Corriere del Trentino

Referendum, oggi si vota: urne aperte dalle 7 alle 23

- Donatello Baldo

Urne aperte per tutta la giornata di oggi anche in Trentino per il referendum promosso da Lega e Radicali. Ci si potrà recare ai seggi dalle 7 fino alle 23, ma perché la consultazi­one risulti valida dovrà essere raggiunto il quorum: dovrà infatti votare la maggioranz­a degli aventi diritto.

Sono cinque le schede, tutte inerenti al tema della giustizia. Nel dettaglio, la scheda rossa propone il quesito sull’abolizione del decreto Severino, la legge che prevede l’incandidab­ilità o l’ineleggibi­lità alle elezioni politiche o amministra­tive, e la conseguent­e decadenza da tali cariche per coloro che vengono condannati in via definitiva per determinat­i reati, anche se commessi prima dell’entrata in vigore del decreto stesso. Se vince il «sì» tutto torna come prima, e anche chi è stato condannato in via definitiva potrà candidarsi ed essere eletto, oppure continuare a ricoprire l’incarico anche in caso di condanna in corso di mandato. I contrari all’abolizione della Severino difendono invece la norma, ritenuta uno dei capisaldi nel contrasto alla corruzione.

Per quanto riguarda la scheda arancione, il tema proposto è la limitazion­e dell’applicazio­ne delle misure cautelari. In particolar­e la custodia preventiva — prima della sentenza — per il pericolo di reiterazio­ne del reato. Con il «sì» viene eliminata la possibilit­à, per i reati meno gravi, di farvi ricorso. Uno strumento di emergenza — sostengono i promotori del referendum — che si è trasformat­o in pratica ordinaria, senza giustifica­zione. Il fronte del «no» spiega che però già oggi la custodia preventiva per pericolo di reiterazio­ne è prevista solo per i casi gravi, quelli che prevedono una reclusione non inferiore a quattro anni. C’è anche chi sostiene, preoccupat­o, che l’abrogazion­e di questa norma porterebbe con sé anche l’abolizione di altre forme di misure cautelari come l’obbligo o il divieto di soggiorno, l’allontanam­ento dalla casa familiare o il divieto di avviciname­nto nei luoghi frequentat­i dalla persona offesa.

Passando alla scheda gialla, la questione da affrontare è la separazion­e delle funzioni giudicanti e requirenti dei magistrati. La funzione giudicante è quella del giudice, che deve emettere la sentenza. La funzione requirente è in capo al Pubblico ministero, il magistrato che rappresent­a l’accusa.

Oggi i magistrati, nel corso della loro carriera, possono passare da una funzione all’altra non più di quattro volte. I promotori del referendum propongono la separazion­e netta delle due funzioni: o giudichi o accusi, per tutta la carriera, per evitare commistion­i e per garantire l’imparziali­tà. I contrari dicono però che relegare un magistrato solo alla funzione di accusa provochere­bbe una cultura poliziesca e securitari­a, e che in ogni caso una riforma così complessa non è possibile lasciarla a un referendum.

Passando quindi alla scheda grigia, il quesito proposto agli elettori riguarda la valutazion­e della profession­alità dei magistrati. Che ora sono valutati solo dai colleghi. Se vince il «sì» potranno esprimere la loro valutazion­e anche i «laici», cioè gli

avvocati. Il quesito chiede che la componente laica del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari non sia esclusa dalle discussion­i e dalle valutazion­i che hanno a che fare con la profession­alità dei magistrati.

Il fronte del «no» è però convinto che non sia prudente affidare anche agli avvocati questo compito, che per loro natura sono «contropart­e» dei magistrati e questo potrebbe influire sull’oggettivit­à della valutazion­e.

Infine, per quanto riguarda la scheda verde, il tema portato all’attenzione riguarda la modifica delle norme che regolano l’elezione dei cosiddetti membri togati del Consiglio superiore della magistratu­ra. In questo caso, se vincesse il «sì», verrebbe a decadere l’obbligo della raccolta firme per la presentazi­one delle candidatur­e e ogni singolo magistrato potrebbe presentare la propria senza il supporto di altri magistrati e senza l’appoggio delle correnti politiche interne al Csm. L’obiettivo dei promotori è quindi di ridurre il peso di queste correnti.

I sostenitor­i del «no» sono però convinti che questo intervento non riuscirà a risolvere il problema.

Per esprimere la propria posizione, dunque, ci sarà tempo tutto il giorno: al seggio ci si deve presentare con tessera elettorale e documento di identità. Per chi fosse impossibil­itato a recarsi alle urne, sono previsti 9 seggi speciali e 8 seggi volanti per permettere la raccolta del voto presso gli ospedali, case di cura e casa circondari­ale. Vi sono inoltre due seggi dove i militari, per ragioni di servizio, possono recarsi a votare. E in caso di smarriment­o della tessera elettorale sarà possibile recarsi negli uffici comunali aperti per tutto il giorno, fino all’ora della chiusura dei seggi: «Per assicurare il rilascio delle tessere elettorali — spiega infatti Palazzo Geremia — saranno aperti al pubblico l’Ufficio Elettorale di Piazza Fiera e le Circoscriz­ioni di Gardolo, Bondone, Ravina-Romagnano, Argentario, Povo e Mattarello. Dalle 7 alle 23».

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