Dal welfare al lavoro: il patto con la Provincia
«Progettone, il Consiglio approvi subito la riforma»
TRENTO Dal welfare al credito, dalle nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato alla valorizzazione delle peculiarità del settore agricolo. «Questo nuovo aggiornamento ad un precedente protocollo è molto concreto e realizzabile e si è reso necessario per dare un ordine di priorità agli impegni reciproci». Così il presidente di Federcoop Roberto Simoni ha presentato il nuovo «patto di sviluppo» con la Provincia autonoma di Trento, sottoscritto ieri in assemblea a fianco al governatore Fugatti.
Il nuovo accordo si articola in sedici punti. Un macro-ambito riguarda varie iniziative di economia sociale. Il primo punto per esempio è incentrato proprio sulle comunità energetiche, ossia aggregazioni di cittadini e imprese basate su autoproduzione e autoconsta sumo. In questo caso c’è già un protocollo firmato lo scorso 6 giugno: si tratta di dargli seguito. Il secondo punto riguarda il sostegno pubblico nei confronti dei cosiddetti multiservizi e Sieg: la Provincia si impegna ad aggiungere un milione al fondo specifico e di rivedere termini e modalità di finanziamento. A seguire le cooperative di comunità, ossia realtà finalizzate a «farsi carico di una pluralità di bisogni» attraverso lo svolgimento coordinato di attività economiche diverse con la partecipazione dei cittadini: Provincia e Federcoop si impegnano ad attivarsi per promuoverle ed assisterne la costituzione.
Si possono raccogliere in unico ambito anche diversi punti sul lavoro. Quando si parla di favorire progetti di partenariato tra il pubblico e gli enti del terzo settore si cita anche la valorizzare di percorsi di certificazione delle competenze, individuando anche possibili misure di sostegno ai lavoratori per la frequenza di corsi formativi. Si mira inoltre a valorizzare il progetto di intesa internazionale con l’Albania per la costruzione di percorsi di valorizzazione professionale. E c’è un punto che porta il nome del Progettone, su cui Simoni ieri è stato chiaro: «È importante che il Consiglio approvi queriforma in tempi rapidi».
L’altro macro-tema è il sociale in senso stretto. C’è un capitolo dedicato alla cooperazione di abitazione: ora è in corso di valutazione la possibilità che il contributo previsto dal bando provinciale possa essere concesso alla cooperativa al posto del singolo socio. Un «impegno» riguarda il welfare: Federcoop, tra le altre cose, investirà in un progetto di ricerca per sviluppare un servizio di welfare territoriale. Un punto è incentrato sugli obblighi di inquadramento del personale educativo nell’ambito delle politiche per la prima infanzia. Infine un capitolo dedicato alla formazione nelle scuole per la conoscenza e diffusione del modello cooperativo tra i giovani.
Ci si proietta poi anche alle Olimpiadi 2026: Provincia e Federcoop dovranno costituire un gruppo di lavoro chiamato a valutare progetti e iniziative in ambito sociale.
Non manca però l’attenzione ai problemi più contingenti: rafforzare dunque l’apporto del Tavolo Appalti, in particolare prevedere strumenti di adeguamento tempestivo degli importi sulla base dei rincari. Così come individuare strumenti che favoriscano le misure di accesso al credito per le attività agricole. La Provincia si impegna inoltre a destinare 10 milioni (sui 20 totali) per il nuovo bando legato al Fondo partecipativo per la promozione degli investimenti nel capitale di rischio nelle cooperative.
Attenzione anche al credito. Si fissa l’obiettivo di attivare interlocuzioni con i regolatori nazionali ed europei per applicare norme e parametri che risultino proporzionati ed adeguati alle Casse rurali, da non intendere come banche sistemiche: «Un aspetto rimasto incompiuto nella riforma del 2016», ha detto Simoni. Si parla anche di un approfondimento sulla qualificazione giuridica dei Confidi, per cui si ritiene opportuna la loro attrazione nell’ambito della disciplina dell’articolo 5 dello Statuto speciale sugli ordinamenti degli enti di credito fondiario e di credito agricolo.