«Che tensione nel backstage Ma ci siamo sentiti a casa»
I concerti del tour del Komandante sono aperti da sei band trentine. Fra questi, gli Atop the Hill. «Cantavamo in inglese, ora in italiano. Dall’alternative al pop»
Da Trento a Messina passando per la Visarno Arena di Firenze il passo è breve per gli Atop the Hill, la band bolzanina che, dopo aver già aperto due date del tour di Vasco Rossi, venerdì 17 giugno salirà anche sul palco dello Stadio San Filippo di Messina. Il gruppo indiepop altoatesino formato da Daniel Ruocco (voce), Luca Pallaver (chitarra), Antonio Del Giudice (tastiere), Maddalena Ansaloni (basso) e Mattia Mochen (batteria) è nato nel 2017 e lo scorso 20 maggio alla Trentino Music Arena ha realizzato il sogno: esibirsi davanti a oltre centomila persone. Un’occasione conquistata grazie alla vittoria dell’Euregio Rock Contest, che ha permesso agli Atop The Hill di aprire assieme ad altre cinque band regionali la data inaugurale del «Vasco NonStopLive Tour 2022». Due settimane dopo il bis alla Visarno Arena di Firenze con la band bolzanina che il 3 giugno ha aperto assieme alla trentina Maitea lo show del rocker di Zocca. Numeri da brividi per il gruppo che, dopo gli esordi in lingua inglese, dal 2019 scrive in italiano.
Che esperienza avete vissuto con Vasco?
«Due palchi da sogno che per un gruppo come il nostro rappresentano un’iniezione di fiducia incredibile. Ci eravamo iscritti all’Euregio Rock Contest per riprendere a suonare un po’ dal vivo dopo due anni difficili, ma non ci saremmo aspettati di arrivare tra i sei finalisti. In entrambe le date eravamo un po’ tesi nel backstage perché suonare davanti al pubblico di Vasco non è semplice. Il suo presentatore storico Diego Spagnoli ci ha introdotti al meglio, facendoci sentire a casa e in quei venti minuti a disposizione ci siamo sciolti».
Su cosa avete puntato in scaletta?
«Eravamo indecisi se inserire una cover, poi abbiamo preferito puntare su cinque brani originali del nostro repertorio più recente. Tre canzoni, tra cui il nuovo singolo 24h, sono inedite e faranno parte del nostro prossimo Ep. Rispetto agli esordi nel segno dell’alternative-rock britannico il nostro genere adesso è molto più orientato al pop».
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
«I gruppi britannici come The Strokes e Arctic Monkeys, il chitarrista è appassionato di blues e funky e due di noi studiano musica pop al Conservatorio di Trento. Adesso che componiamo esclusivamente in italiano guardiamo con interesse ad artisti come Daniele Silvestri, Fulminacci e Willie Peyote».
Dopo Trento e Firenze venerdì vi aspetta lo stadio di Messina.
«Per noi è la trasferta musicale più lontana mai fatta. Sarà di nuovo un’emozione salire su quel palco, individuare un centinaio di persone e poi perdere lo sguardo sulla fiumana di gente che riempie lo stadio».
Quali sono le prossime occasioni per ascoltarvi qui?
«Il 22 giugno saremo in piazza Dante a Trento e il giorno dopo nel Cortile del Teatro Cristallo di Bolzano».