che però continua — oggi niente». Alcuni di loro, come Luca, continuera­nno il percorso: «Farò lettere classiche a Trento». Mentre Beatrice e Selene andranno via. La prima a Bolzano per fare Arte e Design, la seconda ha nel suo orizzonte Milano o l’estero. «Sono stati cinque anni in cui ogni giorno c’era un motivo per prendermel­a con questo posto — rivela Selene toccando la corona di fiori al collo — Ma adesso sembra già che manchi qualcosa». Per le nuove leve del liceo, la sensazione è ben diversa: «Rispetto alle medie ci sono meno pause e ritmi più veloci — spiegano le Margherita ed Elena, “primine” del Da Vinci — il cambiament­o è stato molto difficile».

La festa dello scientific­o non è molto distante. Davanti all’ingresso è stato allestito un Dj Set con tanto di mixer. In mezzo, i ragazzi che ballano e bevono. Due di loro si agitano seduti sulle spalle dei compagni. Viene sollevato un bidone grigio, poi lo scoppio dei petardi. «Sono finiti anche sulla vetrina —raccontano i negozianti della zona — Stamattina c’era gente arrampicat­a sui muri e altri che non riuscivano ad alzarsi perché già ubriachi. Ogni anno è peggio». Alle 11.30 arrivano polizia e carabinier­i. Festa finita, c’è da pulire. Chiara è tra i primi ad avere la scopa di saggina in mano: «Come giovani dobbiamo ricomincia­re a prendere i nostri spazi», dice.

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 ?? ?? Festa post pandemia In alto il garante dei minori Fabio Biasi, sotto la festa dei ragazzi al parco (LaPresse/Loss) e davanti al Da Vinci
Festa post pandemia In alto il garante dei minori Fabio Biasi, sotto la festa dei ragazzi al parco (LaPresse/Loss) e davanti al Da Vinci

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