Corriere del Trentino

Lega, sì alla lista del presidente Ma FdI boccia l’apertura al Patt

Il segretario Binelli: «È giusto ribadire il lavoro dei governator­i» Rapporti con Fdi, Bisesti assicura: «Nessun attrito, ci si confronter­à»

- Di T. Di Giannanton­io © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il ritorno al «pragmatism­o dei territori», dettato da Fugatti, convince la Lega trentina. «Un modo per ribadire il lavoro dei governator­i», dice Binelli, segretario provincial­e del partito. «In Trentino la Lega è di governo», taglia corto il capogruppo regionale Bisesti. Impostazio­ne che piace anche a Fratelli d’Italia, che non ha apprezzato però l’apertura di Fugatti al Patt. «La Lega esca dall’ambiguità», afferma il commissari­o trentino di FdI Alessandro Urzì.

TRENTO Il ritorno al «pragmatism­o dei territori» convince tutta la Lega trentina. Da Binelli a Bisesti, piace la linea del presidente Maurizio Fugatti: un modo per «voler ribadire» il lavoro dei governator­i, dice il segretario provincial­e del Carroccio, mentre il capogruppo regionale del partito di Salvini parla di una naturale «trasformaz­ione» («ora possiamo contare sull’esperienza amministra­tiva»). Un’impostazio­ne «sostenuta» anche dagli alleati di Fratelli d’Italia, che però non si sono lasciati sfuggire l’apertura al dialogo con il Patt: «Fugatti esca dall’ambiguità». Dal canto loro le stelle alpine guardano con favore il «cambio di direzione» della Lega: «Sarebbe auspicabil­e per tutti».

Nell’intervista al Corriere del

Trentino di ieri il governator­e trentino è stato chiaro. La Lega sbaglia se pensa di riuscire a raccoglier­e lo stesso consenso (27% dei voti) ottenuto quattro anni fa facendo affidament­o solo alla leadership di Matteo Salvini. «Credo che quella potenza elettorale che aveva e che ha ancora — ha osservato Fugatti — debba per forza unirsi al pragmatism­o dei territori, perché la gente si sta identifica­ndo in questo». Solo così «restiamo il partito principale». Più di qualcuno lo ha letto come un tentativo di smarcarsi dalla politica della «Bestia», quella dai toni forti e dalle posizioni estreme. E riorientar­e così la Lega trentina verso la linea più moderata dei governator­i. «Non è un volersi smarcare — puntualizz­a però Diego Binelli, segretario provincial­e della Lega del Trentino

— Si tratta soltanto di voler ribadire il lavoro che i governator­i stano facendo sul territorio, senza andare contro la linea di Salvini. Le due cose — prosegue — devono andare di pari passo». «Il nostro cavallo di battaglia, anche nei momenti più difficili, è sempre stato il buon governo dei sindaci e dei presidenti — gli fa eco Mirko Bisesti, capogruppo del Carroccio in Regione — Penso che Fugatti abbia detto la realtà dei fatti: in Trentino c’è una Lega di governo. Fortunatam­ente, aggiungo: perché abbiamo uomini e donne che sono ottimi amministra­tori». Alle elezioni 2023, insomma, l’abito è stato già cucito. «La spinta elettorale del 2018 non è svanita, ma si è solo trasformat­a in amministra­tori, presidenti, sindaci ed assessori che a livello regionale dimostrano il valore e gli ideali del nostro movimento», afferma Bisesti.

Che questo possa non bastare, almeno in Trentino, è noto anche tra le fila della Lega. Che ha deciso di seguire il modello adottato in altre regioni per le prossime elezioni: ossia presentare una lista del presidente. Che «non sarà una lista di sindaci», ha chiarito Fugatti. «Sarà una lista civica che non ha l’obiettivo di andare a svuotare di contenuti i partiti — dice Binelli — ma è un progetto mirato a coinvolger­e nell’attività amministra­tiva anche chi aveva fatto altre scelte: il mondo civico, il mondo autonomist­a e il mondo imprendito­riale. Dal punto di vista politico ci sarà una collaboraz­ione con questo nuovo soggetto, che ha l’ambizione di aumentare il nostro bacino: è un valore aggiunto». La volontà è quella di «allargare a tutto quel mondo che oggi non è rappresent­ato», aggiunge Bisesti. Un contenitor­e, come lo ha definito Fugatti, per la società civile.

Lo stesso Fugatti, a domanda precisa, non ha escluso il dialogo con il Patt: «Sono favorevole ad un dialogo autonomist­a, anzi. Da lì partiamo». Quello autonomist­a è «un mondo che ci interessa — sintetizza la linea del partito il segretario provincial­e — Se si possono rafforzare i legami parlando di programmi ben venga. Nella nostra coalizione, comunque, abbiamo già il mondo autonomist­a con Kaswalder (a capo degli Autonomist­i popolari, ndr): lui lo dice continuame­nte che il suo sogno è l’unificazio­ne di tutto il mondo autonomist­a. Vedremo».

Segnali di vicinanza al partito delle stelle alpine che non piacciono assolutame­nte a Fratelli d’Italia. «La Lega deve decidere se collocarsi nello schieramen­to del centrodest­ra oppure presentars­i con chi, il Patt, è sempre stato a sinistra — va dritto al punto Alessandro Urzì, consiglier­e regionale e commissari­o per il Trentino del partito di Giorgia Meloni — Questa ambiguità, voluta e cercata, è inutile in questa fase e non produce assolutame­nte nulla, sopratutto in quegli elettori che vogliono chiarezza». E la partecipaz­ione delle liste civiche del centrodest­ra all’incontro delle forze autonomist­e, territoria­li e popolari, lanciato lunedì dal Patt, come si sa, non ha fatto altro che creare malumori. «Il Patt — considera Urzì — vuole inquinare l’unità del centrode

Urzì (FdI)

Il Carroccio esca dall’ambiguità: vuole stare nella coalizione di centrodest­ra oppure vuole stare con il Patt?

Marchiori (Patt)

Sarebbe auspicabil­e una Lega slegata da chi le spara grosse Ora noi siamo impegnati sul nostro percorso

stra». Non è invece il ritorno al pragmatism­o della Lega che può creare ostacoli. «Sostengo totalmente l’impostazio­ne di Fugatti, ma non dobbiamo perdere l’anima» . Bisesti cerca di smorzare. «Nessun attrito con Fratelli d’Italia — dice — sono dinamiche della politica sulle quali bisognerà confrontar­si. La volontà di vincere dev’essere il collante».

Con chi si vedrà. La sensazione è che tutti stiano aspettando le elezioni nazionali. Intanto il cambio di direzione di Fugatti viene visto con favore dalle stelle alpine. «In termini assoluti sarebbe auspicabil­e una Lega più pragmatica e non in pugno a chi le spara grosse», è l’opinione del segretario provincial­e del Patt, Simone Marchiori. Che non parla di alleanze: «In questo momento siamo impegnati nel nostro percorso: rafforzare un’area territoria­le in grado di influenzar­e il governo della provincia su tematiche fondamenta­li per lo sviluppo dell’autonomia. Non saremo la stampella di nessuno».

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di Tommaso Di Giannanton­io
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Da sinistra il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, il leader nazionale della Lega Matteo Salvini e il capogruppo regionale del Carroccio, nonché assessore provincial­e all’istruzione, Mirko Bisesti. Si guarda già alle provincial­i del prossimo anno
Vertici Da sinistra il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, il leader nazionale della Lega Matteo Salvini e il capogruppo regionale del Carroccio, nonché assessore provincial­e all’istruzione, Mirko Bisesti. Si guarda già alle provincial­i del prossimo anno
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