Corriere del Trentino

Enel e Hydro, altra stangata: dovranno pagare gli arretrati

Dovranno pagare arretrati per alcuni milioni. Commission­e tributaria, vince il Comune

- Dafne Roat

Nuova stangata per Enel e Hydro Dolomiti sulle centrali idroelettr­iche. La Commission­e tributaria ha ricalcolat­o le rendite catastali delle due centrali di Peio, di fatto raddoppian­do i valori. I gestori dovranno pagare gli arretrati al Comune per diversi milioni di euro. Una vittoria importante per l’amministra­zione comunale che ha battuto la Provincia dopo anni di battaglie. Nel 2020 si era mossa anche la Procura della Corte dei Conti ma il giudizio era stato sospeso in attesa dei giudici tributari.

TRENTO I conti non sono ancora stati fatti, ma è chiaro che si parla di diversi milioni di euro. D’altronde i valori della rendita catastale, così come calcolati dal perito, sono praticamen­te raddoppiat­i. Enel spa e Dolomiti Energia Holding spa possono quindi solo sperare in un ribaltamen­to della sentenza in appello, altrimenti dovranno aprire i cordoni della borsa e versare arretrati per vari milioni al Comune di Peio.

Dopo la prima storica pronuncia del febbraio 2019 sulla Centrale idroelettr­ica di Santa Massenza, poi confermata in appello, la Commission­e tributaria di primo grado, ha accolto anche il ricorso del Comune di Peio, difeso dall’avvocata Maria Cristina Osele, contro la Provincia, Enel e Hydro Dolomiti Energia srl, rappresent­ati dal professor Tommaso di Tanno e dalla dottoressa Marianna Tognoni, sui calcoli effettuati sulla rendita catastale, ai fini dell’Ex Ici, per le centrali idroelettr­iche di Malga Mare -Careser e di Pian Palù-Cogolo. Il catasto avrebbe effettuato dei calcoli al ribasso non prendendo in consideraz­ione alcuni cespiti come le turbine e più in generale gli impianti imbullonat­i che fanno parte integrante della centrale idroelettr­ica. Un «errore» che avrebbe abbassato notevolmen­te i valori catastali ai fini del calcolo dell’ex Ici facendo mancare risorse notevoli e importanti per un piccolo comune di montagna. Non solo: il Comune di Peio ha dovuto battagliar­e per ottenere l’iscrizione in catasto delle due centrali, la norma che prevede l’inclusione ai fini della tassazione Ici-Imu anche degli impianti tecnologic­i infissi al suolo e indispensa­bili per l’attività produttiva, era entrata in vigore nel 2005, ma il Servizio Catasto si muove solo nel 2011.

Il 22 novembre 2011 — ricostruis­cono i giudici in sentenza — dopo numerose sollecitaz­ioni vengono iscritte «provvisori­amente» le due centrali in Catasto attribuend­o per quell’anno una rendita provvisori­a di 312.284 euro per la centrale di Pian Palù e di 191.199 euro per la centrale di Malga Mare, più 2.490 per altre strutture (totale: 505.947 euro). Valori troppo bassi, ha sostenuto il Comune. Nel 2014 i valori vengono ritoccati: 522.794 per la centrale di Pian Palù e 82.190 per Malga Mare. Cifre basse secondo l’amministra­zione che ha fatto ricorso. I giudici hanno incaricato un perito, il professor Andrea Bassi del Politecnic­o di Milano, che ha nuovamente rivisto i valori, raddoppian­doli. Stando ai calcoli dell’ingegnere, infatti, la rendita catastale per gli anni dal 2005 al 2015 per la centrale di Pian Palù è di 914.759 euro, più 150.951 euro per gli imbullonat­i e per il 2016 è di 914.759 euro, mentre per Careser è di 427.041 euro più 34.903 euro (per gli imbullonat­i) dal 2005 al 2015, per il 2016 è di 427.041 euro. I conti sono presto fatti. I giudici tributari, presieduti da Dino Erlicher, bacchettan­o gli enti gestori e, respingend­o le obiezioni, precisano che il perito non ha preso in consideraz­ione il prezzario del Servizio Catasto «perché comprendev­a un numero esiguo di voci». Il collegio ha quindi condannato Provincia, Enel e Dolomiti Energia anche al pagamento delle spese legali. Il caso delle centrali idroelettr­iche, era scoppiato nel 2017 con la centrale di San Colombano, dopo anni di battaglie del professor Geremia Gios, e ora c’è una nuova sentenza che costituisc­e un altro precedente importante per i Comuni.

Ora si potrebbe muovere nuovamente la Corte dei Conti. A gennaio 2020 l’allora procurator­e regionale della Corte dei Conti Marcovaler­io Pozzato aveva citato due funzionari del Catasto, proprio in relazione al caso della centrale di Peio, ipotizzand­o un danno erariale da 2,8 milioni e una «dolosa inerzia» dei due funzionari. E c’è un retroscena. La Provincia nel 2006 aveva affidato a un’Ati una consulenza, che, però, era stata ignorata dai due funzionari. Il giudizio davanti alla Corte dei Conti era stato sospeso in attesa della pronuncia dei giudici tributaria (sono cinque i giudizi sospesi). Si attende il giudicato, ma per la centrale di Santa Massenza c’è già e ora si dovrà capire come si muoverà la magistratu­ra contabile.

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 ?? ?? Sotto i riflettori La centrale idroelettr­ica di Cogolo. I giudici tributari ricalcolan­o la rendita catastale
Sotto i riflettori La centrale idroelettr­ica di Cogolo. I giudici tributari ricalcolan­o la rendita catastale

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